Cherry Blossoms | TODOBAKU |

🌸 CHERRY BLOSSOMS 🌸

La giornata precedente era stata veramente stancante. Midoriya come suo solito non era stato zitto un solo istante e non aveva fatto altro che trascinare tutti - nessuno escluso, persino Shinso si era dovuto arrendere all'insistenza e all'entusiasmo quasi esasperante del verde - su e giù per la funivia durante l'intera sacrosanta giornata. Era stato divertente, questo era scontato, ma una volta giunta la sera erano crollati tutti relativamente presto, chi in uno dei materassi e chi in un sacco a pelo, vicino al camino della piccola casetta di montagna che i familiari di Bakugo avevano loro gentilmente ceduto per quel weekend post-natalizio.

Era passato molto tempo dalla loro ultima estate assieme, ma era come se nulla fosse veramente cambiato tra loro. Erano cresciuti, indubbiamente, ma i loro rapporti e il loro affetto reciproco erano immutati. Anzi, i loro sentimenti erano solo più forti. E questo ovviamente valeva anche per la relazione tra Bakugo e Todoroki: la lontananza non li aveva fermati, e nonostante le pessime capacità di tenersi in contatto di Bakugo, stavano ancora assieme.

Tutti ne erano a conoscenza.

Per questo tutti - tranne Todoroki e Bakugo ovviamente - se ne erano andati presto, la mattina della domenica, e al loro risveglio i fidanzati erano stati salutati da una serie di bigliettini, poggiati sul piccolo tavolo al centro della stanza principale.

Todoroki, un po' più vigile di Bakugo appena sveglio, prese il primo fogliettino, e dalla scrittura ordinata e precisa riconobbe la mano di Iida:

"Todoroki, Bakugo, prendendo in considerazione ogni possibile sfaccettatura della meravigliosa e splendida..."

Troppo lungo. Lo poggiò, ignorò quello terribilmente imbarazzante di Kaminari - bastava un'occhiata per capire che leggerlo gli avrebbe sicuramente causato problemi -, e ne afferrò un altro, dalla grafia ben più familiare, quella di Midoriya:

"Todoroki-kun mi raccomando, non ignorare troppo Kacchan solo perché l'ultima volta... lo sai no?"

Arrossì e accartocciò immediatamente il bigliettino nella speranza che il compagno non avesse notato nulla. Da quando erano andati a New York, Midoriya si era fatto via via più audace, meno ingenuo e più aperto su certi argomenti che prima lo imbarazzavano. Todoroki doveva ancora farci l'abitudine, specialmente perché l'amico era ancora in grado di leggerlo alla perfezione, come un libro aperto, ma essendo più diretto si permetteva più spesso di commentare.

Ma un simile problema doveva condividerlo anche Bakugo, a giudicare dalla sua espressione; si era avvicinato al tavolo, perplesso, e aveva afferrato fin da subito il bigliettino di Kirishima - Todoroki non aveva avuto problemi a riconoscerlo, scrittura semplice e poche parole, concise - e lo aveva letto. E subito dopo era avvampato e lo aveva gettato via, appallottolato.

«C-che cavolo?!» esclamò subito dopo, guardandolo male come se fosse colpa sua.

«Sono andati via.» rispose Todoroki con tono impassibile, come sempre, come se non fosse leggermente agitato all'idea di essere soli in quella piccola casa, tutta per loro; non era affatto nervoso perché probabilmente quella sarebbe stata la loro unica occasione, prima di partire, per-

«...Che facciamo ora?»

Bakugo non ne sembrava consapevole, però.

«Mi faccio un bagno.» mormorò piatto e forse anche un po' stizzito dalla mancata considerazione di Bakugo e subito iniziò a dirigersi verso il bagno; anche se la piccola abitazione non era spaziosa, il bagno era fantastico: nulla in confronto a quello della sua casa, ma data la presenza della vasca poteva ritenerlo ottimo.

«Halfie- Oh ma ti prego.» brontolò il biondo, prendendolo per il braccio e fermandolo prima che potesse fare qualche altro passo avanti verso l'altra stanza. Todoroki si stupì di quel gesto, ma più che altro si stupì di come non ebbe lui alcuna reazione, se non avvertire come il proprio cuore avesse iniziato a battere un po' più velocemente del solito alla vista del ghigno di Bakugo.