capitolo 22

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Io sorrido, intrecciando la mia mano con la sua e continuando a guardare fuori dal finestrino.
"Dove andiamo?" chiedo poi.
"In un ristorante che ti piacerà" esclama stringendo ancora di più la presa sulla mia coscia.

Accosta l'auto davanti ad un piccolo ristorante italiano che già conoscevo.
"Ci sei già stata?" mi chiede.
"Ci venivo quando ero piccola, con i miei genitori e con Liam" spiego con un filo di malinconia nella voce.
Lui sorride, prendendomi la mano e conducendomi verso l'entrata.
L'interno è proprio come me lo ricordavo.
Semplice ma accogliente.
Una donna sulla sessantina ci raggiunge.
I suoi capelli sono ricci e biondi, porta un paio di occhiali sul volto.
"Avevate prenotato?" chiede con voce roca.
"Si, per due, Reaken" sorride Theo.
La donna mi squadra e dopo qualche secondo sembra illuminarsi.
"Margot?" sussurra.
Io la guardo meglio, notando che ha gli stessi lineamenti del mio padre biologico.
"Nonna?" mormoro.
"Non pensavo ti avrei rivisto" dice con le lacrime agli occhi.
Io l'abbraccio.
"Sei cresciuta così tanto, come stanno Liam e tua madre?" chiede.
"Stanno bene, tu invece?" domando.
"Va tutto bene" sorride:"vedo che hai trovato il ragazzo"
Theo arrossisce:"Piacere, Theo"
"Sembri così un bravo ragazzo, andate pure a mangiare"
"Ciao nonna" la saluto, seguendo Theo verso il nostro tavolo.

"Non sembrate così unite tu e lei" dice Theo appena il cameriere si allontana.
"Non lo siamo infatti"
La chimera si acciglia confusa.
"Non ho molti ricordi con lei, passavo diversi pomeriggi a casa sua quando io e Liam eravamo bambini, mi divertivo tantissimo.
Poi quando ho compiuto cinque anni i miei genitori hanno divorziato, e mio padre è morto in un incidente d'auto qualche mese più tardi.
Dopo essersi trovata un nuovo compagno mia mamma mi ha vietato di vederla. Avevo completamente ignorato la sua esistenza" spiego velocemente.
"Mi dispiace" sussurra lui prendendomi la mano sopra il tavolo.
"Non fa niente" sorrido.

Una decina di minuti dopo arrivano le pizze.
"Una margherita?" chiede il cameriere.
"Per me, grazie" esclamo.
Lui si allontana, ma non prima di aver lasciato a Theo la sua pizza con le patatine fritte.
"Come fa a piacerti questa roba? Le patatine sulla pizza fanno schifo" emetto un conato di vomito.
"Non hai il diritto di parlare visto che hai preso una stupida margherita" mi prende in giro.
"Ma è la pizza più buona!"
"È triste, e senza sapore" ride.
Io alzo le spalle, portandomi una fetta di pizza alla bocca.
"Cazzo" lo sento lamentarsi.
"Che succede?" chiedo.
"Scotta" mi risponde.
Io rido.
"Sei mai stata in Italia?" mi domanda poi.
Nego.
"Ci sono stato con i miei genitori e con Tara, da bambino. Avevo più o meno cinque anni, non ricordo tantissimo, però per quel poco che ricordo posso dire che era davvero bella.
E poi si mangia da dio"
"Sembra bella dalle foto, io non ho viaggiato molto" alzo le spalle:"il posto più lontano dove sono stata è Londra"
"Quando tutto questo finirà voglio andarmene" posa lo sguardo su di me:"e tu verrai con me"
Sento il cuore esplodermi nel petto.
"Cosa?" sussulto.
"Sono stanco di stare rinchiuso qui a Beacon Hills, ho troppi brutti ricordi.
Voglio andarmene via e andare a vivere con te, Margot, so che è una scelta affrettata, siamo entrambi giovani e tu hai solo 16 anni, ma non voglio nessun'altro vincolo. Non è un problema per te vero?"mi afferra la mano.
"Non devi nemmeno chiedermelo"dico prima di stringere la presa.
Lui sorride.
"Ti amo"

Finiamo di mangiare.
Io tiro fuori i soldi ma lui mi blocca:"Cosa pensi di fare? Pago io"
"Ma-"
"Niente ma" mi zittisce baciandomi.
Sbuffo uscendo dal ristorante.
Un ondata di aria fresca mi colpisce in viso.
Resto a guardare l'orizzonte della notte per qualche minuto, senza rendermi conto del tempo che passa e pensando a quanto la mia vita sia cambiata in questi ultimi mesi.
Uno sconosciuto di cui nemmeno mi fidavo, che etichettavo come un bugiardo, è diventato la persona più importante della mia vita.
Ne abbiamo passate tante insieme in soli tre mesi, eppure siamo ancora più uniti che mai.
E si, posso dirlo, non vedo l'ora che tutto questo finisca per poter andarmene da Beacon Hills, lasciarmi indietro tutto e costruirmi la mia vita. Con il ragazzo che amo, con Theo.

"A che pensi?" una mano mi stringe i fianchi.
"A te, a noi" sorrido.
"Andiamo a casa?" mi chiede.
"C'è il branco" alzo le spalle.
Theo emette un ringhio frustato.
"Ma la nostra privacy, io dico" sbuffa allontanandosi e raggiungendo l'auto.
Io scoppio a ridere, salendo sul suo pick up nero.

Passiamo vicino ad un piccolo campo abbandonato.
Lui accosta l'auto.
"Perché ti sei fermato?" chiedo.
Lui mi guarda con il suo solito ghigno.
"Ommioddio Theo, ma non possiamo aspettare di arrivare a casa almeno?" rido.
Lui alza gli occhi al cielo:"Manca troppo, e comunque c'è il branco di Scott."
Io sorrido, prendendolo per il bavero della maglia e attirandolo a me, baciandolo con foga.
"Ci sto" sussurro contro le sue labbra, mettendomi a cavalcioni su di lui.
Passa le mani sotto la mia gonna, arrivando alla zip e abbassandola completamente senza troppi indugi, mentre con le dita sfiora la mia pelle nuda.
"Questa è la mia ragazza"

Unconditionally||Theo ReakenWhere stories live. Discover now