capitolo 7

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Sakurako osservò pietrificata il demone. L'aspetto di quest'ultimo era orribile, ripugnante. Aveva una forma umanoide, dalla pelle rosso sangue e indossava uno yukata colore cachi sporco di terra e sangue. Aveva i capelli radi che gli cadevano sulle spalle e il suo viso era la cosa più brutta che Sakurako avesse mai visto. I suoi occhi erano rossi.
- Che bella sorpresa - ripeté lui - di solito non mi capita di trovare delle prede così prelibate in questo posto -
Sakurako lo scrutò torva. Si era aspettata l'apparizione del suo demone e questo era il risultato. La frustrazione stava cominciando a prendere possesso di lei; tra la malattia, l'antipatia verso la sua matrigna e il suo demone che amava fare il prezioso, ci mancava pure questa.
La creatura si avvicinò famelico verso di lei - ma quanto sei bella! È quasi un peccato mangiarti, ma d'altra parte è proprio la tua bellezza a dare più gusto alla tua carne! Peccato che sei malata, spero che non intacchi il sapore -
Sakurako sbottò - scusami tanto se sono malata! Sai, non è che mi diverta a essere in queste condizioni, sai?!? E poi se devi mangiarmi, allora fallo! Poni fine alle mie sofferenze! Ma ti prego, uccidimi velocemente, guardarti in faccia mi dà il voltastomaco -
Il demone si blocco' di colpo, sbigottito - che... che hai appena detto... ? -
Uno degli aspetti più nascosti di Sakurako era la sua lingua tagliente  - oltre a essere brutto sei pure sordo! Ma che combinazione perfetta! Si vede che non ci sono più i demoni di una volta! -
La creatura era attonita, non gli era mai capitato nei suoi cinquant'anni da demone che un comune essere umano non avesse paura di lui e che per di più lo insultasse! Solitamente quello lo facevano gli amazzademoni ma lei non era una di loro!
- Hai fegato, ragazzina - sussurrò lui - si vede che non hai paura di morire. Mi piaci molto. Peccato che io abbia fame... -
- Allora sbrigati - sbuffò Sakurako, distogliendo lo sguardo dal mostro.
Sapeva che provocarlo non era una mossa saggia ma in quel momento non lo temeva. Sentiva ancora la sua presenza, sapeva che non l'avrebbe lasciata morire così. O almeno lo sperava.
Come la creatura iniziò ad avvicinarsi a Sakurako, qualcosa di estremamente veloce lo scaraventò indietro, ponendosi fra lui e la ragazza.
- Mi dispiace per te, moscerino, ma l'ho vista prima io -
Sakurako osservò a bocca aperta il suo salvatore. Nonostante fosse di schiena, doveva essere giovane a giudicare dalla voce.
La sua pelle sembrava cadaverica da quanto fosse pallida, decorata da linee blu su tutto il corpo. Aveva corti capelli rosa e indossava un haori viola corto e smanicato che gli arrivava a metà vita, mettendo in mostra i muscoli del suo corpo e un paio di pantaloni ampi bianchi che teneva arrotolati appena sotto il ginocchio.
L'altro demone si rialzò, sputando a terra del sangue - non ti permetterò di rubarmi la cena, lei è mia -
- Spiacente, amico - replicò lui - ma non ti permetterò di toccarla! E poi non hai né la forza né la capacità per contrastarmi -
- Ma chi ti credi di... - ringhiò la creatura quando si zittì di colpo. La sua espressione si fece spaventata - no... non è possibile... ma tu... -
Il ragazzo ridacchiò - ma bene, vedo che hai notato di chi ti trovi davanti -
Il demone emise un leggero ringhiò, lanciò un'ultima occhiata a Sakurako e sparì nella vegetazione.
La postura del ragazzo si fece più rilassata - ma come, è già finita? E dire che speravo in una lotta... -
Sakurako era incredula, non riusciva a credere a ciò che aveva appena assistito. È bastata un'occhiata per fare scappare quel demone... quel ragazzo doveva essere ancora più potente di quello che pensava.
Questo si voltò verso Sakurako, mandandola in iperventilazione.
Il suo viso era molto bello nonostante vi fossero delle linee che lo attraversavano. Le linee sul suo viso si curvavano attraverso ciascuno dei suoi occhi dorati, da sotto le orecchie fino alle tempie, un'altra linea blu che va dal centro dell'attaccatura dei capelli al ponte del naso, con altre due linee che corrono intorno al collo, altre tre che si diramano quello inferiore al busto. I suoi occhi erano contornati da ciglia rosa ma ciò che attirò di più la sua attenzione era la sclera blu che li faceva apparire come un vetro rotto e i kanji "terza superiore" nelle iridi.
La giovane ricordò una storia che suo nonno era solito a raccontarle, parlava di un gruppo di demoni con le iridi incise. Si chiamavano " le dodici lune demoniache" .
"Erano suddivise in due gruppi" le raccontò suo nonno "le lune inferiori, che hanno solo un'occhio inciso, e le lune superiori, che invece li hanno entrambi incisi. Per quanto possano essere forti le lune inferiori, non saranno mai a livello delle superiori... sono creature estremamente potenti e letali"
Finalmente il suo demone si era mostrato ed era una delle dodici lune, una luna crescente.

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