2. Un dannato bugiardo

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Lente erano le carezze.

Blitzø teneva gli occhi chiusi mentre gli artigli di Stolas gli percorrevano la curvatura della schiena, leggiadri si muovevano dall'alto verso il basso, sempre pronti a spingersi fino in profondità. L'Imp si lasciò scappare un sospiro, tenendo le braccia intrecciate sotto al mento per assumere una posizione più comoda, con la punta della coda che faceva capolino dalle lenzuola cremisi.

Un'altra notte di sesso.
Un altro incontro occasionale, fatto di scambi di salive e gemiti che riecheggiavano nel buio della stanza. Un circolo vizioso senza né capo né coda, Blitzø si rendeva conto di aver oltrepassato il limite della decenza, ritrovandosi intrappolato in un rapporto a cui non riusciva a dire di no. Non poteva e non voleva.
Non amava Stolas, non l'aveva mai fatto.
Era soltanto l'unico che gli permetteva di lavorare, di mandare avanti l'azienda che aveva aperto con le proprie forze e per cui aveva sacrificato tanto.

Anche sé stesso.

Magli ultimi periodi erano stati drastici, qualcosa era cambiato in Blitzø ed era un fatto noto a chiunque. Ancora una volta la vita l'aveva messo a dura prova, l'Imp si era ritrovato con il sedere per terra e senza un motivo apparente. Conoscere Striker era stato un duro colpo, ogni giorno sentiva le ambizioni farsi più lontane e i sogni che mano a mano andavano in frantumi.
Si sentiva uno sciocco ad esserselo fatto scappare, ad inventarsi mille pretesti idioti per presentarsi a casa di Stolas con l'intento di monitorare la situazione. Non lo faceva apposta ad infilarsi di prepotenza nel letto, a culminare quelle visite clandestine con un coito.
Era consapevole del guaio in cui si stava cacciando, era assolutamente vietato alimentare la dannata fiamma del sentimento nata nel cuore del Principe infernale.

«Stai ancora pensando a lui, non è vero?».
Bastò una singola domanda per riportare Blitzø alla realtà, con gli artigli che cessarono di muoversi, restando fermi nel solito punto.
Scrollò le spalle, sbuffando nell'attimo successivi.


«Ma cosa dici? Come potrei?».

Esclamò in risposta, con l'atteggiamento che manteneva di solito. Un'orrida e disgustosa facciata, aveva imparato a nascondere le proprie sensazioni dietro al sorriso.
Era un dannato bugiardo.
Era ovvio che pensasse a Striker, Blitzø non aveva mai smesso di immaginare gli occhi smeraldini di quell'Imp ed il suono aggressivo dei sonagli.


«Blitzy...»
«Cosac'è? Non mi credi?»
«Nemmeno un po'».


Il silenzio calò tra i due, un attimo che sembrò durare quasi un'eternità.
Gli occhi di Blitzø erano fissi in quelli scarlatti del gufo, percepì il peso dell'agitazione schiacciarlo con la stessa violenza di un macigno. Il cuore che accelerava i battiti, le mani che sudavano ininterrottamente.
Non avrebbe mai ammesso la verità, di questo ne era certo, né si sentiva in colpa per aver giocato con i sentimenti di un povero animo nato nella dannazione, il cui inferno personale consisteva in un matrimonio destinato alla rottura.
Deglutì prima di issarsi facendo leva sui gomiti.
Voleva scappare, era diventato un genio con l'inventarsi le classiche scuse, degli impegni inesistenti che si presentavano all'ultimo secondo e che gli permettevano di sgusciare via dalle situazioni scomode.
Non le voleva affrontare, era da lui.
Ma quella volta la mano di Stolas iniziò a fare una pressione non indifferente, bloccandolo sul materasso del letto. Impedendogli di andarsene.


«Non stavolta Blitzy, abbiamo molto di cui discutere»

Blitzø tremò, dimenandosi di poco nel tentativo di liberarsi.
Invano.


«Non possiamo rimandare? Mi sono ricordato che ho la giornata piena di impegni e lo sai che... »
«Anche l'ultima volta hai detto così» lo ammonì il gufo, con tono basso e serio. «Eppure, dopo che te ne sei andato, hai riempito i tuoi profili social con le foto della tua cameretta» sbuffò poi. «Mi hai preso per un'idiota, Blitzy?»
«No Stolas, io...»
«Sei un dannato bugiardo, Blitzy» mormorò ilgufo, pieno di disapprovazione.
«Mi dispiace Stolas, se posso rimediare, io...»
«Non dire più una parola»


La quiete calò di nuovo, rendendo la situazione ancor più malinconica quanto agonizzante. Blitzø era ancora più motivato ad andarsene, ma sussultò nello stesso attimo in cui percepì il distacco dalla mano di Stolas.
Le dita affusolate dell'altro gli si infilarono di prepotenza tra le natiche, sollevandogli il bacino di forza prima di entrare in stretto contatto con la propria apertura. Blitzø arrossì nel sentirle sfregare su di essa, tremò come una foglia, stringendo i bordi del cuscino e socchiudendo gli occhi.


«Non mi trovi attraente Blitzy? Davvero preferisci pensare a qualcun altro?»sussurrò il gufo con un tono ricco di malizia e perversione. Stolas si abbassò fino a raggiungergli il volto, tirando fuori la lingua per leccargli una guancia.
Fu molto lento con i movimenti, lasciando una spessa traccia di saliva.
Blitzø non emise un solo fiato, non dopo che aveva osservato i quattro occhi scarlatti del gufo.
Emanavano un bagliore poco rassicurante.
«Stolas...Sul serio, devo tornare in ufficio»
Stolas non gli donò modo per reagire, fu ammutolito dai due artigli che lo penetrarono senza chiedere il permesso. Li sentì muoversi dentro le proprie pareti, capaci di stuzzicarlo con malizia.
«Lo sai cosa succede quando mi fai arrabbiare, Blitzy»


Ogni parola era inutile, Stolas non sentiva ragioni quando perdeva la pazienza. Quei momenti erano forse i più impressionanti, ogni volt aBlitzø rimaneva esterrefatto davanti all'ira del Principe, non sapeva come reagire e questo gli trasmetteva inquietudine. Solitamente Stolas era un tenero amante, non diventava violento come tanti si aspettavano, covava amore ed in ciò era sincero.
Ma era pur sempre un demone, forse uno dei più forti in circolazione.
Aveva la malsana abitudine di tramutare la rabbia passeggera in perversione, Blitzø riusciva a leggere le gelosia che si celava in quei quattro occhi pieni di pupille, capiva che il partner cercava di essere peccaminoso con il solo intento di tenerlo stretto a sé.
Come se fosse diventato di sua proprietà, un semplice oggetto da mettere in una vetrinetta lussuosa ed utilizzarlo nel momento del bisogno.
E Blitzø non poteva fare altro se non realizzare, pensare a quanto marcio potesse essere un rapporto nato da un semplice scambio di sesso e favori. Ancora stringeva il soffice cuscino mentre l'ombra scura dell'altro lo sovrastava, sentendolo mentre si infilava in silenzio tra le sue gambe ben divaricate. Sussultò nell'attimo in cui sentì le mani del demone agguantargli i fianchi ed attirarlo al suo bacino, con il membro imponente che si infilava dentro di sé tramite un colpo secco.
Blitzø iniziò a stringere i denti per evitare di lasciarsi scappare un gemito, inerme, impossibilitato a fare altro, costretto a percepire l'intimità del Principe muoversi e regalandogli delle spinte arroganti e ben ponderate.
Sentì il fiato farsi più affannato, acchiappando il cuscino per stringerlo e nascondere il volto in esso. Lo faceva spesso per evitare di rilasciare rumori molesti, come se non volesse darla vinta al partner.
Tremava come una foglia mentre l'atto proseguiva, ogni istante Blitzø si sentiva riempire da un'erezione che si dimostrava sempre più affamata ed arrogante. Non vi erano suoni, solo i lamenti eccitati di colui che era al comando.


" Perché lottare per gestire un'attività che è truccata contro di te, quando puoi collaborare con me e uccidere l'immortale? A cominciare da quello che ti tratta come un giocattolo.
Potremmo essere gli esseri più pericolosi dell'Inferno, 
Blitzø "



Quelle dannate parole.
Gli riecheggiarono nella testa, erano un tormento continuo, come se fosse il proprietario a pronunciarle. Era un pensiero talmente forte e vivo da isolare Blitzø, impedendogli di sentire il teatrino perverso creato dal gufo.
E Blitzø tremava come una foglia, tenendo le palpebre chiuse con il solo intento di rivedere i lineamenti affilati e serpentini di quel maledetto Imp.
Colui che aveva cercato di evitare in ogni modo possibile, provando a dimenticare la possibilità di un domani migliore, aveva incontrato Stolas con frequenta per convincersi di essere soddisfatto di ciò che era riuscito a mettere in piedi. Accettando l'idea di essere felice con lui, di poter ricevere l'amore che non gli era mai stato concesso.
Ma non era vero, solo una bugia che Blitzø si era creato e di cui iniziava a pentirsi.
Erano questi i pensieri che affollavano la mente Blitzø, sentendo delle calde lacrime amare iniziare a scorrere lungo i lineamenti del volto.





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⏰ Last updated: Jul 29, 2021 ⏰

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