3. Sono multitasking

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Andrew

«Brutto bastardo figli di...»

Jack era davanti a me e si stava grattando la nuca con fare imbarazzato. Due giorni prima era stato il suo compleanno e per regalo avevo pensato di prendergli un orologio che desiderava da sempre. Tutto sicuro, quindi, ero andato alla cassa per pagare e la carta era stata rifiutata.

E così anche la seconda.

Mi incazzai di brutto quando realizzai che mio padre mi aveva bloccato le carte e ogni possibilità di avere dei soldi.

Posando l'orologio, uscii dal negozio rosso in volto, ma non per la vergogna. Mio padre era uno stronzo, mi aveva tagliato tutto! Niente soldi su nessuna carta. Provai ovunque, ma niente.

«Però sei stato tu quello che ha detto a tuo padre...» Mi girai di scatto verso Jack con uno sguardo di fuoco e lui si zittì.

Purtroppo, però, aveva ragione. Avevo fatto lo stronzo con mio padre, gli avevo detto che non avevo bisogno di lui, e quindi lui aveva interpretato le mie parole come una sfida.

Cazzo.

Mi scusai con Jack e montai in macchina guidando verso il mio appartamento, dando di tanto in tanto delle botte al volante. Le cose da fare erano due: piangere disperato in un angolo, perché non sapevo come affrontare le spese, oppure andare da mio padre e scusarmi. Scelsi la terza opzione: chiamai mia madre.

Mentre il telefono squillava, però, mi ricordai di come mi pagasse il college e di come anche lei, in parte, dipendesse da mio padre. Così, quando rispose, le raccontai di un incontro di basket andato male e lei ci credette.

Frustrato, poggiai la testa sul volante dopo aver parcheggiato e involontariamente suonai il clacson. Sussultando, scesi dalla macchina sbattendo la portiera e salutai il mio vicino Steven, un ragazzo che studiava psicologia, e forse era proprio di uno psicologo che avevo bisogno in quel momento. Vivevamo in un quartiere abbastanza ricco, perciò iniziai a preoccuparmi nel momento stesso in cui mi resi conto di essere in ritardo con l'affitto.

Di solito pagavo in automatico il giorno stesso, ma una settimana fa mi ero detto "pago più tardi, ora i soldi mi servono per altro". Con il senno di poi, avrei dovuto mettere da parte il mio bisogno di una nuova X-Box, dei preservativi e di cibo inutile come quintali di patatine e birre a fargli da contorno, per pagare il dannato affitto.

Entrai in casa e sbattei la porta.

Ringraziai mia madre per avermi vietato di avere un animale domestico, perché proprio non sapevo come avrei fatto se lo avessi avuto.

Decisi di fare l'unica cosa che in quel momento mi sentivo di affrontare. Mi buttai sul divano, strappai il pacchetto di patatine e iniziai a mangiarle mentre in televisione davano un programma di donne che ballavano senza sosta. I loro drammi da ballerine non furono sufficienti a distrarmi dai miei problemi, così presi il telefono per sentire l'unica persona che ritenevo responsabile di quel trambusto.

"Dove sei?"

Claire ci mise poco a rispondere:

"Da un'amica. Che succede?"

"Il bastardo mi ha tagliato i fondi, senza contare che ha fatto ritirare la macchina e la moto!"

"Cosa?!"

"Lascia perdere. Sono così incazzato ora..."

"Vuoi che venga da te?"

"No, tranquilla... vado al diner,
dico a Jack di raggiungermi."

Puoi trovarmi a New York (COMPLETA)Where stories live. Discover now