4 - Colpita e affondata

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Subito mi immergo in quelle pozze blu così rassicuranti e che ora si piegano insieme al suo viso in un'espressione dispiaciuta.
«Heliott»
Mi schiarisco la voce prima di parlare e ritorno seria.
«Sto bene»
Mi avvicino di nuovo al letto e prendo il mio borsone, caricandomelo sulle spalle.
«Ci vediamo in mensa»
Percepisco che i due vogliano ancora parlarmi, ma sinceramente voglio solo andarmene da questo tendone, quindi mi dirigo verso l'uscita e, una volta fuori, mi guardo un po' intorno.
Trovo Peggy che mi fa un cenno con la mano, così mi avvicino e la seguo mentre mi illustra la strada per la mia nuova casa.
«Tutto bene?»
«Si.. solo un'idiota che si crede di essere Dio»
«Chissà perché ho capito a chi tu ti stia riferendo»
Riesce a strapparmi un sorriso e alla fine in poco tempo arriviamo alla mia tenda, che è più grande di ciò che mi aspettavo.

Niente di che, ma comunque meglio di quella con i ragazzi: c'era un po' di spiazzo dopo l'ingresso e il letto era in fondo sulla destra, affiancato da un comodino e una piccola scrivania in fondo a sinistra.
«È tutta mia?»
«Beh, alle donne serve spazio»
La guardo quasi commossa e mi avvicino a lei per abbracciarla, ma poi mi blocco, pensando che non sia una buona idea.
«Vieni qui»
Mi dice lei probabilmente capendo cosa volevo fare, e alla fine ci abbracciamo.
Strano ma vero.
«Grazie ancora Peggy»
Ci stacchiamo e io mi guardo ancora intorno, quasi non credendo che lei abbia fatto tutto questo per me.
«Ma come hai fatto a montarla in così poco tempo?»
«Era già qui, ho solo cacciato a calci chi ci stava dentro»
Scoppio a ridere proprio perché so che probabilmente è ciò che ha fatto e lei mi sorride, per poi allontanarsi e lasciarmi il tempo per sistemarmi.
Dopo aver messo a posto rapidamente la mie cose mi dirigo in mensa, dove tutti stavano già mangiando.
Vedo subito James e Steve e li raggiungo, dopo essermi fatta servire il cibo.

Il tempo passa abbastanza in fretta e per il pranzo non parlo molto, ripensando alle parole di Hodge di un'ora fa.
I ragazzi sembrano notarlo, ma per fortuna non insistono e li ringrazio per questo.
«Scusate, posso?»
Un ragazzo di colore abbastanza alto e moro ci si avvicina, chiedendoci di sedersi insieme a noi, al che lo guardo stranita visto che nessuno ci aveva mai chiesto una cosa del genere.
«Certo...»
Rispondo, lanciando delle occhiate confuse a James e Steve.
«Perdonatemi, mi presento: sono Bryan. Vi ho visti stamattina con Guilmore e volevo dirti che sei stato davvero tosto»
Dice girandosi nella mia direzione.
Sorrido e lo ringrazio, anche se in realtà non mi sembrava di aver fatto una cosa tanto speciale.
«Ci vuole coraggio per mettersi contro Hodge»
Conclude, per poi addentare il suo pezzo di carne.

«Beh Bryan.. chiunque non sia amico di Hodge, è nostro amico, quindi sei il benvenuto»
Io e Steve annuiamo in accordo con James e lui ci ringrazia, continuando a mangiare.
Dopo una decina di minuti i capitani ci intimano con il loro tono delicato e soave a radunarci nel solito punto, dove iniziamo l'allenamento pomeridiano.
Piano piano le reclute si riversano nell'area di raccolta e i capitani iniziano a spiegare cosa dobbiamo fare.
«Soldati, ora inizia la vera preparazione. Oggi faremo una simulazione. Come vedete alla mia destra» spiega, indicando con il braccio le armi accanto a lui « ci sono dei fucili, caricati però con la classica vernice. In gruppi da quattro dovete cercare di colpire gli avversari in un vero e proprio campo di battaglia e il gruppo che rimane vincerà»
Mi guardo subito attorno, lanciando sguardi d'intesa al mio gruppo, che ora è esattamente di 4 persone.

«Cosa si vincerà?»
Chiede un soldato, ma il capitano sorride in un modo strano, quindi capisco che non ci sarà una vera ricompensa.
«Una pacca sulla spalla, Tayner»
Meglio che niente.
«Ora prendete le vostre protezioni: imparerete a maneggiare un fucile, a sparare e a lavorare in gruppo. Vi voglio qui tra un quarto d'ora»
Dice, per poi tornarsene nella sua tenda seguito da Peggy.
«Che figata!»
Afferma James, avvicinandosi insieme a Steve.
«Gruppo?»
«Certamente»
Gli rispondo sorridendo e cerco Bryan con lo sguardo.
Appena lo trovo, gli faccio un segno e lui ci si avvicina.

Falling for you ~ Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora