3.Occhi diversi

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"It's happening again
Well, I don't give a fuck about your friends
I'm right here, here
Oh, baby take a look around
I'm the only one that hasn't walked out
I'm right here, here"


(SCENE SPINTE IN QUESTO CAPITOLO, VI AVVISO QUANDO INIZIANO E QUANDO FINISCONO!!!)


Dylan gira in un vialetto privato con recinzioni bianche, infondo alla via si intravede una casa bianca gigante contornata da grandi alberi.

Mi porto un'unghia alla bocca e inizio a mordicchiarla dall'ansia.

Che cosa stai facendo?

Inizio a sentirmi in colpa, ho baciato il ragazzo che mi ha abbandonata a me stessa, dimenticandomi che ho una famiglia che mi aspetta a casa.

Di sicuro Maya ti sta aspettando sul divano per vedere la tv.

Qualcuno faccia stare zitta questa voce.

Parcheggia la macchina davanti la casa e mi guarda sorridendo, le sue mani che sono posate sul volante tremano leggermente, mi slaccio la cintura e gli sorrido a mia volta.

"Andiamo" sussurra lui, forse più a se stesso, ed esce dalla macchina venendo dalla mia parte e aprendomi la portiera.

Sei ancora in tempo per chiamare una macchina ed andartene da tuo marito e dai tuoi figli.

Questa cazzo di vocina, qualcuno la faccia tacere.

Mi guardo intorno come spaesata e Dylan mi prende per mano, accompagnandomi dentro casa.

Apre la porta frettolosamente e mi guarda prima di entrare, un odore di lavanda mi inebria le narici facendomi quasi girare la testa.

Il suo profumo è ovunque.

Entro completamente dentro casa e mi chiudo la porta dietro le spalle. Avanzo nel corridoio guardando la casa a trecentosessanta gradi.

I pavimenti di marmo bianco con sfumature grigiastre, le pareti bianche che si alternano con pareti nere. Finito il primo corridoio si sfocia in una specie di saletta, si trova un tavolo con delle rose bianche al centro, dietro al tavolo si trova una rampa di scale, mi avvicino ad essa e guardo in alto, saranno tre piani di casa se non quattro. Passo un dito sul tavolo e mi giro verso Dylan, che mi guarda attento e gioca con le sue mani.

"Sembri esserti sistemato bene..." gli dico entrando in un'altro corridoio, guardo le pareti bianche e trovo delle foto in bianco e nero, lui mi segue attentamente, sfioro le foto con le dita.

"Sei tu nelle foto" mi sussurra lui con voce roca mettendosi dietro di me.

"Come le hai avute? Era uno stupido shooting di quando volevo fare la modella" 

"Come le hai avute? Era uno stupido shooting di quando volevo fare la modella" 

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𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓𝐀𝐑𝐘, Stiles StilinskiWhere stories live. Discover now