Capitolo 3

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Nota: questa volta sono stata brava e me ne sono ricordata 😌

My Boss' Super Sexy Boss
Capitolo 3

"La tua età ed il tuo compleanno li so, sono nel tuo curriculum, ed anche l'università che hai frequentato." disse sorridendo e mostrandogli il suo curriculum che aveva fatto recuperare da Erica. "Ma dimmi, cosa ti piace fare?" chiese Derek avvicinandosi e posando i gomiti sul ripiano della scrivania.

Stiles aprì la bocca ed uscì un suono strozzato che fece sorridere Derek, le piccole rughe che gli si formarono agli angoli degli occhi lo rendevano solamente più sexy. "Ecco... Star Wars... il mio lavoro, Batman, leggere, guardare i film, i videogiochi, le patatine ricce... e sembro ancora più sfigato di quel che sono parlandone" ridacchiò Stiles imbarazzato, grattandosi la nuca e distogliendo lo sguardo da Derek.

"Non è vero, la trovo una cosa estremamente carina. Hai una passione, è giusto coltivarla.". Derek gli sorrise ancora e Stiles arrossì, sentendosi molto più piccolo di quanto non fosse in realtà.

Stiles si grattò la nuca imbarazzato mordendosi il labbro inferiore. "E a te cosa piace fare?" chiese, guardandolo negli occhi e accennando un sorriso timido. Derek piegò la testa di lato fissandolo con i suoi penetranti occhi verdi e sorridendogli dolcemente in risposta.

"Ho passatempi abbastanza noiosi. Non sono assolutamente eccitante!" scherzò, e Stiles pensò che non ci fosse nulla di meno vero in quella frase. "Di solito leggo, non guardo particolarmente la televisione a meno che non sia lo sport, mi piace andare in palestra. Sono estremamente noioso... In realtà mi diverto in maniera molto stupida, ma che rimanga un segreto tra noi, Stiles, quando non ho nulla da fare correggo le traduzioni sbagliate su google translate. Sono fluente in cinese mandarino ed in russo e non puoi immaginarti le cavolate che traduce google!". Stiles scoppiò a ridere, subito seguito da Derek che non aveva mai smesso di guardarlo con quell'espressione dolce e cordiale.

"Manterrò il segreto, promesso!" rispose calmando la risata, e riguardandolo negli occhi vi si perse un'altra volta e senza sapere perché si ritrovò ad arrossire. Derek sembrava volerlo divorare in un sol boccone.

"Direi che siamo arrivati ai soprannomi, questa è ardua. Come ti dovrei soprannominare in modo da farci sembrare pazzamente innamorati?". Sorrise ancora e Stiles si accorse di non aver mai visto il capo del suo capo sorridere così spesso da quando aveva cominciato a lavorare alla Hale Corporation.

"Sinceramente non saprei. Stiles è già il mio soprannome, e di soprannomi carini non ne ho mai davvero avuti." rispose giocando con le sue stesse dita, le mani posate sul suo grembo.

Derek mugugnò pensieroso, portandosi l'indice sulla bocca e battendolo sulle labbra. "Direi che come soprannome per te potrebbe andare benissimo baby..." commentò, la sua voce si era fatta calda e profonda. Stiles sollevò la testa di scatto fissandolo in faccia, Derek ghignava compiaciuto e Stiles non poté che arrossire per l'ennesima volta. Quella parola gli risuonava nelle orecchie. "Oh sì, baby è azzeccatissimo." Mormorò, e Stiles sentì nelle sue viscere un calore che conosceva fin troppo bene. Si mosse sulla sedia per cercare una posizione più comoda, mentre sentiva l'eccitazione ribollirgli nelle vene. "E tu puoi chiamarmi... pensiamo...".

<< Daddy >> pensò Stiles, e subito abbassò lo sguardo. Sentiva il volto andare in fiamme per quello che aveva appena pensato: gli era capitato solo una volta di chiamare in quel modo qualcuno, e la risposta era stata uno sguardo tra il confuso e lo schifato. Da quel giorno aveva deciso di non esplorare più attivamente quella fantasia, nonostante la sua cartella dei porno esponesse alquanto chiaramente quanto la dinamica lo affascinasse ed eccitasse. Ma in quel momento, davanti a quell'uomo di undici anni più grande di lui, con quella voce calda e sensuale, e quegli occhi che sembravano scrutarlo nel profondo, non poteva che immaginarsi nudo tra le sue gambe, la testa pigramente appoggiata alla sua coscia, mentre semplicemente teneva in bocca il suo cazzo senza fare null'altro. Una mano grande e calda gli passava tra le ciocche di capelli, ed una voce gli ripeteva quanto fosse bravo e perfetto, chiamandolo baby, ancorandolo alla realtà e permettendogli di fluttuare in quella parte della sua mente dove tutto era calmo e semplice, dove il suo unico compito era obbedire e lasciare che qualcuno si occupasse di lui.

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