𝐼𝑐𝛼𝑟𝜇𝑠 𝐹𝛼𝑙𝑙𝑠

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Nome

Icarus


Nella mitologia greca Icaro (in greco antico: Ἴκαρος; in latino: Icarus; in etrusco: Vicare) era figlio dell'inventore Dedalo e di Naucrate, una schiava di Minosse.


Historia ex Nomine

Nell'isola di Creta il re Minosse aveva chiesto a Dedalo di costruire il labirinto per il Minotauro.
Avendolo costruito, e quindi conoscendone la struttura, a Dedalo e suo figlio fu preclusa ogni via di fuga da Creta da parte di Minosse, poiché temeva che ne fossero svelati i segreti e vennero rinchiusi nel labirinto.
Apollodoro di Atene,però sosteneva invece che Dedalo fosse stato rinchiuso nel labirinto perché Minosse lo riteneva responsabile della "riuscita" di Teseo, fuggito dal Labirinto grazie all'espediente del gomitolo che proprio Dedalo aveva suggerito.

Per scappare, Dedalo costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con la cera.
Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo alto, Icaro si fece prendere dall'ebbrezza del volo e si avvicinò troppo al sole.
Il rovente sole fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì.
Il padre arrivò sano e salvo in Sicilia dove costruì un tempio dedicato ad Apollo, in memoria del figlio.

Icarus diviene quindi il simbolo della trasgressione giovanile, dell’orgoglio che spinge i ragazzi a sentirsi adulti ma senza esperienza. Ecco il primo potente significato archetipico del mito, che mette in guardia circa i pericoli della superbia.

Tuttavia la triste storia di Icarus racconta anche altro: la curiosità, l’eterna tensione dell’uomo a superare sé stesso, il desiderio di volare oltre la propria condizione.
Egli è l'uomo che oltrepassa i limiti inseguendo la conoscenza.

Icarus rappresenta adesso il contrasto tra l’ambizione e la misura, tra la curiosità eccessiva e la moderazione. Il concetto greco del kata metron, “secondo misura”, come cammino per la serenità.

Il "volare a mezza altezza" consiglio del padre sta ad indicare che la salvezza e da qui la felicità, stanno nel mezzo, né troppo in alto né troppo in basso.
L’uomo deve riconoscere la propria condizione e attenersi a quella, senza sfidare gli dèi o la natura.





°•°¤~Ɱҽʍօɾíɑs~¤°•°

Il piccolo Icarus era piuttosto confuso.
Suo padre gli raccontava sempre storie di eroi vincenti quali:Hercole,Perseo,Teseo,Giasone,Prometeo ed Eracle,anche se non era proprio un'eroe quest'ultimo ed infatti suo padre non voleva raccontarla ma lui insistette per poi pentirsene in seguito.
"Papà?Perché mi avete chiamato così? Perché non con un nome da eroe,insomma,questo Icaro è stato uno stupido,è morto disobbedendo al suo papà.
Mi hai chiamato come lui per insegnarmi che si deve sempre ubbidire ai genitori?"-chiese, riflettendo su quella storia.
Richard si avvicinò a suo figlio,con un lieve sorriso mentre gli rivolgeva uno sguardo bonario.
"Sono felice che tu abbia capito la morale di questo racconto ma vedi il vero motivo è...Che piaceva a tua madre"-
Rispose grattandosi la testa con fare imbarazzato.
Ripensò al giorno in cui nacque e di quanto avevano discusso sulla scelta di quel nome,cosa alquanto inutile dato che vinceva sempre lei.
"Però ti dico una cosa: indipendentemente dal significato del nome,ciò che conta è quanto vali veramente.
Tu non sei l'Icarus stupido che bruciò le sue ali per la sua imprudenza...Sei quello che calvalcherà il vento della tempesta con esse,superando uragani e cataclismi,riuscendo a volare più in alto del Sole!"
Era sicuro che suo figlio avrebbe compiuto grandi imprese,indipendentemente se sarebbe diventato un capo o meno,lui avrebbe mostrato il suo valore.
Il bambino sorrise,toccato dalle parole del suo papà ed annuì affermando
"Sono pur sempre un Falls,papà,sarò forte e coraggioso come te e la mamma!"
"Ben detto piccolo,qua il pugno"
La piccola mano stretta a pugno contro quella di Rich.
Indipendentemente da tutto,sia se avesse fallito o vinto,Icarus sapeva,che suo padre sarebbe sempre stato fiero di lui.

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