Capitolo 23 - Indizi al chiaro di luna

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Nel pomeriggio la situazione non migliorò per niente. Passai un sacco di tempo a piangermi addosso, ripensando a tutti gli eventi recenti e chiedendomi se in qualche modo fosse solo colpa mia.

Alla fine incontrai James, e potevo già percepire il suo te l'avevo detto mentre spiegavo perché era sola. Lui riuscì a non dirlo e a mostrarmi empatia, ed io lo apprezzai. A lui Marcus non stava simpatico, ma almeno lui era abbastanza maturo da non farne una questione di stato. Un attimo, ho appena detto che James era maturo? Ok, forse non era maturità, più una sorta di comprensione. Pensava che Marcus avrebbe fatto la fine di Mackenzie, come minimo. Beh, su questo aveva torto, ma andava bene così.

"Vuoi andare da Streghesprint?" James chiese mentre passeggiavamo.

"Sembra un po' pieno..." Guardai il negozio di articoli sportivi, che sembrava più pieno del normale.

"Oh, sì, ha senso." James indicò un volantino attaccato ad un muro. Sponsor ufficiale della Nazionale di Quidditch del Galles. "Ecco la novità. Tutti vorranno un poster o roba simile. Sai, la Coppa del Mondo è l'anno prossimo, e stavolta il Galles ha buone possibilità."

Non ne sapevo nulla, ma sorrisi e annuii in ogni caso. "Ma certo. Allora evitiamo."

"Già. Se vuoi un poster, sono certo che mamma può procurartelo."

"Sto bene così," dissi, facendo spallucce.

"Vuoi andare alla Fabbrica della Pluffa allora?" James disse, indicando un negozio in fondo alla strada che non avevo mai visitato. "Non è altrettanto famoso, ma sono certo che abbia roba buona. Non ci sono mai stato, comunque."

Ci incamminammo, spaventando un gruppo di uccelli che si era posato sul marciapiede. Mentre volavano per appoggiarsi sui tetti attorno a noi, James aprì la porta della Fabbrica della Pluffa, facendo suonare un campanello, e facendomi entrare.

Dire che la Fabbrica della Pluffa non era famoso come Streghesprint era come dire che MySpace non era famoso come Facebook. Non c'era un'anima, e francamente dubitavo che qualcuno fosse mai venuto. Le scope più vecchie erano piene di ragnatele. Un Boccino a piede libero mi volò davanti, provando ad uscire. James chiuse subito la porta e sbatté il Boccino da un'altra parte. A parte un impiegato dall'aria annoiata, James ed io eravamo gli unici presenti.

"Benvenuti alla Fabbrica della Pluffa," disse l'impiegata con voce monotona, senza alzare gli occhi dal suo Settimanale delle Streghe. "Come posso aiutarvi?"

"Diamo solo un'occhiata, grazie," dissi, osservando gli scaffali semi-vuoti.

"Non ci vorrà molto," James aggiunse sottovoce.

"La scopa migliore qui è una Nimbus 4000," sussurrai, indicando una teca impolverata. Sotto c'era appeso un volantino promozionale che mostrava la scopa ormai vecchia di dieci anni, tenuta nella teca. Dentro era immacolata, a dimostrazione del fatto che non veniva aperta da quando la scopa ci era stata messa dentro

"Wow. E io che pensavo che la mia scopa fosse vecchia." James scosse la testa. "Scommetto che hanno ancora i poster della Coppa del Mondo del 2014."

Proprio in quel momento il campanello suonò di nuovo, e due persone si precipitarono dentro. Wren ed Albus, chissà perché. Avrei pensato che Albus avrebbe fatto di tutto per evitarmi. Tuttavia, sembrarono non accorgersi minimamente di James e me, e nemmeno del negozio in cui erano entrati. In un secondo capii che tutto questo stava accadendo perché Wren era sull'orlo di un attacco di panico.

"Wren, calmai," Albus stava dicendo, mettendole un braccio attorno alle spalle mentre lei tremava. "Cosa c'è? Cos'è successo?"

"Quell'uccello, era mio padre, so che è lui; ci stava osservando, Albus; non posso-"

Champions - Star of Gryffindor libro 4 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora