Parte 1- Pensiero sull'assimilazione dell'informazione - Introduzione

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Quando mi trovai in Sardegna, a seguito del mio ricovero in ospedale, scrissi qualcosa relativo all'informazione (più precisamente riguardo a come questa possa interagire con la mente umana). Oggi mi ritrovo qui a riprendere l'argomento, lasciato ovviamente incompiuto, per dire che era accampato in aria; infatti il discorso percorreva tratti prevalentemente logici e cercava di esprimere in senso umano come possa l'uomo crescere ed imparare. Esistono un numero spropositato di persone più competenti di me, soprattutto più affidabili in quanto ricercatori; la descrizione che feci era di indole deduttiva ma senza prove se non la mia testa. Le capacità espressive erano alquanto scadenti, l'incomprensione e la ripetitività di parole, e in certi di casi di interi argomenti, banalizzava tutto e trasformava lo scritto in un qualcosa di informe e inconsistente. Vorrei ora riprovare ad esprimere nuovamente il contenuto sintetizzando e motivando principalmente, in quanto la motivazione è una mancanza costante in ogni mio scritto, ma l'accettazione la richiede.

Alla base dell'argomentazione si pone il concetto che si possa ridurre l'informazione a dati fondamentali. L'esistenza della comprensione umana, in grado di interpretare cio' che la società di appartenenza cerca di comunicargli, non persiste per tutto l'intervallo di una vita; alla nascita un individuo si trova in uno stato di coscienza naturale, ed essendo la componente umana per definizione non naturale non sarà presente (in quanto di origine sociale, dipendente da essa e dalle epoche). E' un dato di fatto che un bambino impari a camminare, a parlare e, soprattutto, a pensare; la domanda che mi posi allora fu la seguente: "quanto potrà mai essere umano un cervello che per natura non ragiona e non comprende la società?". Certamente qualcuno potrebbe dire che la mente umana cresce, giustamente, e che all'inizio parte in uno stato di informazione primitiva, che si rende fondamenta per cio' che seguirà. Cio' non è propriamente sbagliato, e anche lo fosse io al momento non potrei dimostrarlo, tuttavia vorrei ragionare prima sull'informazione e, percorrendo a ritroso, provare spiegare perché, secondo il mio parere, la mente umana e la ragione non siano niente di meno che un frutto sociale.

Quando si fa riferimento a componente umana, si intende quella porzione del nostro pensiero che tiene conto della società evoluta, della lingua, delle tradizioni; essa è la parte definita come senziente.

Il saggio della mia confusioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora