Capitolo 39 - La perdita

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Clarke Griffin's  P. O. V.

"Clarke ..." Un sospiro. "Aiuto! Clarke!" 

Quella voce agonizzava sempre più spesso. Il suo richiamo d'aiuto suonava disperatamente, in un modo quasi inquietante. Non potevo vederla, era tutto completamente buio come se fossimo perse in un luogo totalmente sconosciuto. 

"Per favore, tiratemi fuori di qui!" 

Potevo sentire il suono leggero delle fiamme, eclissato dalle grida di sofferenza. Lei stava bruciando nel fuoco mentre chiedeva aiuto. 

"Lexa..."  Sussurrai cercando di trovarla. 

"Non lasciarmi morire! Per favore, salvami Clarke." 

Il mio cuore batteva violentemente, come se prima o poi avrebbe smesso di battere all'improvviso. Mi ritrovai in mezzo all'oscurità, seguendo quella voce che gridava aiuto. Tuttavia, il mio corpo non sembrava rispondere, e curiosamente io continuavo ad essere nello stesso posto. Restavo intrappolata lì mentre la sentivo bruciare. 

"No, no..."  Esclamavo disperata.  "Lexa! Lexa!"

In mezzo alle grida spaventose della donna che sembrava contorcersi nelle ceneri e nel fuoco, sentì il suono stridente della sveglia, la quale mi fece svegliare all'improvviso bruscamente. 

"Cazzo."  Sussurrai sentendo il via vai del mio petto per il mio respiro affannato. 

Inspirai l'aria a fatica con i polmoni, i quali sembravano avere qualche difficoltà per assorbirla. Guardai le coperte, dopo i mobili perfettamente in ordine e dopo vidi i raggi del sole penetrare attraverso le tende parzialmente aperte. Mi permisi di chiudere gli occhi un momento, in un tentativo di frenare il mio cuore che batteva forte nel lato sinistro del mio petto. Mi portai una mano alla testa, passandomela sulla fronte per asciugare i resti del sudore causato da quell'incubo sanguinario. 

"Era solo un incubo..."  Mormorai respirando prima di spegnere quel dispositivo assordante. 

Non era la prima volta che succedeva. Persino dopo un anno dalla notte dell'incendio, quel momento mi tormentava ancora. Gli incubi non erano costanti, arrivavano solo quando mi ricordavo di quella situazione. Forse aver cercato cose del passato sul giorno dell'incendio non era stata una buona idea.  Sospirai lentamente prima di spostare le coperte e alzarmi sul pavimento di legno. Attraversai la sala, osservando come la casa era silenziosa quella mattina, a quanto pare erano tutti usciti a svolgere i loro doveri. Prima di andare in bagno notai alcuni fogli sulla scrivania all'angolo della sala, più precisamente dei vecchi ritagli di giornali. Mi avvicinai e ne presi uno in mano, i miei occhi lessero attentamente il titolo esplicito. 

"IL TRAGICO FINALE DEL REGNO COLLINS"  E in lettere più piccole di seguito si leggeva:  "Sono stati ritrovati due corpi totalmente carbonizzati nell'incendio che ha distrutto la mansione. Uno di essi era del magnate del petrolio, Christopher Collins. E l'altro di sua moglie, Alexandra Woods Collins." 

Lasciai uscire tutta l'aria dalla mia bocca e dopo ingoiai a vuoto. Dopo l'alba di quella triste tragedia, tutti i notiziari informavano il mondo che la coppia Collins ci aveva lasciati con una morte inaspettata e tragica. Ricordavo chiaramente quant'era stato atroce vedere quelle parole impresse nei giornali quella mattina, ma non era niente in confronto al dolore che sentivo per non sapere esattamente cos'era successo.

FLASHBACK 

"Clarke..."  sentì il suono della voce di Raven con un tono preoccupato.  "Dobbiamo andare via di qui..."

"Chiamate il resto della squadra, entreremo in casa!"

"C'è il rischio che crolli tutto."

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