Capitolo 2 ()

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Jack, 17 anni alle spalle dei quali 12 passati a lavorare nei boschi, aprì gli occhi lentamente. Quello sarebbe stato il giorno della mietitura e soltanto Dio sapeva cosa gli avrebbe riservato il destino. Sarebbe stato scelto? L'avrebbe scampata come sempre?

Aveva paura.

Non ne provava mai, neanche di fronte ad un orso, evento non raro nel distretto 7, il distretto dei boschi.

Eppure aveva paura.

Non aveva paura per se stesso, aveva paura per suo padre, che dopo un incontro ravvicinato con uno dei già citati orsi aveva perso una gamba e l'uso di un occhio, perciò non poteva portare avanti la loro attività.

Gli Stevenson commerciavano legname, direttamente tagliato da loro, e vivevano in una capanna dispersa nei boschi, lontano dagli occhiatacce dei paesani. Jack era nato da una coppia non sposata, lei era ancora in età da mietitura e suo padre non la prese bene. Permise alla figlia di tenere il bambino, a patto di non vedere mai più figlia e nipote. La ragazza scappò con il neonato in braccio e fu arrestata e giustiziata dai pacificatori tempo dopo per prostituzione. Il padre del bambino venne rintracciato e messo al corrente dei fatti. Chiamó il figlio Jack, in onore della compagna, Jackie. Da allora gli abitanti del paese del nonno materno di Jack si facevano vedere soltanto per l'annuale scorta di legname, ma ai due stava bene così. Jack si era svegliato al solito orario, per andare a tagliare un po' di legna e aspettare qualche cliente. Quando però scese in cucina per fare una rapida colazione trovò il padre che fissava il fuoco, che bruciava allegro e ignaro dell'importanza di quel giorno per i giovani di Panem.

《Che ci fai qui papà? Devi riposare e lo sai》

《Come faccio a riposare con il pensiero che oggi potrei perdere anche te?》.

I suoi occhi lucidi risplendevano alla luce del fuoco. Il rosso vivo delle fiamme si rispecchiava nei suoi occhi, fondendosi al loro verde scuro, creando una danza di colori che calmava l'anima e la rattristava nello stesso momento. Aveva gli stessi occhi del figlio.

Jack non aggiunse altro e se ne andò per i boschi, a dare loro il buongiorno come si fa con i vecchi amici.

Quello sarebbe potuto essere un addio.

Quando le lancette dell'orologio di Jack raggiunsero l'una e un quarto, si avviò verso casa per prepararsi. Gli Stevenson incontravano i paesani soltanto in due occasioni all'anno: una era per la scorta di legname, l'altra era la mietitura.

Dopo essersi lavato e asciugato con cura, Jack indossò una camicia blu scuro e un paio di jeans ancora più scuri. Decise all'ultimo minuto di radersi la barba, da poco spuntata. A guardarlo, mostrava almeno tre anni in più rispetto alla sua età, ma si sa, la vita dura tempra.

Salirono sul vecchio pick-up di suo padre e si avviarono in paese per la mietitura.

Alle due in punto Jack si era già registrato e diretto nel settore dei maschi diciassettenni. Una tipetta strana, anche se non abbastanza per i canoni di Capitol, ticchettò sul palco con i suoi tacchi vertiginosi. Indossava una camicetta gialla piena di fiori luccicanti e dei pantaloni blu scuro monocolore a vita alta. I lunghissimi capelli color mogano erano stati intrecciati con gli stessi fiorellini della camicetta e il viso era stato truccato pesantemente. Jack pensò che la ragazza sarebbe stata molto carina senza tutti i fronzoli che indossava.

La ragazza iniziò a parlare e sorprendemente la sua voce era 'normale', non era né acuta come quella dei capitolini né aveva il loro strano accento.

《Tranquillo papà ce la farò》 disse poco convinto il giovane 《...ce l'ho sempre fatta》 concluse con un filo di voce. Due sole ore erano passate da quando la tipa di Capitol aveva pronunciato allegramente il suo nome. Come se non lo stesse veramente mandando in un'arena dove 23 persone lo volevano morto. Lui e una certa Sue Lancaster erano i prescelti. Si sciolse dall'abbraccio pieno di tristezza, affetto e cose mai dette del padre per buttarsi tra le braccia di Capitol e le sue usanze.

"La festa é iniziata. Ora si balla".

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