«buongiorno»
Un bacio stampato tra la fronte e una tempia, un braccio che le avvolgeva un fianco lasciandole di poco una carezza sull'addome, la sua schiena che aderiva ad un petto robusto e una voce calda e assonnata che le sussurrava quelle parole all'orecchio; esisteva davvero miglior risveglio?
Certo, se stavamo a contare un venticello leggero che entrava dalla finestra e la vista mozzafiato decorata da onde del mare e una distesa di sabbia.
Jasmine sorrise come una bambina la mattina di Natale e si voltò afferrando il viso di lui tra le mani, senza altre attese premette con le labbra sulle sue; un semplicissimo bacio a stampo, semplicissimi anzi, ma che riempivano la stanza di un'atmosfera dove chiunque avrebbe voluto restare in eterno, un'atmosfera calma e perfetta.«giorno» pronunciò trattenendo un sorriso.
Dallo stato di Niccolò, si poteva intendere che la febbre gli era passata da un pezzo, da dieci giorni precisamente.
Come previsto, per i primi giorni Jasmine ebbe una lieve influenza, prevedibile data la notevole vicinanza col malaticcio di casa, ma subito dopo si ripresero entrambi.
Lei stessa aveva definito, logicamente non ad alta voce, quei giorni come i primi in cui stavano iniziando ad avvicinarsi di più; baci di sfuggita, attenzioni non giustificate, e tanto, tanto tempo per loro.
Lei era consapevole che ad ogni tocco di labbra Niccolò era molto tentato dal chiederle se avesse preso una decisione o meno, ma lui comunque non chiedeva, non voleva pressarla.
Certo non era nelle sue intenzioni, ma ogni volta che si guardavano negli occhi per un po' lui ci sperava sempre che concretizzassero i fatti.
Ciò non era ancora successo; tutta via da circa tre giorni presero una decisione.
Se dandole spazio ma standole accanto le cose stavano andando bene, trascorrere ancor più tempo in suo onore avrebbe solo potuto migliorare le cose.
Secondo questo quindi, Niccolò chiese qualche giorno di festa per 'problemi personali', problemi che riguardavano loro due in una casa al mare che pensavano a tutto tranne che al mondo esterno.«stai facendo il caffè?»
«si perché?»
«mh.. credo che stia leggermente bruciando»
Jasmine si staccò di scatto dalle sue braccia e alzò la moca dal piano cottura, spostando intanto con una mano il fumo che stava iniziando ad uscire.
«potevi dirmelo anche tra una mezz'ora eh» balbettò lei trattenendo uno sbuffo.
«ehi come siamo permalose questa mattina» disse Niccolò di tutta risposta, lasciandole un piccolo pizzico sul fianco che la fece alterare ancora di più.
«non mi hai fatto per niente dormire»
Il moro si trattenne dal rispondere a quella frase, probabilmente neanche volendo ci sarebbe riuscito.
La sera prima sua madre al cellulare gli era sembrata nettamente preoccupata, anche se non voleva darlo per nulla a vedere, non ci voleva molto a capirlo.
Gli metteva molta ansia essere lontano da lei in quel momento, quindi nonostante avesse le sue buone ragioni per rimanere in quel luogo, la notte stessa continuò a rimanere sveglio.
Anche se Jasmine ad una certa si sdraiò letteralmente con tutto il corpo sopra di lui per non farlo muovere, continuò a picchiettare con un dito sul materasso non dandosi pace.
Solo alle prime luci dell'alba, col buio e l'oscurità che se ne andavano riuscì a prender sonno, e con lui anche lei dopo quella lunga nottataccia.«è tutto okay?» chiese la bionda spostandogli qualche ciuffo di capelli con una mano, nel mentre gli si avvicinò.
Notando che Niccolò non rispondeva, bensì si grattava la nuca indeciso sul da farsi, si alzò sulle punte per lasciargli più baci a stampo sulle labbra.
Lui avrebbe tanto voluto dirle che in quel momento tantissime cose erano appese ad un filo sottile, che solo una goccia avrebbe fatto traboccare il vaso.. tutto un insieme di incertezze che quasi non gli permettevano di respirare formandogli un nodo alla gola.«Jasmine..»
Era per l'ennesima volta sul punto di chiederle se avesse preso una decisione o meno, in quel momento più che mai voleva solo che qualcosa andasse bene nella sua vita..
Eppure quando osservò la ragazza nei suoi occhi scuri, non riuscì a continuare la frase.
Era tanto buona da dirgli si se avesse notato che stava male, non poteva privarla della sua scelta.
Serrò le labbra e si allontanò verso la spiaggia, dove ancora tirava un venticello fresco che gli scombinava tutti i capelli.
Lei capì che quella mattina, decisamente, non era mattina.
Sospirò e, poggiandosi al piano cucina, bevette con calma il suo caffè zuccherato; nel mentre non staccava gli occhi dalla figura di Niccolò seduto sulla sabbia ad una cinquantina di metri.
Quel ragazzo sembrava averle stravolto la vita e continuava a farlo giorno per giorno, le aveva insegnato a vivere per quanto poteva e le aveva concesso di tutto, tutto ciò che poteva e ogni tanto anche quello che non poteva.
Ed in quel momento che lui sembrava non avere forze, lei si sentì non in dovere, ma aveva bisogno anche per sé stessa di essere la sua forza.«cantami quella canzone» sussurrò la bionda abbracciandolo da dietro, appena pochi secondi dopo gli si era avvicinata.
Il moro si scompigliò i capelli nervoso, non era particolarmente in vena di cantare, ma dato che esaudire un suo desiderio rientrava nelle sue priorità principali, le chiese semplicemente quale voleva sentire.
«quella nostra, no?»
Ci ragionò per un po' su, e dopo averci pensato abbastanza, scelse l'unica che gli veniva in mente con quei requisiti.
«New York, New York
È una scommessa d'amore
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway..» intonò con la voce leggermente graffiata.Non capiva bene dove lei volesse arrivare, ma pochi secondi dopo aver canticchiato il ritornello della canzone, Jasmine scavalcò il suo bacino per sedersi sulle sue gambe e restare di fronte a lui.
«anche io ho una scommessa d'amore da proporti» pronunciò la ragazza poggiandogli le mani sulle spalle.
Nonostante la mente di Niccolò fosse proiettata totalmente altrove quella mattina, dopo quelle parole non potè far altro se non ascoltarla con tutto il suo interesse.

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La nuova stella di Broadway
RomanceIn una piccola e buia realtà viveva una ragazza che, senza saperlo, era tanto piena di vita. Lei effettivamente non aveva mai vissuto davvero, pensava che tutto ciò che la quotidianità potesse offrirle fosse quello che già viveva, ma tirando le somm...