Capitolo 3

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Anche oggi mi sveglio molto tardi sono circa le tre del pomeriggio, mi sento parecchio stordita, ormai é una cosa normale, comincio a pensare di dover trovare un lavoro, almeno mi alzerei ad orari decenti ed avrei dei risparmi tutti miei che mi sono guadagnata, e non quelli di mio padre. Ormai ho diciannove anni sarebbe l'ora di cominciare a responsabilizarmi ed essere indipendente, magari chi lo sa potrei anche andare a vivere sola,
Prendo il telefono ed apro il gruppo con le mie amiche, che stanno organizzando un'uscita in centro, decido di uscire con loro anche io non le vedo da molto.
Faccio una doccia e metto su un pantaloncino ed una maglia, scendo in cucina a dare il buongiorno a mio padre e per mangiare qualcosa.
"Buongiorno" Do un bacio sua guancia a mio padre.
"Dormito bene?"
"Molto" Gli faccio un sorriso e lui  ricambia
"Papà, volevo chiedertiuna cosa... sta sera posso uscire con le mie amiche"
"Si certo tesoro vai e divertiti"
"Grazie" lo abbraccio e preparo il pranzo per noi due.
"Papà volevo chiederti un'ultima cosa"
"Si dimmi tutto tesoro" Non so come reagirà ma non penso la prenda male alla fine rendermi autosufficiente e trovare un lavoro non sarà poi un male.
"Volevo chiederti se potessi aiutarmi a trovare un lavoro, sai anche per responsabilizarmi e per avere dei miei risparmi" Mi guarda per un po' e poi continua.
"Saprei già dove mandarti in realtà, c'è un bar a circa dieci minuti da qui che cerca del personale, se vuoi posso parlargli di te" Bhe sarebbe perfetto é anche vicino casa.
"Si sarebbe meraviglioso, grazie mille, sei il migliore"
Mi siedo a tavola e dopo aver posato entrambi i piatti cominciamo a mangiare; prendo il telefono e controllo le notifiche,
 
     "Sta sera alle 8 al bar Del Viale."

"Sara io vado tra poco inizia l'allenamento" L'allenamento é tra circa un ora. ma va bene.
"Vabbene, divertiti" So che non si divertirà é molto serio quando allena. Vorrei molto andare con lui ma per una volta preferisco prepararmi per uscire con le mie amiche, un po' di divertimento non ha mai ucciso nessuno.
Apro l'armadio e decido di mettere un tubino nero che mi sta abbastanza bene, un paio di tacchi neri e una borsetta nera con la catena color oro che abbino accessori oro i capelli invece decido di lasciarli sciolti, li ho semplicemente piastrati non mi andava di fare particolari acconciature.
Esco di casa e Vera é già giù che mi aspetta in macchina, la saluto dandole un bacio in guancia, Vera é la mia migliore amica e la conosco da praticamente tutta la vita.
"Allora novità?" Non ci sentiamo da circa due giorni, nulla di che ma con Vera non si sa mai cosa può succedere.
"Si, brutte e tristi novità" Vera scherza sempre ma sta volta sembra molto seria.
"Cos'é successo?" Sono, veramente preoccupata sinceramente, anche se non ho la più pallida idea di cosa sia successo.
"Davide ed io abbiamo chiuso definitivamente"
"COSA?!" Non può essere vero stavano insieme da ormai 5 anni non possono lasciarsi così.
"Si, ho scoperto di essere un bellissimo esemplare di cervo" Che stronzo
"Oh, mi dispiace molto... Sai da quanto andava avanti?"
"Tre mesi" sta quasi per piangere, quando ferma la macchina e io gli salto addosso per abbracciarla.
"Mi dispiace tantissimo" mi allontano un po' da lei.
"Se vuoi possiamno andare a casa mia a guardare un film"
"No tranquilla ho bisogno di uscire e non pensarci, adesso andiamo che le altre ci stanno aspettando" si asciuga le lacrime ed io le sorrido, scendiamo e le altre sono già tutte lì.
"Finalmente" Ci rimprovera scherzosamente Maria.
"Ehy che succede" Maria si accorge subito che Vera ha pianto
"Si tesoro hai gli occhi rossi e gonfi" anche Valeria se ne accorge subito.
"Io e Davide... Bhe ecco... Ci siamo lasciati" Non lascia il tempo di parlare alle altre.
"Ma non voglio pensarci sta sera ci divertiamo e non pensiamo a nulla, solo noi, va bene?" Mentre io e le altre siamo un po' dubbiose Martina chiama subito il cameriere ordinando un giro.
"Ha raggione, il primo giro lo ofro io" Martina é sempre pronta a festeggiare, amo questa ragazza tira sempre su il morale a tutti.
Beviamo un po', forse troppo, la testa comincia a girarmi ma tocca e me ofrire, quindi mi dirigo al bancone per prendere altro alcol e mentre aspetto, noto qualcuno di molto familiare, mi sembra di averlo già visto, lo fisso per un po' cercando di capire chi sia fin quando...
"Cazzo" é Nicolò e penso anche che si sia accorto che io lo stessi fissando e in più non posso neanche lasciare il banco dato che sto aspettando il barista, mi giro cercando di nascondermi il più possibile, preferirei evitare di farmi vedere quasi ubriaca da lui, ma i miei sforzi si rivelano inutili.
"Ehy" Cazzo mi ha riconosciuta.
"E-ehy" No non ci credo sto veramente balbettando.
"Mi stavi fissando?" Cazzo se ne é accorto, voglio sotterrarmi
"No, non ti stavo fissando" Stupida.
"Sicura? Perché il tuo sguardo era su di me da circa cinque minuti" Ride leggermente e continua a guardarmi
"Ecco a lei signorina" Non sono mai stata così felice di vedere il barista, cioè in realtà sono sempre felice di vederlo, apro il portafoglio ma Nicolò mi ferma
"Lascia faccio io"
"No tranquillo" Non ci credo ora vuole pure pagare al mio posto?  Neanche mi conosce.
Cerco la carta nella borsa ma tra il buio e la mia testa che gira non riesco a prenderla, porge la sua carta al barista prima di me, ha vinto per sta volta solo perché sono un po' brilla.
"Grazie ma non dovevi"
"Divertiti" Si allontana sempre col sorriso in faccia, quanto é bello.
Ok, Sara riprenditi.
Prendo il vassoio e vado al tavolo dove le mie amiche mi aspettano.
"Perché ci hai messo così tanto?" il barista si era scordato di me.
Non posso mica dirgli che ho incontrato Nicolò Barella e che mi ha pagato il conto.

Dopo aver fatto fuori altri 4 giri decidiamo di uscire dal locale per tornare a casa, anche se nessuna di noi é in condizioni di guidare o anche semplicemente di camminare, sono quasi le due e devo urgentemente tornare a casa.
Da lontano noto che la figura di Nicolò si sta avvicinando a me, mi sta seguendo?
"Oh no" Mi scappa e le mie amiche mi guardano incuriosite.
"Ti serve un passaggio?" Le mie amiche mi guardano un po' scioccate e Maria non tarda a precisare.
"O mio Dio ma tu sei... Possiamo farci una foto... Sai ora che ti vedo bene devo ammettere che sei davvero bello" Grazie Maria, grazie molte.
"Ignorala ha bevuto troppo"
"Tranquilla" Ride, mi sembra imbarazzato, lo capisco.
"Allora? Ti porto a casa io? Mi sembrare un po' ubriache non sarà il caso di tornare sole"
"Grazie veramente ma non posso lasciarle qui..."
"Oh vai tranquilla mia madre viene a prenderci qui" Questa é forse la notizia migliore ma allo stesso tempo peggiore della serata.
"Già e poi se tuo padre si arrabbia con te domani se la prende con noi" Scoppio a ridere, per quanto strano é vero mio padre non se la prende mai con me, anche se si arrabbia poi se la prende con qualcun'altro.
"Va bene andiamo" mi alzo e vedo tutto girare riesco però a stare ferma.
Saliamo in macchina, ma nessuno dei due prova a parlare, non ci conosciamo bene e sinceramente non so che dire in questo momento sono abbastanza in  imbarazzo.

Arrivati fuori casa mia mi aiuta a scendere dalla macchina, mi apre la porta di casa, io non riesco farlo sola vedo tutto girare e non riesco a centrare la serratura.
"Grazie mille ma adesso riesco anche da sola"
"Sicura?"
"Si tranquillo vai pure e grazie ancora per il passaggio"
"Va bene, ci vediamo"
"Buonanotte"
"Notte" Mi chiudo la porta alle spalle é stato davvero gentile e premuroso a portarmi a casa, mi dirigo in camera e metto su il pigiama, sono troppo stanca per fare la doccia la farò domani appena sveglia.

Ho bisogno di te... //Nicolò Barella Where stories live. Discover now