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Skip time, 4 anni dopo.

Il fuco ardeva, la distruzione era ovunque, l'unico rumore che si percepiva era quello delle fiamme che avvolgevano ogni cosa e la deterioravano, fino a consumarla completamente e distruggerla. Il calore riempiva l'aria, estirpando qualsiasi rado residuo d'acqua. Ogni tanto si sentiva un tonfo sordo, causato dalla caduta di un pezzo di palazzo o di qualcos'altro di pesante. Magari una macchina o un furgone.

Si sentiva il suono delle sirene, da qualche parte, eppure non si vedevano né ambulanze né volanti della polizia, perché il fumo avvolgeva ogni cosa.

Di esseri viventi neanche l'ombra: che fossero civili, poliziotti, Heroes o Villain, non c'era nessuno che potesse sopravvivere in una tale situazione di calore.

Solo due corpi si muovevano, nel fumo, ma erano davvero definibili esseri umani? Un uomo che distrugge la sua stessa famiglia, ed uno che logora fino all'esaurimento tutti coloro che gli hanno teso la mano, sono davvero definibili esseri umani? Non lo so io che sto scrivendo, ma non lo sapevano neanche loro: si muovevano, ormai alimentati solo dalla loro rabbia interna e dal loro desiderio personale di vendetta, ma senza uno scopo ben preciso. La battaglia era persa, per entrambi, ed allora perché continuare a lottare?

Forse perché, anche se la guerra è finita, gli ideali di ambedue le parti rimangono validi, e sebbene non si scateni uno scontro ufficiale nascono, inevitabilmente, queste risse. Ma era davvero chiamabile rissa, quella che stava avvenendo? O era soltanto uno sfogo di due esseri viventi senza uno scopo, che si battono solo per dare una forma concreta ai loro sentimenti, e si colpiscono a vicenda nel tentativo di estirpare quelle fiamme che tanto ardevano attorno a loro?

Difficile a dirsi, in realtà, cosa fosse quella cosa: forse uno sfogo, sì, o forse la resa dei conti. In entrambi i casi, quello che stava accadendo era al limite dell'umanità.

I loro corpi era come se danzassero, le loro espressioni erano le stesse eppure con significati completamente diversi, i loro occhi esprimevano la stessa follia, e le loro mai emanavano lo stesso, anche se quelle dell'uno non odoravano come quelle dell'altro.

"Sei un bastardo!" gridò Shoto, lanciando una fiammata così calda che rischiò di far andare in fumo i capelli del suo avversario "Io mi fidavo di te, ci fidavamo tutti!"

"Razza di cretini!" rispose, ridendo, Dabi, per poi emettere a sua volta un'ondata di fuoco blu che rischiò in incenerire il fratello minore. Sul volto aveva un sorriso pazzo, sadico, colmo di odio e di ricerca di vendetta.

"Ti abbiamo dato la nostra comprensione, ti abbiamo perdonato, è così che ringrazi?" Dabi rise di cuore a quell'affermazione, e si scansò di lato per evitare di morire incenerito dalle fiamme di Shoto.

"Siete più stupidi di quello che pensavo: come avete potuto credere che io fossi cambiato? Touya è morto, l'avete detto pure voi, il suo posto a questo mondo è stato occupato!" affermò poi, lanciando un colpo per distruggere una catena, che teneva un peso proprio sopra la testa del fratello.

"Bastardo!" gli gridò quello, scansandosi in tempo "Noi ti abbiamo dato tutto, cosa vuoi ancora!?" Dabi sorrise, e tese una mano contro Shoto.

"Non è chiaro?" chiese, inclinando il capo "voglio vedere questo mondo bruciare" disse, per poi far scaturire dalla mano un'ondata di calore che investì il fratello.

In quel momento arrivarono, in suo soccorso, Izuku e Katsuki, che si misero davanti a Shoto e lo protessero dal fuoco di Dabi, col solo risultato di farsi molto male, per poi venir spazzati via con lui.

"Razza di bastardo di merda... Ti farò esplodere!" gli gridò Katsuki, scagliandosi contro di lui, ma il ragazzo lo evitò con discreta facilità e gli sparò una fiammata in schiena.

Parlami nel buio - Dabi, BNHAWhere stories live. Discover now