Capitolo 16: Haether

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Se c'era una cosa per cui Jimin aveva sofferto per tutta la sua vita era stata la solitudine. Non perché fosse sempre fisicamente solo, anzi, era in costante compagnia della sua famiglia: sua mamma, suo padre e suo fratello. La domanda a questo punto sorge spontanea: dove erano i suoi amici? Beh... Jimin non ne aveva mai avuti. O meglio, non aveva mai avuto qualcuno che fosse realmente interessato a lui. Di solito, per non dire ogni volta, le persone si avvicinavano al biondino solo per arrivare a farsi notare da suo fratello. Taehyung era bello, affascinante, carismatico, furbo e intelligente. Non gli mancava davvero nulla e attirava ragazzi e ragazze come il fuoco attirava le falene. Non c'era mai stato qualcuno che preferisse lui a suo fratello maggiore e questo con il tempo, lo aveva portato ad avere problemi di fiducia, sia in sé stesso sia negli altri. A volte si isolava volutamente per paura di essere sfruttato o preso in giro. Preferiva che le persone arrivassero da sole ai loro scopi che fungere da mezzo o peggio ancora, da ruota di scorta. 

Proprio per questo motivo, quando Yoongi si era interessato a lui dopo il loro incontro fortuito, se così poteva chiamarlo, si era stupito di sé stesso. La loro relazione era nata così velocemente che il biondino credeva fosse tutto un sogno e che presto si sarebbe risvegliato. Ma il loro rapporto aveva continuato a consolidarsi e con esso la paura in Jimin di perdere il maggiore che si era tradotta nel celare anche la sola esistenza del proprio fratello. Di certo non si sarebbe mai immaginato che l'assistito di Yoongi fosse proprio lui. Il corvino non si era mai espresso sul suo lavoro; quando era con Jimin preferiva di gran lunga parlare d'altro invece di concentrarsi sulla sua principale fonte di stress. 

Questa nuova scoperta aveva portato il biondo a covare un profondo timore che voleva esprimersi in una domanda. Purtroppo però, non riusciva a pronunciarla, non in quel momento, con Yoongi ancora dentro di sé che gli accarezzava la pelle delle braccia, ricoperta ormai di brividi; non con le proprie mani che giocavano con le sue ciocche nere, morbide e soffici come seta; non dopo tutto quel tempo passato l'uno distante dall'altro. Avrebbe atteso... ancora un po'. 

«Credo tu me l'abbia consumato» disse improvvisamente il maggiore tra i due, con la guancia schiacciata sul petto del più piccolo, completamente rilassato su di lui. In effetti, da quando si era svegliato, Jimin lo aveva tenuto sveglio a modo suo per più di un'ora e la stanchezza cominciava a farsi sentire.

«Dai, non fare l'esagerato» ridacchiò appena Jimin, abbassando lo sguardo sul suo capo, alzando appena le ginocchia. «Non ti ho sforzato poi chissà quanto».

«Non me lo sento più» sussurrò ancora il corvino, chiudendo gli occhi, mettendo sù una delle sue espressioni teatrali che sempre facevano ridere il più piccolo. «è ancora lì?» chiese, alzando un sopracciglio, rimanendo immobile sul suo corpo.

Jimin non potette non scoppiare a ridere, scuotendo il capo, gettandolo all'indietro, contro l'involucro morbido del proprio cuscino. «Ancora dentro e presente signore» rispose, baciandogli poi la fronte.

Anche il maggiore rise insieme all'altro, accarezzandogli appena il petto, disegnando dei piccoli ghirigori circolari sulla sua candida pelle. Gli occhi che Yoongi riservava a Jimin erano sempre così luminosi e diversi da quelli che presentava di solito. Il più piccolo rimaneva sempre affascinato dal suo sguardo e quasi non si capacitava del fatto che qualcuno potesse dedicargli così tanto amore anche solo stando fermo a guardarlo. Spesso pensava che era fin troppo per lui, fin troppo per un semplice ragazzino di provincia. In tutto quel tempo, non aveva mai espresso le sue insicurezze al maggiore, perché sapeva che Yoongi era un tipo deciso che meritava a sua volta una persona sicura di sé e non un bambino impaurito di perdere la propria possibilità di essere felice. 

«Credo sia l'ora di pranzo» disse poi Jimin, voltando il capo per controllare l'ora sul display della sua sveglia digitale. «Siamo qui da tanto» disse, stiracchiandosi appena, mugolando appena si rese conto di essersi dimenticato del piccolo particolare di Yoongi ancora dentro di sé. «Yoon...».

Don't ruin my Christmas - Vkook/KookVWhere stories live. Discover now