Capitolo 11

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- Uffaaaaa! - si lagno' Sakurako - ma quando iniziano?!? -
Akaza le lanciò un'occhiata divertita - non ti facevo una tipa impaziente -
- Sai com'è, sono anni che non li vedo... -
Si erano seduti sul tetto dell'edificio più alto ed erano in attesa che lo spettacolo pirotecnico iniziasse. Sakurako era in trepida attesa, finalmente avrebbe potuto rivederli in compagnia del suo demone. Sembrava un sogno.
Con la coda dell'occhio guardò Akaza, convinta che anche lui scrutasse il cielo in attesa dei fuochi, e invece lo trovò a scrutarsi intorno con aria tesa, o per meglio dire, scocciata.
- Akaza, che succede? - gli chiese subito Sakurako.
- Una scocciatura - sbuffò lui - non pensavo che fossero qui -
- Eh? Di chi parli ? - chiese confusa Sakurako.
- Della squadra Ammazza Demone - ringhiò lui osservando un punto in basso - mi dispiace Sakurako, ma dobbiamo allontanarci da qui -
- Non mi dirai che hai paura di loro - lo provocò Sakurako divertita.
Akaza la fulminò con lo sguardo - non dire stupidaggini, non temo neppure i Pilastri. È per proteggere te. Se ti vedessero con me potrebbero usarti come esca! Non voglio che ti si avvicino -
- Non mi farebbero mai del male! Mio nonno lavorava con loro in passato! - protestò Sakurako.
Akaza se la caricò in braccio - fidati, non puoi mai sapere cosa passa per la loro mente. E ricordati una cosa: gli esseri umani possono essere molto più malvagi di noi demoni -
Questa frase lasciò senza parole Sakurako. Era come se Akaza avesse sperimentato di persona la crudeltà umana.
Il demone sfrecciò veloce da un tetto all'altro, fino a scendere in un piccolo vicolo cieco.
- Presto, nasconditi qui - le disse Akaza indirizzandola in uno spazio fra due abitazioni - e resta nascosta qui! Qualunque cosa succeda, non uscire da questo nascondiglio -
- Ma... - stava per dire Sakurako quando un rumore la interruppe.
Akaza la spinse indietro velocemente, proprio nel momento esatto che un' ombra apparve nel vicolo.
- Finalmente ti ho trovato, demone - esclamò un ragazzo con tono soddisfatto.
Sakurako si porse appena per vedere la scena. Davanti a loro vi era un ragazzo sui sedici anni con indosso la tipica divisa nera della squadra Ammazza Demoni e in mano aveva già sguainato la sua nichirinto blu scura.
Akaza si voltò verso di lui - ma come, hanno mandato un semplice ragazzino ad affrontarmi? Oppure gli standard della vostra squadra si è abbassata così tanto? -
Il ragazzo cercò di mantenere la calma nonostante la rabbia - bada a come parli, demone! Sai quanti ne ho già uccisi di mostri come te? -
- Posso solo immaginare - sghignazzò Akaza - eppure il tuo spirito combattivo non è molto forte... non ti avvicini nemmeno alla potenza di un Pilastro. Come pensi di sconfiggermi? -
Sakurako osservava la scena. Sapeva di cosa parlava Akaza, glielo aveva raccontato suo nonno: una luna crescente era forte quanto tre pilastri insieme.
Già un pilastro fatica ad affrontare una luna crescente, soprattutto quelle più deboli come la sesta o la quinta, figuriamoci contro la terza crescente! Quel ragazzo non aveva chance!
- N... non sarò forte come un pilastro... - sbottò il ragazzo - ma la mia lama è intrisa di veleno di glicine -
La giovane si portò le mani alla bocca. Il glicine era molto pericoloso per i demoni, era l'unica cosa che li tenesse lontani. E se la spada era veramente intrisa di quei fiori...
Osservò spaventata Akaza, non voleva che gli succedesse qualcosa.
- Sai che paura - rise lui - non riuscirai nemmeno ad avvicinarti a me - e con un gesto repentino tirò dei pugni verso lo spadaccino. La potenza di quelle mosse era talmente devastante da sferzare l'aria.
Il ragazzo cercò di parare i colpi con la sua nichirinto ma fini' a terra. La sua arma si era già rovinata.
- Guardati, sei patetico - lo sbeffeggiò Akaza - sei solo un debole e non puoi nemmeno immaginarti quanto io odio le creature deboli. Ti ucciderei immediatamente ma stasera mi sento magnanimo, per cui vattene e sparisci dalla mia vista -
Il ragazzo guardò con odio Akaza, tentando di rialzarsi - non intendo scappare! Ne và del mio onore -
Akaza si avvicinò al ragazzo - quindi per te è più importante l'onore che la tua vita... beh, che dire... sono quasi colpito dal tuo coraggio -
Lo spadaccino si rimise in posizione - non ho paura di te -
Il demone sospirò, portandosi le mani sui fianchi - ascolta, non voglio ripertelo. Ho cose più importanti che uccidere una nullità come te. Per cui, se non ti dispiace, vedi di andartene - e si voltò, allontanandosi da lui.
Il ragazzo, preso dalla rabbia, si scagliò contro di lui, cercando di attaccarlo alle spalle.
- Akaza, stai attento! Dietro di te! - urlò Sakurako uscendo dal suo nascondiglio.
Il gesto della ragazza distrasse il ragazzo, confuso e allibito della sua presenza. Perché stava mettendo in guardia il demone?
Akaza, dal canto suo, schivò velocemente l'attacco e sferrò un pugno secco in faccia allo spadaccino, mandandolo dritto contro il muro. Era morto ancora prima di toccare la parete.
- Che scocciatura - mormorò Akaza osservando il ragazzo.
Sakurako corse da Akaza - stai bene? Non ti ha ferito, vero? -
- No, sto bene - rispose lui rivolgendosi alla giovane - piuttosto, non ti avevo detto di stare nascosta e non muoverti? -
- Mi dispiace - si scusò Sakurako - ero preoccupata per te -
Akaza abbassò lo sguardo - Non volevo che mi vedessi uccidere qualcuno. Non vorrei averti spaventato... -
- Non dire stupidaggini - mormorò Sakurako abbracciandolo - è stato lui ad attaccarti. Tu ti sei solo difeso -
Akaza era sorpreso, sia dell'abbraccio di Sakurako che per le sue parole. Pensava che se lo vedeva all'opera non avrebbe più voluto avvicinarsi a lui.
Il demone ricambio' l'abbraccio mentre in quel momento in cielo esplose lo scoppiettio e le luci dei fuochi d'artificio.
Entrambi alzarono lo sguardo.
- È iniziato - mormorò Sakurako.
- Già - annuì Akaza - se ci muoviamo riusciamo a vedere il resto - e la prese in braccio, tornando al loro posto sul tetto.
Riuscirono a vedere lo spettacolo pirotecnico. Sakurako li osservava affascinata, aveva dimenticato quanto fossero belli i fuochi d'artificio.
- Che meraviglia - esclamò lei voltandosi verso il demone - non sei d'accordo... - ma si interruppe vedendo la sua espressione.
Akaza li osservava con aria confusa, quasi malinconica. Non gli aveva mai visto fare quell'espressione e la cosa la turbo'.
- Tutto ok? - domandò lei.
- Eh? - fece lui, tornando alla realtà - si, scusa... è che mi sembra di aver già vissuto un momento del genere in passato. I fuochi d'artificio mi danno uno strano senso di malinconia -
Sakurako non sapeva cosa rispondere, molto probabilmente si trattava di un'episodio della sua vita da umano. Da quanto aveva capito, lui non ricordava niente di quel periodo.
Akaza l'attiro' verso a sé - dai, è tutto ok. Pensiamo a goderci lo spettacolo -
Sakurako annui' .Nonostante il cuore voleva uscire dal petto per la vicinanza di Akaza, non riusciva a levarsi quel senso di angoscia che aveva dentro di sé.

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