三十

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*Jeno*

Ero seduto sulla panchina ad aspettare l'arrivo degli altri, che non sarebbe tardato, o almeno spero per loro; saremmo dovuti arrivare a scuola presto, per partire quattro giorni in gita con la scuola. Saremmo andati all'isola di Jeju, quindi oltre a un viaggio non troppo corto con il pullman avremmo dovuto prendere persino il traghetto. Per questo dovevamo essere davanti al cancello di scuola alle sei e venti del mattino. Ci avrebbero segnati come presenti e poi via, saliti sul pullman avremmo abbandonato Seoul e le nostre famiglie per quattro giorni. Avremmo fatto le più belle esperienze, secondo i professori, ovviamente. Gita turistica per visitare la prima parte dell'isola, appena arrivati. Il pomeriggio e la sera restanti potevano rimanere nella sorta di villaggio che ci ospiterà, contenente anche la piscina all'aperto e quella al chiuso. Le camere le potevamo scegliere noi, ma con l'opzione di non poter stare maschi e femmine nella stessa stanza, o avremmo sicuramente combinato qualche guaio, sempre secondo i prof.

Il giorno dopo saremmo andati a visitare il Jeju Stone Park. E nel pomeriggio la Bijiarim forest. Gli altri due giorni dedicati l'uno a visitare un parco a tema, e l'altro per le spiaggie più belle.

-Hyung- venni risvegliato dalla voce bassa e assonnata di un piccolo esemplare di Jisung che mi venne incontro, stropicciandosi gli occhi. Non sembrava così playboy quando stava con noi. Sorrisi e mi alzai aggiustandomi lo spallaccio dello zaino. -Buongiorno, Jisungie~- gli accarezzai i capelli col mio solito sorriso sulle labbra.

-mmh... Gli altri?- disse lui sedendosi e io alzai le spalle. -Non so dove siano, e spero per loro che arrivino in fretta- dissi guardando in giro. -Ma... Con Akiha? Vi siete lasciati veramente?- chiese e io ghignai leggermente. Mi andai a sedere accanto a lui e negai con la testa. -Perché lo chiedi?-

-Sabato mattina ti ho visto uscire da casa sua, sai io abito di sopra...- spalancai gli occhi. -Scusa ma quando ti sei trasferito?!- chiesi incredulo. -Mio padre non poteva più fare gli straordinari, e gli hanno abbassato la paga, per cui ci serviva una casa più piccola e soprattutto meno costosa. Siamo nella soffitta. Ma è carino- disse aggiustandosi i capelli con una mano. -Non ne sapevo nulla... Avresti potuto chiedere e ti avremmo aiutato, e poi Chele vive da solo a momenti, vi avrebbe potuto ospitare senza spendere un sold- mi fermò. -No. Non voglio che le persone ci guardino con occhi diversi solo perché non siamo più la famiglia Park di un tempo. Dopo che mia madre se ne è andata, è andato tutto a farsi fottere. E preferisco io aiutare mio padre con dei lavoretti part-time, che ricevere aiuto da lei, o disturbare il mio migliore amico. Jeno. Non mi dà fastidio vivere lì. È comodo, e poi sono più vicino a scuola- sorrise quasi forzatamente. -Scusa- dissi guardandolo negli occhi dispiaciuto. Non volevo ricordargli tutto. So che è stato molto difficile per lui, e per questo che è diventato quello che è ora. -Non è nulla, so a cosa stai pensando, ormai ti conosco troppo bene. E comunque tu non hai risposto alla mia domanda. Tu. Akiha.- disse sorridendo stavolta sinceramente.

-Ti interessa così tanto? Pensavo che non ti ricordassi nemmeno il nome- risi io. -sai, non ti ho mai visto così protettivo come lo eri venerdì alla festa, se non per noi. Ma mai per una ragazza. Ti sei procurato un bel occhio nero... E quel cerotto alquanto discutibile- rise alla fine sfiorandolo con un dito. -Yah! Il mio cerotto è bellissimo. Li usavo quando ero piccola- disse una voce femminile alle nostre spalle. Ci voltammo e notammo Akiha in compagnia di Sakori e Jaemin.

Sorrisi e mi alzai dalla panchina. -Si parla del diavolo, ed ecco che spuntano le corna- disse sussurrando Jisung che ottenne un'occhiataccia offesa dalla mia ragazza. Mi avvicinai a lei e lei mi salutò con un abbraccio. -Come hai fatto a venire qui senza che Sooyu ti si accollasse?- chiesi ricambiando l'abbraccio e accarezzandole i capelli. -Mi ha detto che sarebbe venuta direttamente a scuola, dato che non voleva stare con le mie amiche, sai, lei ora fa parte del gruppo di Haejoon.- alzò la testa e mi guardò negli occhi.

-Almeno ci lascia un po' di tempo soli- sorrisi e mi abbassai leggermente, sorrise anche lei e chiuse gli occhi prima che le nostre labbra si toccassero. -Ragazzi, prendetevi una stanza, o andate più lontano! Troppo zucchero. Mi verrà il diabete- offeso, Jisung si allontanò leggermente. -Prima sembravi interessato al nostro amore, piccolo feto- sorrise Akiha soddisfatta, guardandolo. -Volevo solo capire come stavano andando le cose in amore del mio migliore amico...- disse facendo una smorfia, per poi prendere a parlare con gli altri due che si erano seduti sulla panchina accanto a lui.

Mi rivoltai verso la mia ragazza. -Oggi glielo dirai?- chiese portando una mano tra i miei capelli e pettinandomeli all'indietro. -Mmh, oggi glielo dirò, non starò con lei solo per i suoi capricci, io amo te ed è con te che voglio stare- dissi serio accarezzandole il fianco.

Lei annuì quasi assente. -Ehi...- le accarezzai la guancia. -Amore..- provai ad ottenere la sua attenzione. Ma nulla. -Ho paura- sorrise ansiosa, finalmente guardandomi. Corrugai la fronte, non capivo. -Ho paura che perda anche te...Jeno non voglio che tu ed io ci lasciamo, insomma sei il ragazzo che amo più di ogni altra cosa.- disse sorridendo ancora ma si vedevano le lacrime riempire i suoi occhi. -No, amore no... Io non ti lascerò, sai quanto ho aspettato di averti? Non ti lascerei per nulla al mondo- mi abbassai leggermente e poggiai la fronte sulla sua. -Sarei un pazzo a lasciarti... E io sono tutto ma non pazzo- risi provocando la sua risata meravigliosa. -E poi... Voglio rifare mille volte quello che abbiamo iniziato a fare in camera tua- sussurrai attirandola a me, facendo congiungere i nostri corpi. -Scemo- disse divertita avvicinandosi e lasciandomi un bacio a stampo. Sorrisi, chiusi gli occhi e ricambiai, approfondendo il tutto.

Mi staccai senza fiato. -So che anche tu vuoi rifarlo... Piccola- allungai le labbra in un sorriso dolce che fece illuminare i suoi occhi. Era incredibile, ma ogni volta che la toccavo... Che la baciavo... Che le stavo accanto, o anche solo guardarla, tenerle la mano, mi facevano battere il cuore all'impazzata. -Mmh... Potrebbe darsi che voglia farlo anche io di nuovo... E magari andare anche oltre, senza nessuno che ci interrompa- disse riavvicinandosi a me e ribaciandomi. Strinsi la presa sui suoi fianchi. Prevedo una gita movimentata.

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𝐃𝐈𝐀𝐑𝐘Where stories live. Discover now