Capitolo 8

25 4 4
                                    

Quella sera stessa, dopo tutte le lezioni, era andata nell'ufficio del signor Howard. La porta era chiusa a chiave e Lena riuscì ad aprirla. Ringraziò mentalmente Joseph per averle insegnato ad aprire ogni tipo di serratura.

L'ufficio era immacolato come la prima volta che c'era stata. Era tutto in ordine e allineato sulla scrivania.

Lena si sedette sulla sedia del signor Howard e si sentì a disagio. Sentiva la sua presenza nonostante fosse fuori città. Iniziò a frugare nei cassetti riposizionando tutto così come lo aveva trovato.

C'erano fascicoli di società di cui Lena aveva già letto i nomi la sera prima quando investigava. Non trovò nulla di interessante in quei faldoni. Cercò in tutto l'ufficio per un'ora abbondante senza riuscire a trovare qualcosa di losco.

Nora le aveva detto che avevano molteplici attività, alcune erano molto famose ed altre invece erano passate in osservate tanto che alcuni non sapevano che fossero loro. Chissà se significava che molto erano illegali.

Doveva esserci un posto dove avevano altri faldoni, un archivio. Lena uscì dall'ufficio attenta a non farsi vedere.

Riuscì a sgattaiolare via da quel corridoio e iniziò a salire le scale quando sentì: «Non eri andata a dormire?» Lena si immobilizzò per qualche secondo con il cuore che le andava a mille. Almeno non era stata beccata nell'ufficio.

James se ne stava affacciato in cima alla rampa delle scale che la guardava.

«Sì, ma non riuscivo a dormire...» mentì Lena senza guardarlo. Entrambi sapevano che lei non sapeva dire le bugie e sperò che non si accorgesse di quella.

«Dove sei andata?»

Lena continuava a salire le scale senza guardarlo. «Ho camminato un po'» era più facile mentire se non doveva guardare il suo interlocutore negli occhi.

Arrivò da lui e gli bisbigliò una buonanotte poco convinta e James le si piazzò davanti. Lena fu costretta ad alzare lo sguardo. Sperò con tutto il cuore che lui non facesse altre domande, così sarebbe stato impossibile trovare una bugia adatta.

Il corridoio era poco illuminato e il viso di James era in penombra e questo gli conferiva un'aria misteriosa e dannatamente sexy. Lena si chiese perché continuava ad essere attratta da ragazzi belli e stronzi. Un tuono fortissimo la riportò alla realtà, di nuovo si sorprese a mordersi il labbro inferiore.La paura di essere stata beccatta con le mani nel sacco era stata sostituita da quella dei tuoni.

Sussultò spaventata al secondo tuono che fece tremare le finestre.

«Hai paura dei tuoni?» chiese James con entrambe le sopracciglia alzate.

«No, mi fanno solo venire la pelle d'oca» tagliò corto Lena. «Senti, non dobbiamo per forza fare conversazione. Tu mi addestri e io eseguo i tuoi ordini. Fine.» Voleva andarsene, per quanto James le piacesse la metteva a disagio.

«Sono d'accordo, ma c'è un piccolo problema» ammise James.

Lena lo guardò aspettando che continuasse e un altro tuono ruppe il silenzio. Le luci del corridoio tremarono e Lena distolse lo sguardo da James per posarlo spaventa sulle statue a mezzi busti. I lampi le illuminavano creando delle ombre lunghe sulla parte. A Lena sembravano dei fantasmi.

James dimenticò cosa stava dicendo. Si perse nello sguardo di Lena, sembrava spaventata e gli venne da ridere.

«Mi sembra che tu abbia paura» disse James ridendo.

Lena avrebbe voluto picchiarlo... sa avesse saputo come fare senza rischiare di essere messa al tappeto dopo due secondi. Cercò di superarlo per tornare nella sua stanza, ma lui l'afferrò dal braccio e la costrinse a fermarsi.

«Cerca di dormire, domani avrai una giornata faticosa. Ti consiglio di riposare il più possibile senza fare passeggiate notturne» disse e le lasciò andare il braccio.

Il Segreto Degli HowardWhere stories live. Discover now