ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕊𝕖𝕚 - 𝕌𝕟𝕒 𝕊𝕖𝕣𝕡𝕖 ℂ𝕙𝕚𝕒𝕞𝕒𝕥𝕒 𝔾𝕖𝕟𝕫𝕠

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La luce del sole entrava dalle finestre del salotto di Villa Wakabayashi.

Inondava tutta la stanza di una luce così chiara che era impossibile continuare a dormire.

Kojiro iniziò a storcere il naso, svegliandosi gradualmente.

Si ritrovò a testa in giù, per metà sul divano e per metà no.

Rialzandosi sentì un forte dolore alla schiena, per via della posizione innaturale che aveva assunto fino a quel momento.

Stiracchiandosi e ignorando il suo essere completamente privo di vestiti cominciò a cercare con lo sguardo i suoi boxer.

Tutti il suo corredo della sera precedente era piegato in maniera strana, alquanto atipica, sul tavolo, probabilmente da Genzo che, senza esperienza nel riporre i vestiti, aveva provato a fare un gesto gentile.

Kojiro sorrise divertito, pronto a ringraziare il ragazzo, ma presto si rese conto che in effetti di Genzo non c'era traccia.

<< Gen? >> lo chiamò a gran voce, rivestendosi e rialzandosi dal divano.

Non trovandolo salì le scale, per cercarlo in camera sua.

Bussò alla porta, ma nessuno rispose da dentro.

Decise di scostarla leggermente ed entrare lo stesso, dopotutto era anche camera sua in un certo senso.

Sul letto, che era ancora intatto dalla mattina precedente, c'era la maglietta di Genzo.

<< Genzo? >> chiamò ancora Kojiro.

Dal piccolo bagno adiacente alla camera uscì una voce.

<< Sono qui! >> rispose Genzo, dall'altro lato della porta.

Kojiro entrò silenziosamente in camera e aprì lentamente la porta del bagno, tanto per controllare cosa stessa facendo Genzo.

Quest'ultimo era chino sul lavandino, senza maglietta, con le braccia tese e lo sguardo preoccupato, si stava scrutando nella sua immagine riflessa sullo specchio.

<< Cosa fai? >> chiese Kojiro, entrando nella stanza.

Genzo impallidì alla sua vista e provò a coprirsi, senza molti risultati.

<< Ti ho già visto senza maglietta, anche nudo >> gli fece notare Kojiro.

Genzo serrò le labbra, era evidente non fosse la nudità che lo preoccupava.

Kojiro scrutò il ragazzo davanti a lui, poi assottigliò gli occhi ramati, comprendendo la situazione.

<< H-ho esagerato... Mi dispiace >> borbottò guardando i nuovi segni rossi che aveva lasciato sulle braccia e sui fianchi di Genzo.

Uno o due erano veri e propri graffi, da cui usciva un lieve rivolo di sangue, che non era abbastanza da colare, ma si intravedeva dove la pelle era stata graffiata.

Genzo abbassò lo sguardo.

<< Ma no, non fa niente... >> mormorò piano, tornando a specchiarsi.

Non gli importava se Kojiro gli faceva male, il male fisico serviva solo a distrarlo da quello emotivo in ogni caso, ma gli importava se era Hiroya a vedere quei graffi.

Si sarebbe arrabbiato, gli avrebbe urlato come al solito che doveva fare attenzione, che non doveva rovinare il suo corpo in quel modo.

Kojiro si accostò a Genzo.

<< Posso fare qualcosa? Te li disinfetto? >> domandò lui, preoccupato.

<< Ma no, sto bene ho detto, capito? >> chiese Genzo, incrociando le braccia.

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