Capitolo IV

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📍Vicenza, Italia
🗓 6 maggio 2019

  «Buongiorno... che serie abbiamo visto ieri sera?» chiede Charles ironico mentre sorseggia una tazza di caffè seduto sulle poltroncine in giardino.

  «Pff, che noioso che sei. Per una volta che mi addormento prima di te...»

Mi dà un bacio e poi ci prepariamo per la giornata impegnativa. Charles prende la sua valigia, la carica sulla sua auto e i miei occhi si rattristano. Prendo il borsone con le cose da portare in pista e ci dirigiamo verso il circuito. Quando siamo a metà tragitto, ricevo una telefonata.

  «Charles, è Binotto... aiuto!»

  «Rispondigli, su!!»

Con mille paure, rispondo alla chiamata schiacciando il pulsante del vivavoce, in modo che il mio ragazzo possa sentire.

  «Buongiorno, Asia. Visto che Charles stasera dovrebbe rientrare qui a Maranello e non ci sono gare nella tua categoria in queste settimane, avrei pensato che sarebbe una buona idea se tu venissi qui per questa settimana, così potrai conoscere i meccanici e il team che si dedicherà a te... ovviamente ti allenerai e mi metterò d'accordo io con la tua squadra attuale. Quasi dimenticavo, se puoi esserci, hai un posto in cui dormire o prendiamo in carico il tuo alloggio?»

Sentendo le ultime parole, Charles mima con la bocca 'stai da me', e lo riferisco all'ingegnere.

  «In realtà, potrei venire... rimango da Charles, è qui con me e mi ha detto che ha una stanza per gli ospiti libera in cui posso stare, visto che siamo ottimi amici, posso rimanere da lui,» dico quasi strozzandomi dalle risate, vedendo Charles che fa il broncio ironicamente dato che l'ho definito un ottimo amico  «comunque mi fa davvero piacere, non vedo l'ora di iniziare a far parte della Ferrari!»

  «Sei già parte della squadra! Ci vediamo, tu e Charles farete un lavoro magnifico, ho già sentito dire che hai registrato dei tempi molto buoni ieri! Continua così, brava!»

  «Grazie mille ingegnere, alla prossima, buona giornata.» rispondo diligentemente mettendo giù la chiamata e scoppiando a ridere insieme al monegasco.

  «OTTIMO AMICO EH?!?» dice ridendo fino alle lacrime.

  «Fino a ieri lo eri, ti sei già abituato al resto?»

  «Ammetto che è molto più bello sentirti dire che sono il tuo ragazzo, mon amour

Sorrido e gli do un bacio sulla guancia per non distrarre la sua guida, poi, arrivati ci alleniamo e torniamo a casa mia, dove dopo una doccia e dopo aver preparato una bella valigia, ci dirigiamo a Maranello.

  «Una settimana tutta per noi, insomma...» dice Charles a metà viaggio.

  «Io, te e le nostre monoposto! Che bello!!»

  «Quindi, vuoi la camera degli ospiti che non ho?»

  «Beh, mi accontenterò e dormirò con te...»

Sorride e non appena arriviamo a casa sua noto che ha davvero buon gusto. L'abitazione è molto luminosa e simile alla mia.
Noto anche un pianoforte a coda in salotto.
Poso una mano sul legno dello strumento musicale e Charles mi racconta una storia, appoggiando la valigia che stava trasportando a terra.

  «Sai, quando mi sono trasferito e non ti vedevo spesso mi mancavi tanto... e allora ho pensato alla tua passione per la musica, a quando mi hai insegnato qualche accordo sulla chitarra e qualche melodia al pianoforte, così, ho comprato questo piano nella speranza che lo avresti suonato tu un giorno, quindi, ti prego, suonami qualcosa...»

Sognante e commossa mi siedo ed eseguo un brano che a Charles è sempre piaciuto: la Toccata in do maggiore op. 7 di Schumann.
Gli piace così tanto che l'avrò suonata almeno cento volte solo per lui, è per questo motivo che la so a memoria. È un pezzo molto difficile che ho imparato quando frequentavo la scuola di musica classica, nel tempo libero sono una musicista.

  «Sapevo che avresti suonato questa canzone, la nostra canzone... sai che non ne avrò mai abbastanza di Schumann. Bravaaa!» mi dice facendomi un applauso.

  «Grazie!» dico facendo l'inchino, si avvicina, mi abbraccia e mi solleva, mentre porta la valigia con l'altra mano verso l'altra parte della casa.

  «Eccoci, camera nostra!» mi dice buttandosi e buttandomi di conseguenza sul letto.

  «Hai una bellissima casa, Charlie!»

  «Grazie amore!»

Dopo qualche coccola, ci addormentiamo, riposando profondamente.

📍Maranello, Italia
🗓 7 maggio 2019

Mi siedo sulla mia monoposto rossa, è un'emozione unica. Stamattina ho visto l'ingegnere, l'ho ringraziato per l'opportunità che mi stava dando e mi sono recata al box dove ho potuto conoscere meccanici e tutto il team. Ho deciso che come assistente personale manterrò James, con cui ormai lavoro da anni e mi fido ciecamente di lui perché una persona così attenta, scrupolosa, paziente, gentile e che ci mette il cuore in quello che fa è davvero rara da trovare.
Dopo averlo ringraziato mille e mille volte al telefono, decido di proporgli di continuare a lavorare per me e lui accetta riconoscente e quasi commosso.
Non lo sostituirei mai con nessuno, voglio premiare la sua professionalità e gentilezza. Come dicevo, è una persona super paziente e purtroppo con me di pazienza ce ne vuole tanta, per non parlare dell'attenzione, visto che spesso mi dimentico le cose perché sono incostante e a tratti mi segno tutti gli impegni, altre volte invece me ne scordo.
Accendo il motore dell'auto e sfreccio in pista, cercando di resistere ai tentativi di sorpasso di Charles, fallendo solo una volta, riuscendo comunque a raggiungerlo.

  «Ottimo lavoro!!» dice Charles.

  «Già, bravissima. Ora ti faccio conoscere il tuo allenatore, che segue anche Charles. Lui vi prepara in palestra, si chiama Lorenzo.» mi dice Mattia Binotto, soddisfatto.

  «Piacere, sono Asia, nuova pilota Ferrari.» dico porgendo la mano al ragazzo.

Si tratta di un ragazzo carino, con un bel fisico, alto almeno venti centimetri più di me e molto sorridente. Ha gli occhi azzurri ed è biondo.

  «Piacere, Lorenzo.» mi risponde lui. «Mi hanno parlato molto bene di te. Spero ti troverai bene!»

  «Mi sto trovando benissimo per ora, grazie.»

Le giornate di questa settimana passano veloci a Maranello, tanto che è già ora di tornare a Vicenza. Così, è il dodici maggio e io e Charles siamo nuovamente davanti alla porta di casa mia.

  «Chiamami domani, tesoro. Ti guarderò dalla tv il giorno della gara e tiferò per te ed Arthur. In bocca al lupo, ti amo!» mi dice lasciandomi un bacio sulle labbra.

  «Ti amo anch'io. Ci sentiamo... fai attenzione in strada!» Rispondo.

Prendo la mia valigia e il borsone ed entro in casa chiudendo la porta dietro le mie spalle.
Mi manca già la sua compagnia.

Fuel | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora