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«Capitano non resisterà ancora a lungo!» sbraitò un marinaio

Il tenebrore impediva la vista, si udivano solo le grida strazianti dei mozzi. Le grida di chi sapeva sarebbe morto, di chi già stava morendo e quelle di chi ancora sperava in un barlume di vita... che presto o tardi però sarebbe diventato un malinconico ricordo. Lo sciabordio era assordante e i tuoni non facevano altro che peggiorare le cose, ad alcuni sanguinavano le orecchie. Ogni tanto qualche fulmine squarciava il cielo e per mezzo secondo era di nuovo giorno. Impressionanti e terrificanti, i pochi istanti in cui i pirati riuscirono a prendere atto di quanto fosse impossibile vincere il mare.

«Abbandonare la nave od ogni speranza!» gridò Gibbs «Jack vieni via da lì!»

Il capitano era rimasto ancorato al timone e non aveva alcuna intenzione di lasciare il suo posto.

Non erano lontani dalla terra, saranno state al massimo un paio di miglia marine. Due miglia a separare l'inferno dal paradiso.

Ad un certo punto il fuoco...
Un fulmine aveva colpito l'albero di mezzadria, le fiamme erano vive e vogliose. Anche le vele iniziarono a bruciare, grazie alla luce delle fiamme i due la videro... un'onda alta almeno sei metri. Sarebbe stata quella la fine per entrambi?

Nel frattempo ad Est... molto più ad Est.

«Kyría Angelica!» urlò una voce in lontananza

«Eh?» si voltò confusa «Ah! Sophia!»

La signora si avvicinò sorridente.

«Come sta la mia piccolina?» domandò prendendo sua figlia tra le braccia «Ciao Natalie» le accarezzò la testa

«Ha fatto la brava e ha dormito tutta la notte» aggiunse la signora

«Brava la mia bimba» farfugliò lei

«Baaa» mugugnò la bambina

Angelica tirò fuori dalla tasca un paio di monete d'argento e le diede alla signora.

«Ci vediamo lunedì sera allora!» rispose la donna

«Certo e grazie ancora» commentò Angelica

E già! A quanto pare miss Teach aveva detto la verità... Jack aveva fatto male a non crederle.

Ci fu una tempesta e l'isoletta su cui era stata abbandonata fu sommersa dall'acqua in poco tempo. Fortunatamente un peschereccio passò da lì e lei ne approfittò. Riuscì ad arrivare fino a Nassau, luogo adatto per una piratessa... ma neanche poi così tanto adatto ad una donna incinta e che era appena stata tradita ed abbandonata per l'ennesima volta. Non rimase lì a lungo, anche perché o si prostituiva o moriva di fame. Così, dopo essere riuscita a truffare un po' di persone, nel giro di un mese raggiunse il Portogallo... ma non era lì che voleva vivere. Impiegò molto tempo ma riuscì a raggiungere la Grecia. Era molto più difficile spostarsi via terra che via mare. Il tempo di arrivare a Skopelos, di trovare un impiego e un posto dove stare ed ecco che le acque si rompono, le doglie iniziano e Sophia corre all'impazzata sotto ad un nubifragio in cerca di aiuto.

Viveva in Grecia da un anno e mezzo ormai, si era ambientata bene ed era ben voluta da molti. Lavorava come custode notturna in una pensione e ogni tanto anche al caffè vicino a dove viveva.

A proposito viveva in una casetta piccola piccola che si affacciava sulla costa, era un luogo tremendamente tranquillo e romantico. Ma l'importante era che Natalie fosse sempre al sicuro...

Per quanto riguarda la tempesta...
La nave non andò persa, al contrario di molti marinai fidati. Gibbs ne uscì quasi illeso e si mise fin da subito in moto per far riassestare la nave.
Jack invece se la vide davvero brutta, perse i sensi ma il mastro riuscì a riportarlo a riva. La tempesta aveva colpito anche la cittadina sulla quale erano riusciti a trovare rifugio. Erano state costruite delle tendopoli poiché i feriti erano stati molti e nell'ospedale non c'era più posto. Moltissimi abitanti si impegnarono al meglio e prestarono il loro servizio per aiutare chi più ne aveva bisogno.

Non appena arrivarono a riva un contadino aiutò Gibbs a trasportare Jack alla tendopoli più vicina. La diagnosi: trauma cranico, in seguito al quale ebbe una commozione cerebrale. In pratica si stava "divertendo" a fare la bella addormentata in una tendopoli ad Est di Cuba.

«Quindi dottore tra quanto si risveglia il mio amico?» chiese alquanto confuso Gibbs

«Non lo so, dobbiamo aspettare e avere fede che si risvegli» rispose in modo franco

«E se non si sveglia?» mormorò uno dei marinai sopravvissuti

«Già, come faremo?» sussurrò un altro

«Certo che si sveglia! Diamine lui è il Capitan Jack Sparrow, come potrebbe non svegliarsi?!» il mastro si stava alterando

In effetti Jack aveva preso un colpo molto forte e se non fosse stato per Gibbs sarebbe di certo annegato.
Il medico gli aveva inserito una flebo nel braccio con una soluzione salina, per mantenerlo idratato.

Intanto in Grecia la cara Angelica continuava ad ammazzarsi di lavoro pur di far crescere la sua piccola in tranquillità. Nonostante fosse lì già da parecchio tempo faceva ancora fatica ad adattarsi agli estenuanti turni notturni per non parlare di quando doveva passare fine settimana interi appresso alla caffetteria, almeno lì poteva stare con Natalie.

Era una tiepida sera di Luglio come tante altre e Angelica stava spazzando sotto il porticato. Natalie aveva iniziato a muovere i primi passi da poco ed era seduta su una sedia a dondolo, aveva con sé dei cubi di legno.

«Tu piccola monella rimani ferma qui, io vado a prendere dell'acqua fresca così posso prepararti la pappa» disse arruffandole i capelli

Non che dovesse allontanarsi di molto, il pozzo rimaneva sul lato sinistro della loro casetta.

«Ma-má!» gridò

«Continuo a vederti monella!» urlò in risposta la fanciulla

Poco distante da lì, più precisamente sul bagnasciuga, Jack si svegliò di soprassalto.

-Che diavolo ci faccio qui? Dov'è la mia nave? Gibbs!- era molto confuso

Si sollevò portandosi una mano alla testa. Si voltò su se stesso un paio di volte. Non aveva la benché minima idea di dove si trovasse e soprattutto non c'era una gran folla da quelle parti, fino a che non si accorse della casa sulla scogliera. Così si incamminò in quella direzione.

«Baa baaa» gridò in modo dolce la piccola

«Ma che cos'hai sempre da lamentarti tu?! Sei tale e quale a tuo padre» rispose posando la pentola piena d'acqua sul tavolino

-Angelica...- mormorò silenziosamente da dietro un albero

Ovviamente era sconvolto. Perché tra tutte le persone che poteva incontrare proprio lei?

Il pirata molto silenziosamente si avvicinò alla casetta ed osservò per bene la piccola.

-Infante... Angelica... madre... suo infante-

«La mamma adesso ti prepara un minestrone buonissimo» le disse prima di portare la pentola in cucina

«Ma» mugugnò silenziosamente e iniziando a ciucciare uno dei suoi cubi di legno

-Quello non si mette in bocca-

E poi si diresse verso la porta che era rimasta aperta. Rimase lì davanti per qualche istante. In realtà non sapeva che fare. Era il caso di entrare e affrontare la furia della spagnola? Forse era meglio aspettarla fuori o addirittura andarsene facendo finta di nulla.

Alla fine decise di entrare e si mise quatto quatto dietro di lei, una volta che si sarebbe voltata l'avrebbe affrontata nel migliore dei modi. Sperando di non rimanerci secco s'intende...

Date in your dreamsWhere stories live. Discover now