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Un raggio di sole penetrava, solitario, dalla porta d'ingresso.

Illuminava il suo viso, faceva risplendere la sua pelle violacea, e provocava in lui una piacevole sensazione di calore. I suoi occhi erano chiusi, le labbra leggermente aperte per permettere ad un po' d'aria fresca di penetrare, finalmente, nei suoi polmoni, ed il suo petto si alzava ed abbassava in maniera lenta e costante. Assaporava quel momento, mentre una guardia da qualche parte vicino a lui diceva qualcosa che però non riusciva a sentire.

Qualche minuto, due al massimo, e sarebbe stato libero.

La guardia lo spinse fuori dalla cella d'attesa fino all'ingresso, dove gli vennero ridati i suoi effetti personali: tre piercing per il naso ed una maglietta. Era la maglia che gli aveva regalato la persona di cui era innamorato, la notte prima di sparire dalla sua vita per ben cinque anni. Il ragazzo la guardò con un mezzo sorriso: era una maglia bianca, con sopra scritta una cosa... C'era scritto ti aspetterò sul bordo di una manica. Era un messaggio in codice: il ragazzo, tanto tempo prima, aveva ustionato la mano della persona che gli aveva fatto quel regalo, e quindi lei aveva deciso di scrivere quella frase proprio lì.

"Sono cinque anni che sei qui" gli disse la guardia "mi dici chi cavolo si chiama Hanako?" il ragazzo fece una faccia stupita, ed alzò lo sguardo verso l'omone che gli aveva rivolto la parola "Lo ripeti ogni notte, quel nome: Hanako, lo dici sempre." Touya sospirò profondamente.

"Davvero lo dico ogni notte?"

"Sempre. Non ero tenuto a dirtelo prima ma ora non sei più un prigioniero quindi... Chi è Hanako?" il ragazzo sorrise amaramente.

"La persona che mi ha cambiato la vita, la prima che mi abbia mai amato" la guardia alzò un sopracciglio.

"Non è mai venuta in tutti questi anni... Ero io che controllavo i tuoi visitatori, sai?" Touya guardò la scritta sulla maglia.

"Ah si?"

"Sì"

"E non è mai venuta"

"No"

"Non è che non me la facevate vedere, quindi?"

"No" la guardia lo guardò storto.

"E quindi?" gli chiese, con un sopracciglio alzato.

"E quindi niente" in quel momento, l'addetto alla sicurezza gli tolse il bracciale magnetico del carcere, e le porte si aprirono definitivamente.

Touya lanciò un'ultima occhiata all'interno, per poi voltarsi verso quella chiazza chiara che era il mondo ed uscire. Venne investito subito da un'aria fresca, che gli scompigliò i capelli - ormai tornati al loro colore naturale - e gli entrò nei polmoni. Finalmente, aria vera. Aria libera.

Il ragazzo fece qualche passo giù per la scalinata, poi si guardò attorno: gli alberi che circondavano la struttura erano mossi da un leggero venticello, c'erano delle persone che passeggiavano con i cani ed altre sedute sulle panchine che chiacchieravano. Nessuno fece caso a lui, che scendeva la scalinata un passo alla volta, godendosi ogni istante.

Il cielo era azzurro, sembrava non fosse vero.

Quanti anni era che non vedeva il cielo?

Poi, a qualche passo da lui, Touya vide una figura che conosceva bene: aveva la pelle olivastra, i capelli neri e ricci le circondavano il viso, e le sue labbra troppo piccole presentavano un bellissimo sorriso. Le lacrime le scendevano, candide, lungo le guance, e le cadevano lungo il collo. Era bella, più bella dell'ultima volta che l'aveva vista, eppure lo guardava sempre con lo stesso sguardo. Con lo sguardo di chi è pronto a mettere tutto in gioco per te.

Touya si fermò a due metri da lei, forse uno.

Rimasero a guardarsi, per qualche minuto. In silenzio.

Poi Hanako fece un passo avanti, anzi due, anzi tre, ed arrivò a qualche centimetro di distanza dal ragazzo. Allungò la mano a toccare la sua guancia, e poi la fece scendere sul collo, sulla parte di pelle bruciata. Sorrise ancora di più nel vedere che stava usando la maglia che gli aveva regalato.

Quando alzò gli occhi, vide che anche lui piangeva.

"Mi sei mancata, Hanako" mormorò lui, la voce roca.

Hanako lo abbracciò stretto.

"Mi sei mancato anche tu, Touya" rispose, per poi protendersi in avanti e baciarlo.

Ora, non si sarebbero più dovuti parlare solo nel buio.

Parlami nel buio - Dabi, BNHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora