Capitolo 36

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Esco fuori da casa sua con le lacrime agli occhi e scendo le scale il più veloce possibile. Appena supero il portone giro nella direzione da cui sono arrivato con Piadina, non riesco nemmeno a vedere la strada per quante goccioline salate mi stanno rigando il viso.
Voglio chiamare mia madre e andare a casa...ma non riesco nemmeno a vedere i nomi dei contatti. Maledizione mi devo calmare!
Mi siedo su una panchina aspettando che le parole di Piadina svaniscono dalla mia mente, ma non succede. Anche se non piango più, mi fanno ugualmente male.
Riesco finalmente a chiamare mia madre, che appena sente la mia voce capisce che è successo qualcosa, dopo pochi minuti viene a prendermi.
Non voglio più vederlo. Come ho fatto ad innamorarmi di lui? Come ho potuto credere che fosse diverso da come si è sempre presentato? Come ho potuto sprecare il mio primo amore con uno come lui?

Come posso essere qui il giorno del suo diploma dopo quello che mi ha fatto?
Già, oggi mi sono alzato e ho deciso di andare a farmi un giro, ma non pensavo che le mie gambe mi portassero proprio qui, da lui.
Perché non ho cambiato strada?
Sono stato distratto dal pensare e ripensare a quello che mi ha detto Piadina che non mi sono accorto di nulla...solo quando ho sentito le varie voci di ragazzi ho capito dove ero.
E ora? Potrei prendere e tornarmene a casa senza nemmeno aspettare di vederlo da lontano, posso fare finta di niente. Ma non ci riesco...
Cosa voglio dimostrare stando qui? Il mio orgoglio mi impedisce di infrangere una promessa? Direi di sì, anche se abbiamo litigato gli avevo detto che ci sarei stato in questo giorno. Bhe...se resto lontano vale comunque no?

Sono talmente tanto concentrato a cercare con gli occhi quel ragazzo odioso, che non mi accorgo di avere al mio fianco una donna finché non la sento pronunciare il mio nome. È alta e magra, indossa un vestito rosso attillato che gli arriva appena sopra al ginocchio, scarpe col tacco nere, i capelli lunghi e neri come la pece legati in una coda di cavallo alta e non so per quale motivo ma ha un viso familiare, eppure sono certo di non averla mai vista prima. Chi sarà mai?

X: Ciao, tu devi essere Paga giusto?
Paga: Emm...si, ma come fa a conoscermi?
X: Oh mio figlio parla continuamente di te. Sembri un ragazzo fantastico. 
Paga: Suo figlio?
X: Si! Piadina.

Ora capisco tutto, ecco perché mi sembrava un viso familiare.
Piadina non mi ha mai descritto sua madre...come facevo a riconoscerla?
Mentre cerco qualcosa da dire per continuare la conversazione vedo un uomo avvicinarsi a lei, deve essere il suo fidanzato. È calvo, alto, magro, indossa una camicia azzurra, dei jeans del medesimo colore e degli occhiali da sole. Mi sembra una persona niente male a prima vista e da quello che mi ha raccontato Piadina è anche un ottimo padre.

X: Comunque piacere io mi chiamo Laura e lui è Gianluca.
Gianluca: Piacere, sei paga giusto?
Paga: Si sono io, piacere mio.
Laura: Sei qui per mio figlio?
Paga: Ecco in realtà...
Piadina: Mamma! Gian! Hey...e tu che ci fai qui?

Ecco e ora? Che faccio?! Non posso dirgli che sono qui per caso o sua madre e il suo compagno ci rimarranno male...ma non posso nemmeno far finta di niente. Paga tira fuori un'idea!
Mi sento i suoi occhi addosso, il suo sguardo brucia e fa male. Non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi e non so se si tratta di rabbia o di timore.
Qualcuno mi aiuti e mi venga a tirare fuori da questo guaio!

Laura: Come perché è qui? Per te mi sembra ovvio.
Piadina: Ah, per me?
Paga: Emm...
Gianluca: Com'è andata peste?
Piadina: Bene, non era niente di così tanto difficile come pensavo.
Laura: Allora andiamo a festeggiare? Paga vieni anche tu?
Paga: Come? In realtà io avrei da fare...
Gianluca: Hai qualcosa di più importante del festeggiare il tuo ragazzo?
Paga: Il mio che?!
Laura: Massì lo sappiamo che state insieme è palese, Piadina non smette un attimo di assillarmi, parla in continuazione di te.
Gianluca: Concordo. Dai vieni con noi ti divertirai.
Piadina: Dai Paga vieni.
Paga: Piadina...
Laura: Susu! Andiamo!
Paga: Ma-

Perché fai così se mi ami? Where stories live. Discover now