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ERANO FUORI PERICOLO SI, ma la situazione era ancora critica, anche se non per loro.

Beh, più o meno.

Sapere che Akisame era su un lettino d'ospedale, distesa dopo essere stata internata subito e sentire i dottori che continuavano a elencare ferite su ferite parlando di lei senza poterla vedere era un colpo al cuore abbastanza critico per tutti, con l'ansia dell'aspettare che li divorava lentamente.

Mentre dall'altra parte c'era la tv nella sala d'attesa piena di persone, che non faceva altro che aggiungere colpi mostrando ciò che stava succedendo sul posto dove si trovavano pochi secondi fa i adesso sette ragazzi, e a guardare come il loro idolo stava mostrando il proprio vero aspetto al mondo dopo essere quasi stato steso dal villain era un pugno dopo l'altro verso i due ragazzi cresciuti insieme, che si confondevano tra la folla.

Proprio approfittando di quella folla Midoriya scoppiò a piangere appena sentite le parole dell'eroe adesso non più numero uno.

<<Il prossimo sei tu>>

Molti potevano pensare che fosse indirizzato verso i villain, come una minaccia pubblica verso i disturbatori della quiete della città, ma Midoriya sapeva che in verità era un incarico, una frase personale rivolta a lui dove All Might gli affidava il peso di One For All una volta per tutte, e stavolta pienamente.

E avrebbe davvero voluto avere Akisame al suo fianco per comfortarlo con uno dei suoi abbracci e prenderlo in giro come eroe prescelto per sollevargli un pò del carico che adesso gli pesava sulle spalle con il suo umorismo al momento giusto.

Ma no, vicino a lui c'erano solo sconosciuti, delle mura di un ospedale, un paio di compagni sparsi per la stanza e Bakugo, che aveva notato il suo stato d'animo ma lui non era Akisame, lui non abbracciava, o scherzava, o aveva intenzione di pensare a confortare Midoriya, lui pensava a come si era ritrovato in mezzo a questa situazione, e a come poteva uscirne del tutto tirando via Niji con se...e mentre i pensieri di tutti i suoi compagni erano smezzati tra All Might e lei, Akisame nella stanza infondo al corridoio si stava spegnendo, allarmando i dottori con i suoi parametri vitali troppo bassi.

Allenamenti intensi sotto il sole per due giorni interi.

Poco cibo al corpo.

Temperatura tremendamente bassa.

Colpi incassati eccessivamente dal villain muscle, aggiungendo poi anche gli altri nella battaglia finale, che avevano causato un bel pò di costole incrinate e commozione cerebrali, insieme alla più recente che era la bruciatura fatta da Dabi.

L'uso eccessivo dei suoi poteri.

E infine, i bracciali e l'elemento ancora sconosciuto che aveva prosciugato l'ultima goccia di energia che c'era in lei, aveva combattuto troppo, voleva davvero, davvero lasciarsi andare finalmente e riposare, anche se sarebbe significato per l'eternità.

Però no, non glielo avrebbe lasciato fare, chi? Tutti, tutti i ragazzi che appena sentirono i dottori e le infermiere correre verso la stanza preoccupati e confusi dalle condizioni della ragazza ai precipitarono dietro di loro arrivando da Akisame.

La stavano rianimando, davanti ai loro occhi c'era un'intera troupe di dottori che si stava disperando per riportare in vita il corpo così malridotto della giovane ragazza, ma appena il cuore ricominciava a battere, quel battito si rinfievoliva e celava di nuovo, confondendo ancora di più i dottori.

<<I BRACCIALI! TOGLIETELE I BRACCIALI ADESSO>> i ragazzi della 1-A non capivano, ma Bakugo si, infatti si scagliò subito verso la ragazza urlando seguito da Shoto, che non aveva esitato nemmeno un secondo e per toccare entrambi i bracciali, congelandoli e riducendoli a pezzettini come se fossero un vaso spaccato sotto i loro occhi.

L'apparecchio del segnale cardiaco ricominciò a fare quel rumore tanto fastidioso quanto monotono, ma adesso non era altro che musica per le orecchie di tutti i presenti nella stanza che si lasciarono finalmente respirare, avevano tutti vissuto attimi di terrore con il cuore in gola in quel silenzio assordante che adesso era riempito dai bip del cuore di Akisame.

Era stata una giornata troppo dura per una ragazzina così giovane, erano tutti ancora troppo giovani per tutto questo, la gente se lo dimenticata troppo spesso.

Ma adesso, con i parametri vitali di Akisame che salivano, anche la speranza dei ragazzi cresceva e Bakugo si sedette sulla sedia accanto al lettino, entrambe le mani in un pugno su cui poi appoggiò la fronte mentre i gomiti erano sulle ginocchia.

Era davvero troppo.

𝙎𝘼𝙑𝙀³ || 𝖻𝖺𝗄𝗎𝗀𝗈 𝗄𝖺𝗍𝗌𝗎𝗄𝗂Where stories live. Discover now