CAP 28 - IL SOFFIO DEL VENTO

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... e questa età di suoni scivolerà nello spazio
e semineremo ricordi di cattedrali
per le genti che non conoscono il nostro nome...

Fummo catapultati in un altro luogo, remoto, sconosciuto. Appena la nostra vista si abituò all'oscurità, davanti a noi si presentò una stanza disadorna, con alte e spoglie mura. La scarsa illuminazione non ci aiutò a capire il particolare disegno che assumeva il pavimento e che andava sfocando in lontananza.

"Prot!"
"Cos'è, l'emozione?" L'elfo si voltò esterrefatto verso di me.
"No, sono gli spritz! Se li bevo a digiuno... accuso una lieve debolezza... sfinterogica... prot! Ma passa veloce, non vi preoccupate... riprot!"

Così ci apprestammo a percorrere la stanza, io davanti sussultante e gli altri dietro a subire le mie flautolenze. Dopo appena due passi, sentii un tonfo, seguito da altri in rapida successione fino all'ultimo, che però risuonò più greve e vuoto.

Sulle loro zucche si erano infranti dei macigni rocciosi piovuti dall'alto. Sospettai che il suono vuoto provenisse dall'impatto di uno di essi sulla cervice dello stregone.
Li osservavo in imbarazzato silenzio, senza avere il coraggio di chiedere come stavano. A terra, storditi, ci impiegarono un po' a riprendersi.

Mi guardarono indispettiti, dato che a me non era successo niente, poi riprendemmo a camminare.
Dopo altri due passi li vidi sprofondare giù. Io non osai muovermi dalla posizione in cui ero. Poco dopo le loro mani si affacciarono dalla buca e fecero presa sul pavimento, per issarsi su.
Anche in questo caso rimasi clamorosamente illeso.

"Ragazzi?" Prot!
"Come state?" Proproprot!
"Tutto ok?" Riprot!

"Ma accidenti a quel cornuto infame in Zeu..."
Un fulmine apparì dall'alto e carbonizzò il nano, che con un sibilo, finì la frase,
"...sss."

"Se eviti di bestemmiarlo, dato che è così suscettibile, forse è meglio!"
L'elfo stava cercando di spengere il fiocco in testa al nano che era andato a fuoco, mentre un puzzo di peli bruciati si era propagato per la stanza.
"Io non lo bestemmio! Lo sprono a far meglio!"

"Sei tutto sbruciaccato, sarà meglio che vada avanti da me, ok?" Proriprot!
"Ai peli del culo non ci è arrivato!"

I miei sospetti furono confermati. Ero vittima del mio primo vero colpo di culo dall'inizio della mia esistenza. Passo dopo passo, anzi scorreggia dopo scorreggia, arrivai totalmente incolume alla fine della stanza. Balzavo di mattonella in mattonella, a volte con movimenti in diagonale, altre volte con movimenti a elle, altre volte con semplici passi in avanti o laterali, in base a come mi diceva l'istinto briao sul momento. A volte mi facevo semplicemente trascinare dalla propulsione che proveniva dal di dietro.

Arrivato incolume alla fine della stanza, mi girai estasiato verso i miei compagni:
"Ohibò ragazzi!" Paprot!
"Ma senti qui che bell'odore di botte vecchia stagionata! Manca poco e delibero!" PR...

La nona sinfonia mi morì nel culo. Mi accorsi che quello che avevo superato con tanta agilità non era altro che un'immensa scacchiera. Il non indifferente inconveniente era che non mi ricordavo le mosse che avevo fatto!

"Ragazzi, vi devo dare una notizia bella ed una brutta, con quale inizio?"
"Con la bella grazie!", rispose il nano.
"Di fronte a voi avete una scacchiera e... voi sapete giocare a scacchi, vero?"

"Certo, ovvio!", mi rispose l'elfo, "Quindi? Qual' è la cattiva notizia?"
"Che non ricordo le sequenze delle mosse che ho fatto per arrivare fin qui!"
Non sentii alcun commento e siccome non riuscivo a distinguerli bene dalla posizione in cui ero, non riuscii a scorgere nemmeno le espressioni dei loro volti alla notizia.
"Comunque, io comincerei con un movimento agile a elle!", continuai incerto.

TONF! Qualcosa si era abbattuto su di loro. Dopo qualche secondo di silenzio sepolcrale, si elevò la voce dell'elfo:
"Qualche altro suggerimento, magari più preciso, per la prossima mossa?"
"Beh, continuerei con un movimento in diagonale..."

"Sicuro?"
"Ma sì, vai agile!"

ARITONF! Dopo qualche altro secondo di silenzio, ancora l'elfo:
"Senti terrestre, continuiamo da soli, ok?"
"Si, ma come state?"
"Solo una lieve emicrania per adesso..."
"Il nano è a 90 gradi, ma c'è abituato!", lo interruppe gioioso lo stregone.

RISTONF!
"Vi siete mossi?!"
"Solo il nano, diciamo un fallo di reazione verso ZhurQui, ma niente di grave."

Poco dopo, appena ritrovato il coraggio necessario, ripartirono, ma la situazione degenerò. Erano vittime, a ogni passo che facevano, di un'incredibile varietà di trappole e tranelli. Sentivo solo i rumori e urla di dolore. Quello che riporto è solo una piccola parte di ciò che sentii:

Nano: "Ohi!, ir budellaccio di Zeus!"
ZOT!
Elfo: "E allora sei duro!"
Stregone: "Nano, brucia?"
Nano: "..."
Elfo:" Attenti dietro!
Stregone: "Soprattutto te nano!"
STONF!
Elfo: "Nano, abbassati!"
Nano: "Più basso di così..."
RISTONF!
Nano: "Ohi, ohi e ohi! Ma allora per davvero la puttanaccia di quella miseriaccia, troia, bastarda, frigida, merdosa e sudicia della mamma di ZEU..."
ZOOOT!
In coro: "Come sei duro!"
Nano: "E anche i peli del culo, sono andati!"

Li vidi finalmente sbucare da quella trappola bianconera, malconci, bruciacchiati, pieni di lividi e tagli, ma vivi.

Una voce cavernosa, troncò quasi sul nascere qualsiasi tipo di speranza che il disastro fosse terminato. La porta dietro di noi si aprì violenta, rivelando la sinistra presenza alle nostre spalle. Un VAMPIRO, pallida creatura dagli occhi rossi incavati e feroci, dai lunghi denti canini e dal sorriso malvagio che ci fissava carico di odio, dando di sé un'immagine di potenza sovraumana.

"Un vampiro, un non morto..." mormorai incredulo.
"O è morto o è vivo!", interruppe il corso dei miei pensieri come al solito ZhurQui.

"Tecnicamente è... immortale!", tentò di spiegare l'elfo.
"Come te stregone, tecnicamente sei... un deficiente!"
"Ah, come il nano allora!", rispose euforico, "Tecnicamente non è... più vergine dal culo!"
Fu il vampiro ad interrompere la nostra disquisirne tecnico-tattica, sibilando ferocemente e venendo verso di noi.

Prendendoci di sprovvista, intervenne l'elfo nella maniera più imprevedibile e pericolosa che potesse fare:

"Buongiorno faccia di merda! Hai mai visto Star Trek?"
"Che cavolo..."
"Un fantastico telefilm americano, di fantascienza. Esplorano mondi nuovi e sconosciuti, come quello che evidentemente c'è dentro la tua zucca! E se non ti serri il gozzo all'istante, razza di idiota, ti faccio ingoiare quei cazzo di canini e subito dopo ricaare in orizzontale!"

"Vuoi morire, uomo dagli orecchi a punta?"

"Certamente, visto che una cippa con un grammo e mezzo di cervello ha scambiato il suo mantello per un diploma che lo proclama Somma Merda del Creato."

Il vampiro tentò di colpire l'elfo. Un attimo dopo il suo naso era saldamente stretto fra le nocche dell'indice e del medio della mano destra di Spok. Glielo stritolò.

"Ascoltami bene. Quando ti lascerò andare il naso, potrai provare sentimenti di vendetta. Provarli è comprensibile. Darne seguito sarebbe un terribile errore. Voglio che ti tenga a mente che quello che ti ho fatto al naso lo posso fare con la stessa facilità ai testicoli. Per la precisione, te li posso avvitare così bene che quando ti lascerò andare c'è rischio che tu spicchi il volo come un aereoplanino. Ora, senza rimostranze, senza lasciarsi andare a rappresaglie anche solo verbali, è bene che tu dica come uscire di qua!"

Dolorante, con le lacrime agli occhi e il naso che stava assumendo un colorito rosso carminio, alzò il braccio e ci indicò la direzione in cui andare. Seguii con lo sguardo il gesto e vidi che in realtà in quella direzione vi erano tre passaggi.

"Quale?" chiesi al vampiro impaziente.

Sul viso cinereo comparì un sorriso sarcastico e di sfida, mentre ancora si massaggiava il naso tumefatto.
"Elfo, vagli a togliere qualche altro punto nero dal naso..."
Spalancando gli occhi dal terrore, prontamente ci indicò l'ultima delle tre porte.

Appena varcata la soglia, la porta si richiuse automaticamente dietro di noi.
Un lungo e umido corridoio male illuminato era ciò che ci separava verso l'uscita e forse la libertà.
Le pareti, ricurve e lisce, fredde come il marmo, non ci davano alcun appiglio o punto di riferimento.

All'improvviso una voce, sussurrata e amichevole, ci invitava a farci avanti senza alcun timore.

DIARIO DI BORDOWhere stories live. Discover now