CAP 32 - IL NON EPILOGO

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...e il fiore di quiete della rosa fiorirà
sulla terra...
Lasciamo un suono...
prot!

Il viaggio durò soltanto una ventina di minuti, poi sbarcammo là, dove ci aspettava il Mago bianco. Regnava uno strano silenzio tra noi, le facce erano tese. Salutai con un cenno capitani e marinai e attesi guardandomi intorno. Solo sabbia davanti a noi e, come le altre volte, quell'atmosfera rarefatta, innaturale. Poi ancora una volta, una luce abbagliante. Lui, parlò:

"Avete portato a compimento la vostra missione!" la voce, solenne, risuonava nell'aria:
"Datemi l'alit... il refolo... ehm, il soffio del vento!"

Glielo mostrai prendendolo in mano. I suoi occhi cambiarono. Prima vortici rosso fuoco si formarono al posto delle pupille poi, un'ombra nera su impossessò dello spazio attorno. Il suo volto cambiò, il sorriso divenne maligno, satanico, i lineamenti animaleschi. La tunica si disintegrò in mille pezzi che evaporarono via, lasciando spazio a ciò che veramente era in realtà. Il Mago nero, Dark-eth-thon.

"Merda!" esclamai.
"Giusto, ma di nessun aiuto!" mi rispose il nano, che intanto avevo sfoderato l'ascia.
"L'ascia stare..."
"ZhurQui, ma ti sembra il momento di fare battute?"

Un'aurea bianca, abbagliante, lo circondò. I suoi lineamenti cambiarono, gli occhi diventarono cerulei e freddi. Vidi il "soffio del vento" lasciare la mia mano ed andare verso di lui. Non riuscii ad opporre resistenza, poi mi guardò:
"Con te facciamo i conti dopo!"

L'elfo mi diede un pattone sul collo:
"Eh!"
"Eh i' che! Che sta succedendo?"
"Vedi che sei te quello duro! Sono io, il Mago bianco!"
Lo fissavo sbalordito.

"Riesci ad immaginare come mi possa sentire adesso, dopo tutto quello che mi hai detto durante il viaggio?"
"Ehm... incline al perdono?"

Mi ignorò e avanzò verso Dark-eth-thon che, con l'espressione stravolta, iniziò a indietreggiare. Era quasi paralizzato dal terrore, vedevo la paura nei suoi occhi. Tentò di prendere comunque l'iniziativa con un rapido movimento del braccio, ma ZhurQui fu più veloce e lo scaraventò a terra. Fu un attimo. Un solo attimo in cui perse il controllo degli altri due amuleti, che iniziarono a fluttuare nell'aria e andarono verso il nostro ex stregone, unendosi all'altro.

Una luce multicolore si librò nell'aria, un vortice di suoni e voci, un'esplosione di energia fulgida e radiosa e, subito dopo, vidi altre tre sagome accanto al Mago bianco. Li aveva liberati.

"Pensavi veramente di riuscire a compiere il tuo malvagio piano?"
"Ci rivedremo!" Il Mago nero sparì.

Il nano e l'elfo si stavano gustando la scena soddisfatti, io ero un po' più preoccupato. Notando la mia espressione, ZhurQui mi parlò:

"Mi aveva veramente indebolito. Senza di voi non ci sarei mai riuscito. L'unica maniera per ingannarlo era cambiare sembianze, fingermi un semplice ed innocuo stregone e aiutarvi a recuperare i miei compagni. Ho dovuto fingermi pasticcione e accettare alcune battute infelici..."

Il suo sguardo si fece penetrante, poi continuò:

"Mano a mano che i giorni passavano, sentivo che stavo riacquistando i miei poteri ma avevo timore di essere scoperto. Quei luoghi per noi Maghi sono maledetti, ho rischiato di perdere per sempre la mia magia o peggio, morire. Il nostro e il tuo mondo per adesso sono salvi e te ne saremo per sempre riconoscenti, anche se..."

Mi guardò ancora in maniera strana:

"Ma non voglio serbarti rancore, tieni questo!" Mi porse un braccialetto. "Sarà il nostro contatto, casomai ce ne fosse bisogno. Adesso, vai!"

Guardai l'elfo e il nano che mi sorrisero e, mentre succedeva, una punta nostalgica mi avvolse. Ma durò poco!

Mi ritrovai dove avevo lasciato, con i miei compagni sopra di me a copulare con il pavimento

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Mi ritrovai dove avevo lasciato, con i miei compagni sopra di me a copulare con il pavimento. Quando mi alzai, guardando la tv, notai qualcosa di strano. Le maglie che esultavano erano neroazzurre, non rosssonere!

"Ma il Milan..."
"Sì va beh, ora ricomincia... ne avete vinte sette e blablabla, ma intanto noi si va verso il triplete!"
"Sette? Triplete?"

Ero in totale stato confusionario, tra l'altro non riconoscevo né la casa né i giocatori che erano in campo e quasi nessuno di quegli individui che esultavano vicino a me! Poi guardai il calendario... 2010! Altro che senza rancore, lo stronzone di ZhurQui mi aveva scaraventato nel futuro di sette anni! E nel momento peggiore!

"Vado in bagno." Mi avviai disorientato.
"Lì c'è la cucina..."
"E lì il ripostiglio..."

Trovata la direzione, mi chiusi dentro a chiave e iniziai a muovere e sballottare il braccialetto, a tastarlo e a parlarci come se fosse un microfono. Niente. In preda alla disperazione me lo sganciai per sbatterlo a terra, ma iniziò a ondeggiare nell'aria e a parlare:

"Eh, eh, eh..."
"Ma che cazzo ridi! Ma ti sembrano scherzi da fare?"
"Hi, hi, hi..."
"Ma potrei rimanere traumatizzato a vita! Sono in un mondo parallelo, vero? Non è reale!"
"Uh, uh, uh..."
"Io voglio tornare nel mio tempo, a guardare la mia finale di Champions!"
"Oh, oh, oh..."
"Quando ha finito le vocali, mi rispondi?!"

"Ci tornerai, ma non è il momento!"
"Ma se sono tornato adesso!"
"Nel nostro mondo è passato molto più tempo e abbiamo di nuovo bisogno di te poi, ritornerai..."

Già, ritornerò... ma questa ragazzi, è un'altra storia.

FINE

Anzi no, continua... quindi... cazzi vobis!

DIARIO DI BORDOWhere stories live. Discover now