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<Tesoro, è mezzogiorno, è ora di pranzare> dice mia madre scuotendomi leggermente. Apro piano gli occhi, poi mi stiracchio e le auguro il buon giorno. Lei solleva le tapparelle, facendo entrare il sole nella mia stanza, poi apre la finestra. <Preparati in fretta che abbiamo ospiti> dice, facendomi l'occhiolino. Ancora immersa nel sonno, prendo un maglioncino azzurro, un paio di jeans e calze per poi chiudermi in bagno a lavarmi. Dopo mezz'ora son fuori, vestita di tutto punto. Entro nel salotto dove tutta la mia famiglia è riunita. Con Lauro. Sgrano gli occhi sorpresa e un po' imbarazzata: è decisamente troppo presto. Il ragazzo si alza dal divano e mi viene incontro: ha una camicia bianca, dei jeans neri e degli scarponcini, i capelli biondi con la ricrescita pettinati perfettamente. Mi abbraccia, per poi staccarsi e sussurrarmi:<È roba di lavoro> mormora, facendomi sospirare di sollievo. Gli dò un bacio sulla guancia, per poi staccarmi e augurare il buon giorno al resto della famiglia, sedendomi accanto a Lauro e mia sorella Marta. La mia famiglia lo riempie di domande, poi passa a me: gli esami, le lezioni, i crediti e le scadenze, poi nel momento meno opportuno le tasse. <Noi non vogliamo più pagartele> inizia mia madre. <Sai che non siamo mai stati d'accordo con il tuo percorso> continua mio padre. Marta mi stringe la mano, che scosto. <Ne parleremo in un altro momento> dico, quasi isterica. Lauro ci guarda confusi, anche imbarazzato. Loro annuiscono, poi ci spostiamo in cucina a pranzare allegramente, come se nulla fosse. Lauro non dice nulla, mangia ma in imbarazzo. Appena finisce il pranzo, viene rapito da mio padre mentre mia sorella mi prega di portarla al centro commerciale. Annuisco molto volentieri. Prendiamo la macchina e spariamo.
***
La sera, a cena, non fanno altro che coprire Lauro di complimenti. <Mi ha portato una canzone bellissima, sta cambiando anche genere, oltre che stile di vita. Sono sorpreso è molto contento> commenta, tagliando la sua fettina. Pinzo contro voglia l'insalata, aspetto che gli altri finiscono poi vado in camera mia. I miei mi bloccano e ribadiscono delle tasse universitarie. <Me la pagherò da sola, domani mi cerco un lavoro>. Si guardano e ridono. Io, zitta, mi chiudo in camera e preparo uno zaino. Alle sei del mattino, sono sotto casa della mia migliore amica e del suo ragazzo.

Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant