Capitolo 28

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Jorge's P.O.V.

Le luci dell'arena si spengono, facendo calare il buio su tutti i presenti. Da dietro le quinte non riesco a vedere bene il pubblico, ma dalle urla e dalla confusione posso immaginare che sono in tanti lì fuori ad aspettare che la mia ragazza salga su quel palco. Anche questo concerto è sold out. E' passato circa un mese dall'inizio del tour e questo è il suo ultimo in Argentina. I riflettori si accendono, puntando una forte luce sul palco e illuminando così i musicisti, che hanno già preso posto.

"Noi andiamo a sederci" mi tocca la spalla Mariana.

"Tra un po' vi raggiungo" annuisco alla mora, che poi scende le scale per andarsi a sedere, accompagnata dal marito, dal figlio maggiore e da un addetto della sicurezza. Questo è l'ultimo concerto di Martina, domani mattina partirà per il Cile e poi inizierà definitivamente il suo tour per tutta l'America Latina e poi anche in Europa.

Le ballerine mi passano di fianco, salendo sul palco e dando inizio alla coreografia che accompagna l'ingresso di Tini. Le urla aumentano di intensità, quando sullo schermo appare il nome della star di stasera.

"Jorge" mi richiama la suddetta, risvegliandomi da quella specie di incanto. Chissà che assurda sensazione si prova lì sopra, davanti a tutta quella gente.

"Amore" le cingo i fianchi, baciandola velocemente. "Facci sognare" le sussurro, per poi assaporare meglio le sue labbra al sapore di vaniglia. Subito dopo tocca a lei entrare in scena e dare definitivamente inizio al concerto con Got me Started, la canzone da cui prende il nome il tour. Resto dietro alle quinte, godendomi il vivo del concerto. Il pezzo finale è qualcosa di incredibile; tutti cantano a squarciagola Siempre Brillaras, dondolandosi da destra a sinistra con la torcia dei cellulari accesa.

"Siempre Brillaras" sfuma il finale della canzone. "Grazie a tutti" la base continua e sulle note di questo brano inizia a ringraziare. "Grazie di vero cuore" porta la mano al petto. "Ringrazio il mio corpo di ballo, i musicisti, i tecnici... tutti, grazie a tutti!" esclama. "Grazie Buenos Aires, è l'inizio di un lungo viaggio" stringe la bandiera bianca e azzurra, sorridendo al pubblico con gli occhi lucidi. "Un anno fa non avrei mai immaginato che mi sarei trovata a questo punto, grazie infinite a tutti voi" i riflettori illuminano bene il suo viso ormai bagnato dalle lacrime di gioia e di emozione. "Grazie anche alla mia famiglia e i miei amici, che continuano a sostenermi in questo percorso" volge il suo sguardo alla prima fila, deve aver individuato i ragazzi e la sua famiglia. Poi si gira verso di me, che continuo ad osservarla ai piedi delle scalette. "E grazie ad una persona speciale, che mi sta accanto dal primo giorno e mi ha sempre sostenuta" mi soffia un bacio dal centro del palco, facendo scatenare il pubblico, mentre io in risposta le sorrido.

"Sei stata fantastica!" esclamo mentre si affretta a scendere le scale e correre tra le mie braccia. La stringo con forza e non ho nessuna intenzione di lasciarla andare, ma domani mattina sarà su un aereo e chissà quanto ci vorrà per rivederla. Ammetto che sarei andato volentieri in tourné con lei, se solo non fossi impegnato con i test per l'ammissione all'università.

"Arrivo subito" mi guarda un po' dispiaciuta e delusa, quando i suoi manager la richiamano in disparte per rifinire gli ultimi dettagli della partenza di domani. Qualche minuto dopo torna, già cambiata e pronta per tornare a casa.

"Hai fatto in fretta" sollevo l'angolo della bocca, so che è un'impresa molto ardua per lei.

"Non voglio perdere neanche un minuto e passare al meglio queste ultime ore con te" mi abbraccia, lasciandomi piacevolmente spiazzato.

"Detto fatto" la prendo in braccio a mo' di principessa e la conduco fuori dall'arena e ridendo come matti entriamo in macchina. Durante il viaggio cantiamo a squarciagola Great Escape, mentre le nostre mani si intrecciano sul cambio.

Princesa// JortiniМесто, где живут истории. Откройте их для себя