CAPITOLO 15

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Come se non fosse già troppo stressante essere su quel letto di ospedale , ci mancava solo la presenza di Edoardo . Tutta la tranquillità che mi aveva trasmesso Can andò in frantumi ,il mio cuore iniziò ad agitarsi e strinsi forte la mano a mia madre, non volevo che lei uscisse da quella stanza. Edoardo si avvicinò si sedette sul letto e cercò di baciarmi ma io mi girai dall'altra parte.

- Edoardo cosa esattamente non hai capito di quello che ti ho detto a Milano?

- Elettra cara, lo hai detto solo perché eri stanca e confusa, non appena saremmo di nuovo tutti a Milano , tornerà tutto come prima . Signora ci può lasciare soli 5 minuti?

- Mia madre non va da nessuna parte. Io non voglio che torni tutto come prima , dopo tanto tempo io mi sento viva, sai che vuol dire?

Da lì a 5 minuti iniziò una brutta litigata , dove io esplosi all'improvviso scaraventai anche le rose a terra e mentre mi agitavo sul letto mi si tolse la flebo e mia madre iniziò a chiedere aiuto dopo che aveva provato a farmi calmare.

Il padre di Elettra si sedette al mio fianco senza parlare,poi mi mise una mano sulla gamba e mi disse :

- Io l'ho capito subito cosa provavi per Elettra, la sera del matrimonio mentre ballavate ... c'era una strana luce nei tuoi occhi e soprattutto dopo tanto tempo Elettra brillava di luce propria. Mi avete ricordato molto me e mia moglie. Non pensare che qualsiasi cosa faccia Elettra a noi sta bene ,non sarà facile vederti affianco a lei e soprattutto fidarci di te.

- La ringrazio per aver affrontato il discorso e mi scuso se lo avete scoperto in questo modo , Elettra vi voleva parlare dopo la sfilata ...

Stavo per dirgli quanto amassi sua figlia nonostante la conoscessi da soli 20 giorni, di come i suoi occhi mi facciano mancare la terra sotto i piedi ogni volta che la guardo, che avrei voluto proteggerla per tutta la vita, ma venimmo interrotti dalle urla della mamma di Elettra che chiedeva aiuto.

Andreas fu il primo ad entrare in stanza perché era già sulla porta , dietro di lui io ed il padre. Trovammo Elettra visibilmente scossa e la madre che cercava di tenerla ferma, la flebo era a terra e tutto il liquido sul pavimento insieme alle rose , che qualcuno aveva scaraventato a terra .Edoardo cercava di dirle qualcosa nonostante lei stesse dando di matto.

Andai dritto da lei e la strinsi più forte che potevo,le sue lacrime bagnarono completamente la mia camicia,mentre Andreas portò fuori di petto Edoardo . Tutto il trambusto attirò l'attenzione di medici ed infermieri che quando arrivarono ci fecero uscire tutti dalla stanza.

Le diedero un sedativo e lei si addormentò.

Ancora una volta ci trovavamo in quel corridoio a sorvegliare la sua porta, ancora una volta i suoi genitori erano seduti abbracciati in lacrime su quella panchina. Andreas non mollava Edoardo nonostante andasse avanti e dietro nel corridoio con le mani in testa, all'improvviso si fermò e si scaraventò contro di me. Mi colpì dritto sul naso urlandomi contro : E' tutta colpa tua è tutta colpa tua!

Non reagii , non volevo creare altri problemi , in fondo aveva ragione se si erano lasciati era anche colpa mia. Per fortuna Andreas prese le mie difese e lo allontanò , per terra c'era tantissimo sangue ed era tutto il mio . Edoardo fu allontanato dall'ospedale dai carabinieri, il trambusto fu tanto e dopo quello successo in camera di Elettra e la mia aggressione i medici non poterono fare diversamente, io fui accompagnato al pronto soccorso , ma non lo denunciai.

Dopo 2 ore, io ed il mio naso rotto e le raccomandazioni di mia sorella sul non creare altri problemi,tornammo in quel corridoio. Ero davvero stanco ma non volevo lasciare Elettra lì da sola .Volevo starci vicino e decisi che non l'avrei mai lasciata più da sola a costo di stare li fuori su quella panchina ,notte e giorno fino al momento della sua dimissione.

TRAVOLTI DAL DESTINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora