Capitolo 12

5 1 0
                                    

La gola finalmente aveva un po' di sollievo, avevamo tracannato la nostra acqua in un tempo davvero breve, era chiaro a tutti e due che quando ci baciavamo, tutto assumeva una visione diversa. Riccardo sapeva tenermi vicina a lui in un modo in cui nessun altro aveva fatto prima di allora. Sapeva bene come farmi capire che aveva bisogno di me, che voleva un contatto, e sapeva farmi capire quanto gli piacesse questa piccola bolla che ogni tanto ci creavamo, ma non a parole, con dei piccoli gesti, che, devo ammettere, alle volte captavo, altre no.
Aveva poggiato la mano sulla mia coscia, spostandosi nell'interno, e faceva dei piccoli cerchi con le dita. Volevo rimanere in quella quiete ancora per un po'.
- Non tornare a casa, non ancora almeno. – gli dissi guardando ancora dal finestrino.
- Perché? – non aveva capito che la mia non era una richiesta, ma una preghiera, se così si può intendere.
- Non voglio che tu torni a casa, voglio che stiamo insieme. -
- In verità io avrei sonno. – mi disse portandosi la mano alla nuca chiaramente imbarazzato. Mi intristii, in fondo era già molto tardi,
- Ti prometto che ci vedremo domani, e se non ti stuferai di me, anche i giorni a seguire. – mi accarezzò la guancia.
- Prometti? -
- Promesso. – e mi diede il mignolo. – Fai bei sogni, piccola. -
Oh, mi ha chiamato piccola. Vabbè, scontato, ma detto da lui almeno è carino. Chiuso il portone che permetteva l'accesso alle scale che poi sarebbero arrivate al piano superiore, al mio appartamento, mi resi conto di due cose: era troppo tardi per entrare in casa senza fare rumore e svegliare tutti, contando che avevano il sonno molto leggero; faceva troppo caldo per dormire al piano di sopra. Quell'anno, quando ci eravamo trasferiti in quella casa, avevo sistemato la cantina, in modo da poterci studiare, con un letto, la mia scrivania, ed i libri che mi servivano. Era una cantina, dunque, si trovava sottoterra, perché la finestra era in linea con la carreggiata, e quindi, il terreno, che non aveva assorbito il calore di quelle giornate così afose, faceva diventare la stanza rinfrescata naturalmente. Non avevo con me ovviamente nessun pigiama, o vestiario che potesse coprirmi anche in minima parte, non volevo di certo dormire vestita, così l'ultima opzione era quella di dormire in intimo, fortuna che non era inverno. Girai la chiave nella toppa, ero pur sempre vicina al portone di entrata e quindi volevo, se non fermare, almeno rallentare un qualche rapitore, ladro o non so. Sapevo essere molto paranoica. Non avendo tanto sonno cominciai a ripensare alle vicende tra me Riccardo, al nostro incontro, molto fortuito, molto imbarazzante, ripensavo anche alle cose brutte che ci erano successe, quelle poche, ma in così poco tempo era davvero un record. Sembrava sinceramente interessato a me e questo mi faceva ben sperare che non sarebbe mai più scomparso. Continuavo a guardare il soffitto, con le mani incrociate sullo stomaco, faceva troppo caldo persino in cantina.
In quei giorni avrei avuto sicuramente le prove per lo spettacolo d'estate, ma non avevo affatto voglia né di ballare, né di ritrovarmi nello stesso perimetro di Edoardo, ero, in più, sicura che qualora questo fosse successo, Riccardo non l'avrebbe presa di certo bene, che sarebbe venuto a farmi la guardia ogni giorno, praticamente come una carcerata, e che Edoardo non si sarebbe risparmiato le battutine, sicuramente direzionate a Riccardo e pronunciate in modo che potesse sentire. Lungi da me preoccuparmi delle sue battutine, perché parliamoci chiaro, le critiche, o le offese di una persona che per noi non ha nessuna importanza, non assumono nemmeno un valore quantificabile. Tutt'al più mi preoccupava la reazione che avrebbe potuto avere Riccardo. La situazione dunque doveva essere risolta, e anche in fretta, possibilmente in presenza di un solo testimone, nel caso mi fosse successo qualcosa, non si può mai sapere cosa frulla nella testa delle persone, e di nessun altro più.
Rimaneva da pensare solo a come fare. Balenò nella mia mente la scelta del testimone, sicuramente tra tutti i candidati al posto, Betty aveva quello d'onore, in fondo, chi meglio di lei doveva assistere alla sua rovina. Non era di certo una mia prerogativa sfasciare le coppie, ma mi stava dando veramente fastidio non tanto il fatto che gli piacessi, ma l'arroganza con cui aveva preteso che io lo ricambiassi, e poi l'opinione, di certo sbagliata, che si era fatto su di me e Riccardo a letto, anche se questo motivo era quello più debole, perché non mi era mai interessata l'opinione altrui, figuriamoci quella di una persona che aveva usato le sue misere dita per sputare un insulto del genere solo perché invidioso di non poter avere una persona che di fatto non avrebbe potuto avere, mai.
Mi girai su un fianco, giungendo le mani e posizionandole sotto la mia guancia.
- Nicole dove sei? Hai finito le prove? -
- Sì, Lis, che c'è? -
- Posso passare a prenderti? Mi serve il tuo aiuto. -
- Certo. Mi farò trovare pronta allora. – terminò, chiudendo la telefonata.
La stavo aspettando proprio dove stava facendo le prove, sperando che facesse più in fretta possibile, stare per me lì non era più un piacere, quindi volevo andare via quanto prima.
Lo scorsi tra la calca, guardava proprio nella mia direzione, era una persona sicuramente sfrontata, quindi non mi sarei meravigliata se avesse fatto qualche gesto inconsulto solo per attirare la mia attenzione, ed esserne al centro. Vedevo Betty di fianco a lui, e l'istinto mi diceva di andare da lei e mostrarle chi era veramente il suo fidanzato, ma non potevo permettermelo, dovevo giocare d'astuzia per essere sicura che non facesse del male a me, o a chiunque altra persona di cui si fosse innamorato dopo di me. Lo conoscevo abbastanza bene, e non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto, bloccarmi le mani, tentare di baciarmi senza il mio consenso, nemmeno Riccardo, con tutti i problemi a gestire la rabbia e le relazioni, era arrivato a quel punto. Se è vero che è la donna a scegliere l'uomo, allora Edoardo si sentì sicuramente ferito dal disgusto che provavo per lui, soprattutto per la ricaduta della mia scelta.
- Eccomi. – disse Nicole aprendo la portiera e facendo terminare in quel punto il mio flusso di coscienza. Ovviamente lui era lì, in un angolo del centro a guardarmi, e non avrei abbassato lo sguardo nemmeno se davanti a me ci fosse stato il mostro più brutto dell'inferno. Mi guardava con aria di sfida, decisi di ripagarlo della stessa moneta, rallentando proprio vicino a lui e guardandolo finché non lo avessi superato. E poi accelerai.
- Lis, che ti prende? -
La guardai – Questa situazione assurda deve finire. Devi aiutarmi a far uscire allo scoperto Edo davanti a Betty, è l'unica speranza per me di finirla, e per lei di salvarsi. -
- Sì, ma come? -
- A casa mia non sarebbe saggio parlare, non voglio far preoccupare i miei, Riccardo non deve sapere nulla, gli avevo promesso che saremmo stati insieme, ma è una cosa troppo grande per lui, finirebbe per lasciarsi trasportare, e Dio solo sa che cosa sarebbe capace di fare per proteggermi. Quindi lui è escluso. – mi voltai a guardarlo – Capito Nic. -
alzò le mani in segno di resa – Va bene, non lo interpellerò. -
- Bene. -
- Ad ogni modo possiamo andare da me, è vero che ci sono i miei genitori, ma tu li conosci, non ci disturberanno. -
- Va bene, allora siamo d'accordo. Nel caso in cui mi chiamasse Riccardo?- – Gli dirai che ho avuto dei problemi con Gabri e che ti ho chiamata piangendo chiedendoti di stare con me. Così se ci annoiassimo di stare a casa, e vorremmo pensare a qualcosa, mentre siamo in macchina a bere una birra, siamo coperte. -
- Perfetto. – e annuii fiduciosa della riuscita del piano.
- Ce la faremo. -
- Ce la faremo. – ripetei.
Passai per casa giusto per avvertire e prendere il necessario, ritornai in macchina da Nicole ed insieme raggiungemmo casa sua.
- Salve signora Linda. Come stai? -
- Lisa, da quanto tempo! – mi venne incontro abbracciandomi – Io sto bene, e tu? Non ti sei fatta più vedere. – mi disse un po' dispiaciuta.
- Hai ragione Linda, non mi merito nemmeno un abbraccio, ma sono stata un po' occupata in questo periodo, poi c'è stata la vacanza. -
- Ti fermi a cena da noi? -
- In realtà mamma Lisa dorme qui stasera. L'ho rapita. -
- E come sta Giorgio? – chiesi a Linda.
- Sta molto bene, è uscito a fare due passi con degli amici. -
- Dai Lisa, ho bisogno di una doccia, andiamo al piano di sopra. -
- A dopo signora Linda. – urlai mentre Nicole mi trascinava su per le scale.
- Scendiamo per la cena e poi usciamo, ti va? -
- Sì Nic, ne ho bisogno. -
- Ragazze! Lisa! – mi salutò calorosamente mentre dava un bacio sulla guancia a sua moglie.
Spostò la sedia posizionata a capotavola, si strofinò le mani e disse – Che cosa ha cucinato la mia bella mogliettina? -
In quel preciso istante immaginai Riccardo seduto lì che aspettava la cena preparata da me per lui, dopo il lavoro. Non so da quanto tempo fossi diventata così smielata, non sapevo ancora se mi piacesse, ma l'idea di passare tanto tempo con Riccardo non mi dispiaceva affatto.
- Barchette di melanzane. – rispose fiera del suo piatto.
Mangiai con tanto appetito, in realtà le situazioni stressanti mi portavano nervosismo, ed il nervosismo, la fame.
Io e Nicole eravamo già pronte, quindi dopo aver aiutato sua madre a riassettare, uscimmo di corsa per fiondarci in macchina, andare a prendere due birre ed un pacco di patatine, sparire dalla circolazione, e rintanarci un posto semi deserto e confabulare qualcosa riguardo a quella maledetta storia.
- Allora mettiamo in tavola le carte. -
- Giusto. – annuii masticando.
- Vuoi che Betty venga a sapere di Edoardo per via diretta. -
- Sì, capo! – la situazione aveva preso una vena comica.
- Vuoi tenere Riccardo all'oscuro di tutto? -
- Decisamente sì. – annuii, l'aveva appena persa.
- Sicura? -
- Sì Nic, discorso chiuso. -
- Ci ho provato. Va bene, dunque, vuoi far sì che lui si avvicini a te al punto da fargli fare qualcosa di avventato, davanti a Betty. -
- Esatto. -
- Sicuramente sarà fondamentale il posto in cui questo accadrà, perché non esiste la possibilità che tutto accada per caso, dovremmo calcolare ogni mossa, per arrivare al nostro obiettivo. Allora, ho sentito dire da Asia, che Marco ha parlato con Edo, ed è saltato fuori che vuole fare qualcosa per farti cambiare idea, ma non sappiamo cosa. Ma...una cosa è certa, cercherà la scusa per avvicinarsi al momento più propizio. -
- Va' avanti Nicole, che ho capito dove vuoi andare a parare. -
- Forniamoglielo noi questo motivo. Dobbiamo solo trovarne uno. – si grattò la testa.
- Ce l'ho! – picchiettai fortemente il manubrio.
- Quale? -
- Possiamo fargli credere che la storia con Riccardo sia finita. A quel punto, sicuramente, vedendo uno spiraglio aperto, cercherà di approcciare, potremo quindi fissare il giorno ed il luogo dell'incontro. -
- Esatto! -
- Ora ci serve sistemare solo l'ultimo tassello. -
- Betty. – esordì Nicole.
- Bingo! – schioccai le dita-
- Già ma come? Ci serve una scusa, una scusa plausibile. Un messaggio anonimo! – Urlò Nicole.
- Nicole, ma chi li usa più i messaggi anonimi, e soprattutto quale persona sana di mente si presenterebbe in un posto, lontano da persone, magari anche in tarda serata. Non vedo Betty una persona propensa al brivido dell'avventura. Dai, stavamo andando così bene, spremi le tue meningi, stavi facendo un ottimo lavoro. – risi.
Inspirai, un mugolio uscì dalla mia bocca, il mio cervello aveva pensato a qualcosa. – Quando ci sarà lo spettacolo per "ballando sotto le stelle"? -
- La data è fissata per la fine di questa settimana. – mi guardò interrogativa, non ci era ancora arrivata.
- Nic, e quand'è che dovremo fare le prove generali? Il giorno prima, e sicuramente si protrarranno fino a sera, giusto? Bene, ora seguimi, perché sarai la testimone del mio unico e solo piano diabolico, di tutta la mia vita. Noi faremo credere a Edo che la storia tra me e Ricky è finita, prima ancora di diventare qualcosa. Verrò alle prove, sarò sbadata, afflitta e sconsolata, ogni tanto tu mi abbraccerai, lui si informerà per sapere cosa mi stia accadendo, faremo in modo che gli giunga esattamente questa voce. Mi gioco tutto che alla fine delle prove con una scusa farà tornare Betty da sola a casa, io mi avvierò alla macchina, lui cercherà di parlare con me, lo porterò verso il luogo scelto, tu ti offrirai di accompagnare Betty, farai finta di non sapere nulla, voglio che sembri tutto casuale, starete nascoste finché non farà qualcosa che sembrerà un vero e proprio tradimento. – dissi tutto d'un fiato per non perdere il filo.
- Se davvero andasse in porto, questo sarebbe il piano migliore che tu potessi mai partorire, in questa tua misera vita. – mi diede il cinque.
- Aspetta Nic! Ora abbiamo da risolvere la parte più difficile. Come faccio a fingere di non vedere più Ricky senza che nessuno se ne accorga, lui compreso? È un tipo troppo sospettoso, finirebbe per immaginare delle cose che non esistono, farsi venire le paranoie e fare non so cosa. Ma se ci litigassi sul serio e poi non volesse più parlarmi? – dissi seriamente preoccupata di perderlo.
- Ti direi di correre il rischio, solo perché non lo vedo proprio capace di lasciarti andare. -
- Non so Nic, questo mi preoccupa un po', non lo conosco abbastanza bene da poter calcolare le sue possibili reazioni. -
- Ma in qualche modo dobbiamo far credere che vi siate separati. -
- E se trovassi una scusa futile per litigare, me ne andassi via arrabbiatissima, e sparirei per qualche giorno? Giusto il tempo di risolvere e raccontargli tutto? Ma poi penserebbe che la mia intenzione fin dal principio era escluderlo, e a quel punto mi ritroverei di nuovo al punto di partenza, con Riccardo imbestialito, che non vorrà più parlarmi. – stavo praticamente parlando da sola.
- Lis! – mi sventolò una mano davanti agli occhi la mia amica, smettila di pensare a tante cose contemporaneamente, o ti andrà a fuoco il cervello.-
- Hai ragione, mi sto preoccupando troppo. Devofumare. – scesi dalla macchina e ne accesi una mentre ero poggiata allaportiera, con le braccia incrociate. Nicole mi raggiunse, mi abbracciò e mifece capire che sarebbe andato tutto bene.




BlueyesWhere stories live. Discover now