Capitolo 2.

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•༺ 𓆩🂱𓆪 ༻•

La confusione si fece largo nel mio corpo a quelle parole.

Questa storia?
Già iniziata?
Tempo fa?

Non riuscii a comprendere una sola parola pronunciata dalla donna ed altre mille domande si formarono nella mia testa.
Evidentemente non era ancora il momento giusto per poter comprendere tutto ciò, l'unica cosa che mi toccò fare fu rassegnarmi, per il momento, e vedere cosa sarebbe successo da lì a poco.

Dopo non molto la voce metallica riprese a parlare tramite il microfono dei nostri smartphone.

"GAME -vivi o muori-.
Grado di difficoltà, TRE DI FIORI.

REGOLE :
- scegliere la porta corretta entro lo scadere del tempo limite.

OBBIETTIVO DEL GAME :
- lasciare l'edificio prima dello scadere del tempo limite."

Dopodiché l'ascensore dietro di noi si spalancò, lasciandoci vedere la scritta "INIZIO" presente su di una delle sue tre pareti.
Io ed i tre ragazzi ci guardammo l'un l'altro nuovamente scioccati, nel mentre che la donna continuava a scrutarmi attentamente con il suo solito sguardo glaciale.

Entrammo tutti e cinque all'interno dell'ascensore, che si chiuse in automatico e partì a salire senza il bisogno che qualcuno cliccasse uno dei tasti presenti sulla parete a destra.
<<Come vi chiamate?>> domandò improvvisamente la donna spostando lo sguardo su ognuno di noi quattro.
Guardai attentamente il trio accanto a me, aspettando che qualcuno parlasse.
<<Arisu>> affermò immediatamente uno dei ragazzi e, successivamente presero parola anche gli altri due <<Chota, piacere...>> commentò quasi sotto voce il più basso <<..Karube>> aggiunse l'ultimo, con un tono quasi seccato.

La donna annuì in risposta <<Shibuki, piacere mio..>> affermò la castana.
Successivamente rivolse la sua attenzione su di me, e mi sentii subito minuscola sotto i suoi occhi.
<<Piacere A-..>> feci per aprire bocca per presentarmi, ma ella mi fermò poggiandomi un dito sulle labbra <<Non c'è bisogno, io ti conosco già...Alice>> enunciò convinta di ciò che stesse dicendo, rivolgendomi un lieve sorriso.
Tutto questo sotto lo sguardo dei tre ragazzi, che parvero non capire quello che stesse accadendo.

Le rivolsi uno sguardo confuso sentendomi chiamare con un nome non di mia proprietà <<...Atlas>> sibilai concludendo la frase che avevo interrotto in precedenza.
Shibuki mi guardò stranita e leggermente delusa dall'accaduto, inclinando di poco la testa di lato come per osservare meglio i miei lineamenti.
Sembrava effettivamente conoscermi da tanto tempo, nonostante avesse sbagliato nome.
Ma perché, come?

<<Oh, certo...scusami, Atlas>> si corresse con un piccolo sorriso facendo volare lo sguardo da me al pavimento e spostando il peso corporeo da un piede all'altro, evidentemente a disagio.
<<Hey, credo che siamo arrivati..>> interruppe il silenzio Arisu, indicando la porta dell'ascensore che si aprì sotto i nostri occhi <<Dite che dovremmo andare?>> domandò titubante Chota, visibilmente impaurito dalla situazione in cui ci trovavamo.
Sicuramente eravamo finiti in cose ben più grandi di noi.

Mi feci coraggio e drizzai la schiena <<Muoviamoci.>> affermai decisa entrando velocemente nella grigia stanza dinanzi a noi.
Successivamente, dopo essersi guardati l'un l'altro, gli altri quattro mi seguirono a ruota entrando a loro volta.

ᏀᎪᎷᎬ ᏟᏞᎬᎪᎡ Where stories live. Discover now