Capitolo 1

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Sono così agitata sta mattina che non riesco neanche a dormire, oggi ci sarà uno degli allenamenti della squadra Italiana di calcio, e non un qualsiasi allenamento, finalmente dopo molto tempo e diverse preghiere ho convinto mio padre che é l'allenatore della squadra, a portarmi con lui ad un allenamento dei ragazzi.
Amo il calcio, lo seguo da tutta la vita é una delle mie più grandi passioni e poi, con mio padre, che é uno dei migliori  allenatori italiani non potrei farne a meno.
Mi alzo, e comincio subito a prepararmi, subito dopo scendo in cucina dove mio padre é già pronto per uscire e mi sta aspettando.
"Veloce o faremo tardi"
"Tranquillo é ancora presto non faremo tardi"
È incredibile quanta fretta abbia ogni volta che si parla di calcio.
Casa nostra dista solamente a cinque minuti dal campo dove i giocatori si allenano, e noi, ben trenta minuti prima siamo già in macchina pronti a partire.
In macchina non parliamo molto, ansi non parliamo a fatto, di solito sono io ad iniziare il discorso, ma oggi no, sono troppo emozionata per parlare.
Arrivati lì non c'è ancora nessuno, così decido di aiutare mio padre a preparare tutti gli attrezzi per l'allenamento di oggi.
"Sara perfavore, non farmi fare brutte figure"
"Cosa?" Seriamente? Questa é l'unica cosa che ha da dirmi dopo ben venti minuti?
"Dai lo sai cosa intendo, ci saranno la maggior parte dei giocatori che ammiri di più, cerca di non comportarti come una bambina"
"Ho diciannove anni, papà non sono una bambina, so comportarmi come si deve anche senza che tu me lo ricordi"
Accenna un sorrisetto ed io ricambio, gli voglio bene, molto bene ma quando mi tratta come una bambina non lo sopporto proprio.

Dopo qualche minuto di attesa arrivano i giocatori ed io sono al settimo cielo, non riesco ancora a credere che sto per incontrare alcuni dei giocatori che ammiro da tutta una vita.
"Manca Nicolò. Dov'è Nicolò?" Chiede mio padre interrompendo i miei pensieri e spostando la mia attenzione sui ragazzi, non capisco se sia più seccato o arrabbiato.
"Sta arrivando, é qui fuori che  parcheggia l'auto" Risponde Lorenzo Insigne.
Adoro quest'uomo, é super divertente, o almeno credo che sia divertente, da quello che mi racconta mio padre e da quello che vedo nelle storie dei vari giocatori, sembra super simpatico, poi é un grande giocatore, ed é soprattutto per questo che lo ammiro tantissimo.
"Lei chi é?" Continua Lorenzo  facendo un cenno con la testa verso di me.
"Oh già quasi dimenticavo" Fa una piccola pausa mi fa segno di avvicinarmi e proprio appena inizia a parlare, BUM, si spalancano le porte dello spogliatoio con molta violenza e da li entra proprio lui, NICOLÒ BARELLA, ancora non riesco a credere di incontrarlo, é forse il giocatore che ammiro più di tutti, e poi é anche parecchio carino.
"Era ora, hai sempre un tempismo eccezionale, siediti stavo parlando" Non capisco se sia arrabbiato o meno, sarà sicuramente un misto di rabbia e seccatura, forse no, non lo so vivo con quest'uomo da diciannove anni ma ancora ora stento a capirlo.
"Come dicevo, prima che qualcuno mi interrompesse, lei é mia figlia si chiama Sara e da oggi assisterà ad alcuni dei  vostri allenamenti"
"Piacere Sara" Riesco a dire solo questo prima di bloccarmi. Sono una ragazza molto timida e stare davanti ad un'intera squadra di calcio mi riempe di ansia e terrore.
Alcuni rispondono dicendo 'piacere' altri annuiscono altri accennano un sorrisetto, e devo ammettere di sentirmi parecchio in imbarazzo, non riesco a non notare che da quando é entrato instanza Nicolò non mi ha staccato gli occhi di dosso, é veramente un bel ragazzo devo ammetterlo ed il suo sguardo mi mette un po' di pressione anche se non capisco il perché.
"Bene adesso basta parlare andiamo"
Tutti si alzano e corrono in campo per cominciare l'allenamento, mente si allenano io sto seduta sulle panchine con il telefono ogni tanto alzo lo sguardo e guardo l'allenamento, o almeno fingo di guardarlo, il mio sguardo finisce sempre su di lui, ogni tanto capita di incrociare per sbaglio il suo sguardo ma non capisco se si tratti di casualità o se mi stesse guardando prima che io alzassi la testa, o magari é tutto nella mia testa chi lo sa.

Finito l'allenamento tutti si dirigono tutti  negli spogliatoi, tutti e certo me, io invece resto fuori con mio padre che sta scrivendo qualcosa su un quaderno, penso una nuova strategia.
Finalmente torniamo a casa ed anche se io non ho fatto nulla sono molto stanca e crollo subito sul divano addormentandomi e saltando la cena.

Ho bisogno di te... //Nicolò Barella Where stories live. Discover now