Capitolo 21

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Sono stata poche volte alla base degli Scorpions, e posso dire che nessuna di queste è stata gradevole.
L'ultima volta che sono stata qua ho rotto con Dylan, poco prima di scoprire che aspettavo suo figlio.
Oggi, senza di lui, è ancora peggio.

I membri della gang che mi salutano e mi chiedono se ho bisogno di qualcosa perché ancora fedeli al loro capo, il suo nome sulle bocche di tutti e i loro occhi puntati sul mio ventre coperto dalla maglia larga di Seth che indosso. È tutto così strano.

Questo posto è freddo, umido, inquietante e puzza di muffa.
Tutto ciò scatena in me ansia e nausea.
Sono al quarto mese, dovrei aver finito con le nausee mattutine, eppure non è così, perché ogni donna ha un corpo diverso.
Il mio è soggetto a sfiga perenne.

<<Okay, descrivici il tipo che ti stava seguendo.>> esordisce un ragazzo che, da quello che ho capito, risponde al nome di Tony.
Ryan lo guarda male da quando ha messo piede nell'ex ufficio di Luther Dolokov. Non penso gli stia molto simpatico.

Wendy sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
<<Ve lo sto ripetendo da una settimana!>> sbraita.
<<Vorrà dire che lo ripeterai, Wendy! Forza, parla.>> ribatte Tony, sbattendo il palmo della mano sul tavolo e guadagnandosi un'occhiata da Ryan, che fa un passo verso di lui, ma viene bloccato da Tyler.

<<Fai attenzione a come parli, Tony.>> sibila il tatuato, fissandolo.
Sorrido, notando la grande somiglianza tra lui e suo fratello minore, specialmente quando si parla di iperprotezione.

Tony lo ignora deliberatamente e, anzi, continua a guardare la ragazza tatuata di fronte a sé, in attesa di una qualsiasi risposta.

<<Alto, con la barba piuttosto folta e brizzolata. Era vestito scuro e non ho idea di come fosse in viso o sulla testa, era coperto.>> borbotta Wendy, ripetendo per l'ennesima volta la descrizione incompleta –e quindi inutile– dell'uomo.

<<Quanti anni hai detto che poteva avere?>> le chiede, nuovamente, il ragazzo dai capelli neri e pieni di gel che la fissa dal lato opposto.

Lei alza le spalla, guardando un po' intorno a sé.
<<Non ne ho idea, Tony. Mi sono girata un attimo e mi stava dietro, correvo e lui correva. In quanto a disinvoltura non è il massimo, ma non si è fatto vedere neanche per un secondo.>> borbotta lei, nuovamente.

Penso proprio che Wendy non si sia per niente concentrata nello osservare attentamente lo sconosciuto. Probabilmente in un momento simile era già abbastanza impegnata ad arrivare sana e salva a casa.

<<Quindi, non abbiamo niente di utile.>> sbotta Tony.
<<Mi stava seguendo!>> alza la voce lei. <<Sai, ero un tantino concentrata nel non morire per strada, piuttosto che stare a guardare quel tipo e, magari, farci pure amicizia!>> sbraita.

<<Non ho detto che dovevi farci amicizia, visto che non sei brava nemmeno a fare questo.>> sibila lui, tagliente.
Credo che questo litigio abbia parole –anzi, intere frasi– nascoste dietro.

Ryan si alza dal suo posto e, questa volta, nessuno lo tiene fermo.
Si sbilancia verso Tony e perde completamente le staffe.

<<Va bene, adesso mi hai proprio rotto il cazzo.>> sbotta.
<<Ti sopporto da anni, Tony. Sei stato avvertito e perfino picchiato ma, a quanto pare, non ti entra in testa: parlale così un'altra volta e, giuro, ti pianto un proiettile in fronte.>> sbotta, afferrandolo per la stoffa della maglia, chiudendola in un pugno contro il petto del ragazzo.

<<Vaffanculo, Anderson, non ho paura di te.>> sbotta Tony.
I ragazzi alzano gli occhi al cielo.
Hanno sentito troppe volte questa frase uscire dalla bocca di qualcuno e, solitamente, chiunque fosse l'Anderson in questione, ha sempre conciato per le feste l'interlocutore.

𝐇𝐔𝐑𝐑𝐈𝐂𝐀𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now