Parte 2

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Guardian Angel

2

"Via dalla mia casa!" urlai spaventata e poco dopo cominciai a lanciare oggetti alla figura che avevo di fronte.
Ero impaurita, poteva essere un ladro o uno sporco essere che avrebbe voluto farmi del male.

Più lanciavo oggetti, più vedevo che quest'ultimi non servivano a molto in quanto sembrano attraversarlo, come se fosse fatto di aria.
Non potevo credere ai miei occhi: era davvero un essere sovrannaturale?
No. Non poteva essere. Ero pazza, ero sicuramente pazza, troppo debole e la mia mente mi stava facendo brutti scherzi.

"Krystal... io sono reale" Fece un passo avanti, era calmo, rilassato, sorridente, ma io non riuscivo a stare tranquilla, ero nervosa e il cuore batteva fortissimo.

Fu così che scappai, scappai via di casa, con le lacrime agli occhi e mi chiedevo cosa mi stesse succedendo, cosa stesse accadendo nella mia vita, perché stavo provando tutto ciò e perché avevo quelle visioni, forse ero pronta a morire, forse era sceso in terra per portarmi nel regno dei morti...
Ansimavo pesantemente, quando caddi al centro della strada: singhiozzavo rumorosamente, domandavo aiuto, ma i passanti non si curavano delle mie condizioni.
Il forte rumore di un clacson mi fece alzare il capo dal freddo e rigido suolo: una macchina si stava velocemente per scontrare contro di me, strinsi gli occhi istintivamente quando all'improvviso non sentii più nulla. Nessun rumore, nessun dolore, nessun brivido.

Aprii lentamente gli occhi... intorno a me c'era solo neve, era tutto bianco, il cielo era limpido e il gelo sembrava non esistere più: nonostante mi trovassi all'aperto, in pieno inverno, mi sentivo calda, come se qualcuno mi stesse abbracciando, come se una coperta mi stesse riparando dal freddo. A quel punto mi accigliai. Non era umanamente possibile non provare nessuna sensazione se non calore, sulla neve poi. Era tutto troppo strano. Girai piano il capo e mi accorsi di trovarmi tra le braccia di qualcuno. Erano braccia forti e possenti, mi mettevano sicurezza. Alzai la testa e incontrai gli occhi blu mare di un ragazzo. Erano dannatamente belli, profondi, lucenti, mi incantavano, tant'è che rimasi a bocca aperta, scrutando ogni particolare di quello sguardo. Poi mi concentrai su tutto il viso: aveva una pelle pallida, delle labbra rosee e carnose, tutto incorniciato da capelli neri un po' arruffati, corti, con un ciuffo simpatico che gli sfiorava la fronte. Non avevo mai visto una persona così bella, così affascinante, dall'aspetto puro. Sembrava quasi... una visione Angelica.

"Stai bene?" sorrise dolcemente.

"Chi sei?" chiesi sussurrando.

"Sono sempre io, il tuo Angelo"ridacchiò in modo gentile.

A quelle parole sgranai gli occhi, era ancora lui, era ancora lì. Voleva farmi qualcosa, voleva approfittare di me forse, derubarmi, non credevo nemmeno un po' alla sua versione da Angelo Custode. Quelle cose non esistevano, non sono mai esistite.
Ma se fosse stato davvero un approfittatore, perché mai mi sentivo così al sicuro con lui?

Ma decisi di arrendermi, ormai. Mi teneva stretta al suo petto, che senso aveva cercare di dimenarmi? Mi teneva in trappola e non potevo scappare. Se avesse voluto farmi qualcosa, non avrei avuto scampo, non era utile sforzarmi di scappare.

"Sei il mio Angelo o vuoi farmi del male?"chiesi con voce debole.

"Non voglio farti del male, Krystal. Sono davvero il tuo..."

"E allora sei qui per portarmi nell'altro Mondo?" interruppi le sue parole.

Più pensavo a quello che avevo appena detto, più mi sentivo stupida. Credere agli Angeli, credere ad un perfetto sconosciuto, che senso aveva?
Ma niente era più sensato, nella mia vita.

"Signorina, che ci fa a terra da sola?" una donna, visibilmente preoccupata, si precipitò accanto a me, inginocchiandosi davanti al mio corpo.
La guardai aggrottando la fronte, ero confusa: come faceva a dire che ero da sola se c'era quel ragazzo con me? Mi teneva proprio con sé, tra le sue braccia, era impossibile non notarlo.

"S...signora... io... io non"

"Nessuno ti ha soccorsa, povera ragazza! Sei svenuta? Ti sarai svegliata da poco, se vuoi ti accompagno a casa!"

Istintivamente volsi il mio sguardo al ragazzo accanto a me, con un'espressione a dir poco sconvolta ed interrogativa. Io lo vedevo, lo vedevo benissimo, ma la donna appena arrivata non riusciva.

"Puoi vedermi solo tu" disse, facendomi sussultare. Rispose alla domanda che mi stavo ripetutamente facendo nella mia testa, come se glie l'avessi posta.

Tirai un sospiro profondo e mi alzai da sola, non volevo scoppiare in una crisi di panico davanti ad una sconosciuta. Mi limitai a fingere di stare bene.

"Grazie, signora, sto bene. Vivo qui di fronte...non si preoccupi" mi sforzai di sorridere, ma alle mie affermazioni la donna sospirò sollevata.

Si allontanò poco dopo e io mi incamminai verso casa, cercando di ignorare l'essere-ormai indefinito- alle mie spalle. Non era reale, non poteva essere, non poteva davvero accadermi una cosa del genere. Era sicuramente una visione, qualcuno forse a pranzo a scuola mi aveva messo qualche farmaco nel cibo, era tutto frutto della mia testa, come un amico immaginario, come un miraggio, avevo appena avuto la conferma di vederlo solo io, questo mi faceva capire che era la mia mente ad avere qualche problema e che paradiso, inferno, angeli e robe paranormali non esistevano e non sarebbero mai esistite.
Sull'uscio del portone di casa, sentii la mia spalla essere toccata delicatamente, mi girai di scatto:

"Lasciami stare, vattene via, non voglio vederti mai più! Non credo alle stronzate degli Angeli, non credo a nulla. Voglio solo dormire e riposare e tu scomparirai!" sbraitai.

Ero estremamente nervosa e provata, volevo solo dimenticarmi tutto e fare finta di non averlo mai visto, sebbene mi avesse salvata, sebbene mi mettesse sicurezza, volevo che scomparisse, perché non era vero, non era niente vero.

Sbattei la porta e mi appoggiai al muro. Respirai profondamente e, fortunatamente, quell'essere non mi aveva seguita dentro casa. Mi affrettai a salire le scale e sistemarmi nel mio letto. Mi stesi, guardai il soffitto e cominciai a pensare a tutto quello che era successo quel giorno. Pensavo continuamente alla bellezza di quel ragazzo, pensavo al modo in cui mi sentivo sicura, il modo in cui quel calore mi travolgeva e capii di non essermi mai sentita così bene in vita mia, come in quei secondi.
Mi girai sul fianco e continuai a pensarlo.

"Quasi quasi mi manca già..."sorrisi nervosamente, poi scossi la testa a quelle parole, erano stupide, non poteva mancarmi qualcosa di inesistente.

Chiusi lentamente gli occhi e, successivamente, caddi in un sonno profondo.

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⏰ Last updated: Apr 02, 2021 ⏰

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