"Piccolo albero fiducioso"

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"Ogni bambino è un'artista. Il problema è poi come rimanere un'artista quando si cresce."

(Pablo Picasso)


Vi consiglio di leggere la parte del capitolo riguardante l'esercizio artistico con con questo sottofondo musicale.


La sveglia delle 6.30 suonò decisamente troppo presto quella mattina per Non.

Al ragazzo, sembrava di essersi addormentato solo qualche istante prima e, molto probabilmente, era andata proprio così. Aveva passato gran parte della notte a rimuginare senza pace su quello che era avvenuto la sera precedente con P' Chad.

Quella carezza, quelle parole sussurrate e quel calore irradiato dalla testa del P' appoggiata per un tempo incalcolabile sulla sua spalla, per non parlare di quelle parole così criptiche pronunciate dal ragazzo una volta intrecciate le dita con le sue.

I due ragazzi erano rimasti fermi in silenzio cullati solo dal suono die loro respiri sincronizzati. Poi, Chad aveva ritratto il capo lasciando in Non una sensazione di abbandono incolmabile. Il più grande, mantenendo il silenzio, aveva accompagnato il Nong davanti all'ingresso della sua camerata continuando a tenerlo legato a sé con quella stretta di mano salda e delicata allo stesso tempo.

Poi, non appena raggiunto l'ingresso della stanza, lo sguardo del P' era mutato regalando al piccolo un'espressione mista fra dolcezza e malizia.

"Buona notte" gli aveva augurato Chad con un sorriso "Cerca di tenere quella mano a riposo almeno per questa nottata" aveva concluso ammiccando sensualmente in direzione del polso fasciato del piccolo per poi lasciarlo lì, rosso in volto, con lo sguardo basso e l'animo in subbuglio.

Quando Non si era coricato, desideroso di rilassarsi ed addormentarsi, tutte le sensazioni della giornata, ed il pensiero costante di quella lingua sulle sue labbra gli avevano tolto il sonno.

"Sveglia, sveglia pigroni" Urlò divertito Kiet con l'intento di destare quei dormiglioni.
"Così imparare a bere oltre il vostro limite" continuò battendo le mani e provocando un brusio lamentoso generale.

"Anche tu mio piccolo Nong del cuore. Su dai alza quelle tue meravigliose chiappe dal materasso, basta borbottare" esclamò sorridendo in direzione di Non.

Kiet si era accorto che il Nong non era in camera al suo rientro e, visto che anche un'altra persona di sua conoscenza quella notte si sarebbe concessa di fare le ore piccole, non se ne era preoccupato più di tanto.

Cosa quei due avessero combinato non era certo affar suo ma, dai borbottii notturni del più piccolo, che parlando nel sonno aveva ripetuto almeno un quattro o cinque volte il nome di Chad, immaginava che fra loro gli screzi si fossero per lo meno sedati.

"Maledetta sveglia" si lamentò il Nong alzandosi e trascinandosi con gli occhi gonfi di sonno sotto la doccia.

Una volta spogliatosi, allentò la fasciatura constatando, con una certa sorpresa, che il dolore era decisamente diminuito. Mosse il polso flettendolo un paio di volte e, quando l'acqua calda della doccia ebbe iniziato a colpirgli dolcemente la pelle, non potette fare a meno di pensare alle parole di P' Chad riguardanti il suo utilizzo.

NONWhere stories live. Discover now