Non voglio trasferirmi. ( I )

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¡WINTERSPIDER!
James Bucky Barnes x Peter Parker.

Avere due vite era complicato, e ancora di più quando queste ultime erano completamente diverse le une dalle altre. E beh, di questo problema il massimo rappresentante era sicuramente Peter Parker: se da una parte c'era un nerd che tutti odiavano senza un apparente motivo ma che aveva almeno due o tre amici sinceri, dall'altra parte c'era Spiderman, un supereroe amato da tutti ma che fra tutta quella fama era terribilmente solo.

A volte era difficile essere entrambi, perché in fondo se si sentiva amato nei panni del supereroe, sapeva che nessuno lo accettava davvero per quello che fosse, perché altrimenti lo avrebbero adorato anche senza quella maschera. Lo avrebbero amato come facevano con il signor. Stark.
A volte ci pensava a quanta ironia ci fosse nella sua vita, ma poi finiva con il zittirsi da solo perché nemmeno nella sua mente si permetteva di paragonarsi ad Anthony Stark.

Arrivò davanti al suo appartamento; cercò nelle proprie tasche le chiavi e quando le trovò aprì la porta.

«May! Sono a casa!»
Disse, alzando di poco la voce per farsi sentire, e richiuse la porta alle sue spalle con un debole calcio. Si tolse le cuffiette bianche, guardandosi attorno, e trovò sua zia a guardare la televisione.

«Ehi Peter! Come é andata a scuola?»
Domandò la donna, voltandosi nella sua direzione e mettendo un braccio sul comodo schienale del divano.

Il ragazzo le si avvicinò, chinandosi e stampandole un bacio sulla guancia.
«Tutto bene, ho preso un' A+ al compito di algebra.»

La zia ridacchiò, scuotendo la testa.
«Sei proprio un secchione.»

«Le zie normali dovrebbero essere fiere del proprio nipote!»
Rise anche lui, avviandosi verso il corridoio di camera sua.

In risposta sentì solo l'ennesima risata, e quella bastò a migliorargli già l'umore.

Quando si sentiva triste bastava parlare con lei, o con Ned o con MJ per sentirsi di nuovo felice.

Era strano come delle persone potessero così facilmente condizionarti la giornata, ma alla fine andava bene così.

Aprì la porta di camera sua e si tolse lo zaino dalla spalla destra, lasciandolo scivolare e poggiandolo a terra. Prima che potesse fare anche solo un altro passo, sgranò gli occhi, vedendo l'ultima persona che voleva vedere, seduta sul suo letto.

«C-Cosa- Che ci fai qui?»
Domandò velocemente prima di affrettarsi a chiudere la porta. «Mia zia sa che sei qui?»

«Sono entrato dalla finestra.»
Rispose tranquillo, come se fosse la cosa più normale al mondo e Peter già poteva dire di star perdendo la testa.

Dio, erano due mesi che non aveva contatti con gli Avengers e il suo stressometro era arrivato sotto lo zero; era bastato rivederne uno per farlo risalire oltre il limite possibile.

Si avvicinò alla sua scrivania, corrugando la fronte.
«Perchè sei qui? Se May ti avesse visto sarebbe stato un casino.»

«Sono stato una spia prima di un soldato.»

«Non importa Bucky! Non puoi entrare in camera mia senza permesso! Non dopo- dopo due mesi che non ci vediamo!»
Sussurrò-urlò, prima di voltarsi dall'altra parte e prendersi il viso fra le mani.

Perché quando tutto sembrava andare bene, tutto tornava a farsi pesante?

Si strofinò le mani sul viso, tirando poi i capelli all'indietro in un gesto nervoso, poi si voltò verso il soldato d'inverno.

Spiderman // One-shot.Where stories live. Discover now