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«Ehy cantante, svegliati- sussurra la fata vestita d'azzurro mentre muove le sue ali con destrezza -altrimenti ti faccio cadere dal divano.» Immobile la osservo mentre lei si allontana da me.

Appare vicino a lei Robert, la sua gamba porta ancora il gesso, ma cosa più strana, il suo terzo dito della mano è nelle stesse condizioni della sua gamba, e la sua testa è tagliata a metà. Riconosco nella frattura della sua testa il cuscino che mi ha buttato contro. Inizio a ridere alla visione di un cuscino conficcato nella sua testa, ma quando si avvicina a me inizio ad impaurirmi. A solo qualche centrimetro dal mio viso grida spalanacando la bocca.

Urlo spaventata, i miei occhi si aprono di colpo, e ancora terrorrizzata mi alzo di soprassalto.

Ma la mia testa si scotra con qualcosa dannatamente duro. Chiudo gli occhi e mi stendo di nuovo. Porto una mano sulla fronte massaggiandomi il punto colpito, iniziando a lamentarmi. Fa davvero tanto male!

«Io non ce la faccio più. Mi stai uccidendo giorno dopo giorno.»
Una voce fastidiosa si ripete nella mia testa. È la voce di Robert, come non riconoscerla...

È già una tortura averlo affianco ogni giorno, adesso sono arrivata al punto da sognarlo e sentirlo persino da sveglia.

È un incubo questo uomo, un vero e proprio disastro morale.
Ho bisogno di una tazza di latte caldo, una colazione abbondante che mi faccia venir voglia di tornare in quella cosa e accudire tre bambini.

Apro gli occhi pronta ad andare in bagno.
Anzi, prima di andare in bagno dovrei mettere del ghiaccio sulla fronte perché provo un dolore fortissimo.

Il lampadario al centro della parete mi stupisce. Da quando abbiamo un lampadario così grande e raffinato in camera? E da quando il mio letto è così scomodo?

Guardo alla mia destra e la prima cosa che i miei occhi trovano è la figura di Robert, seduto sulla sedia a ruote, mentre tiene una mano sulla fronte.

Allora non era un sogno, era un incubo reale?

«Perché sono qui?» chiedo, rivolgendomi più a me stessa che a lui. La voce roca esce dalla mia bocca, talmente bassa che mi chiedo se davvero mi abbia sentita.

«Per rovinare la mia vita. Per uccidermi.»

Fatico a capire o a seguire la logica della sua risposta.

«Spiegami il perché, spiegami perché! Ti svegli già con la voglia di uccidermi?»

Riesco a mettermi seduta, insonnolita e dolorante come non mai.

Un plaid scivola dal mio corpo.

Stordita cerco di rammentare perché sono sul divano a casa dei signori Downey, ma a distrarmi costantemente sono i commenti che Robert continua a fare, lamentandosi per qualcosa che non so.

«Puoi smetterla di gridare per favore? Non capisco cosa succede.»
Sbraito, mettendo fine al suo flusso di parole continuo.

«Succede che tu non hai accettato di lavorare qui per guardare i miei bambini, ma per rovinare la mia vita.»

Non lo sopporto.
Questo maledetto vizio che ha di non rispondere mai alle mie domande lo rende insopportabile.

Nei miei 24 anni trascorsi finora non ho mai conosciuto una persona così testarda.

Mio fratello Tommaso, il suo carattere si avvicina a quello di Robert. Disprezzante, menefreghista e antipatico.
Ma il più grande lo supera di gran lunga.

Mi sono addormentata sul divano dopo l'invito di di Robert. Questa è lultima cosa che ricordo.
Talmente stanca da non accorgermi del ritorno di sua moglie.

A Beautiful Disaster - Robert Downey Jr.Where stories live. Discover now