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"A quanto pare ci dovremo uccidere a vicenda."

Hoseok si passò la lingua sul labbro inferiore, l'adrenalina che pompava a più non posso.

Finalmente si trovava davanti un avversario degno di questo nome, qualcuno suo pari con cui divertirsi un bel po'.

Dopo anni trascorsi ad uccidere persone che nemmeno provavano a difendersi aveva perso le speranze: mai nessuno gli avrebbe donato un omicidio degno di questo nome, un assassinio che andasse oltre al semplice lavoro.

Amava uccidere, ma col passare del tempo aveva pian piano perso la gioia nel farlo, trovandolo terribilmente insoddisfacente a causa delle prede incompetenti che gli indicavano.

Come una leonessa a caccia, si era ritrovato ad aver a che fare con gazzelle incapaci di correre che avevano sì reso il suo compito più semplice, ma anche estremamente noioso e poco stimolante.

Ora però dall'erba alta della savana era sbucata una pantera, esile ed agile, calcolatrice, ed Hoseok non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Era pronto a balzare oltre il tavolo per poter riacciuffare Yoongi quando quest'ultimo aprì il palmo per fargli cenno di fermarsi, nell'altra mano un piatto in preziosa ceramica finemente decorato sui bordi.

"Un solo passo e lo scaglio sul pavimento."

Solo ora Hoseok comprese il perché avesse deciso di comprare un appartamento in pieno centro con numerosi vicini: a differenza sua lui aveva riflettuto in modo molto più approfondito ed aveva capito che, in caso di pericolo, quella sistemazione lo avrebbe protetto.

Fuori dall'ingresso passava continuamente gente, sulle scale e negli ascensori c'erano telecamere di sicurezza di ottima qualità, i muri così come i pavimenti ed i soffitti erano sottili come carta velina, permettendo a tutti di sentire rumori troppo forti.

Sarebbe stato estremamente difficile riuscire a sfuggire senza farsi vedere dalla folla onnipresente in quella zona di New York ed anche se per pura fortuna ce l'avesse fatta ai poliziotti sarebbe bastato dare un'occhiata alle registrazioni.

Aveva le mani legate e si lasciò sfuggire un sospiro di frustrazione che fece sorridere lievemente il maggiore.

"Ho una proposta da farti, Hoseok. Ammesso che questo sia il tuo nome."

Alzò un sopracciglio, non potendo fare molto altro se non invitare Yoongi ad andare avanti a parlare.

Tsk, quel bastardo.

"Andiamocene via. Ho un cottage isolato ad un paio d'ore di viaggio da qui, nessuno ci disturberà. Solo noi due."

Hoseok non sapeva che pure il biondo fremeva all'idea di scontrarsi con lui: l'odio che covava per la grande mela negli ultimi giorni gli aveva tolto ogni desiderio di portare a termine quell'incarico, non gli era rimasto niente che lo spingesse ad ucciderlo.

Fanculo i soldi, meglio tornarsene a casa propria.

E invece quel ballerino si era rivelato un avversario che lo aveva lasciato incredulo; difficilmente i suoi obbiettivi lo prendevano di sorpresa a causa dei suoi studi maniacali su di loro, ma Hoseok era riuscito a nascondere la sua reale natura in modo impeccabile.

Chissà cos'altro nascondeva dietro quel bel faccino...

Si fissarono negli occhi, leone contro pantera, ed entrambi finalmente abbandonarono le maschere con cui avevano celato il loro vero essere.

Nudi nel corpo ed ora anche nella mente, si studiarono a vicenda alla ricerca di ogni dettagli che potesse far capire loro qualcosa di più.

Una vecchia ferita d'arma da fuoco ormai sbiadita sul fianco di Yoongi, l'ombra di una pugnalata sulla cosca di Hoseok, il modo in cui teneva le spalle ben aperte e rilassate a mostrare la sua sicurezza, la postura decisamente più chiusa e difensiva del maggiore...

"D'accordo."

D'altronde era l'unica cosa che potesse fare, ma accettò ben volentieri e l'immagine del corpo senza vita di Yoongi divenne ancora più piacevole di quanto già non fosse.

Tutti e due furono uomini di parola, rifiutandosi di attaccarsi l'un l'altro mentre si rivestivano, ancora increduli di aver scopato con un altro assassino, ma entrambi piacevolmente soddisfatti.

"Ci vediamo sulla settantottesima a Springfield, questo pomeriggio alle tre e venti."

Hoseok gettò un'ultima occhiata al ragazzo davanti a sé, così diverso dallo Yoongi che aveva trovato sulla panchina davanti alla sua scuola di danza.

Lo sguardo gelido, l'espressione impassibile, pareva un'altra persona e sorrise appena, amando quella sua trasformazione.

Si sporse verso di lui tenendo le mani in tasca ed il biondo trattenne il fiato quando Hoseok lo baciò a stampo, rapidamente ed in modo arido, senza alcuna emozione.

"A dopo honey."

Con una mezza piroetta gli diede le spalle ed in men che non si dica era già scomparso nella tromba delle scale, lasciando Yoongi da solo sull'uscio del suo appartamento.

Si pulì le labbra col dorso della mano e dopo l'ennesimo sbuffo chiuse la porta dietro di sé, dirigendosi in cucina dove sospirò pesantemente nel guardare il pavimento pieno di pezzi di ceramica.

Tsk, era la sua ciotola preferita...

Controvoglia prese l'aspirapolvere, pulendo quel disastro e recuperando la frutta priva di schegge che sarebbero risultate decisamente indigeste, e le rimanenti ore della giornata trascorsero nel caos più totale, preparandosi per quel viaggio da cui solo uno di loro avrebbe fatto ritorno.

Infilò con cura le proprie fiale e siringhe nella valigetta refrigerata, pulì ogni componente della propria calibro 9, maneggiò con attenzione i due pugnali le cui lame erano cosparse di anticoagulante, perfette per le morti per dissanguamento.

Ovviamente preparò anche un paio di cambi pesanti, ben consapevole delle temperature basse che potevano essere raggiunte nelle notti invernali, e dopo aver preso anche il beauty case provvisto di tutto il necessario per prendersi cura di sé sistemò il medikit in cima alla valigia.

Ormai giunta l'ora di pranzo si mise ai fornelli, prendendo i coltelli che teneva in uno scomparto dentro al finto forno.

Quell'appartamento, sebbene si trovasse in una metropoli da lui tanto odiata, era il suo piccolo gioiello: aveva progettato ogni più piccolo dettaglio con cura maniacale, dall'edificio in cui sistemarsi a come suddividere le stanze ed arredarle.

Le finestre a specchio impedivano che dall'esterno lo potessero vedere, rendendo così impossibile che un cecchino potesse prenderlo di mira -anche utilizzando gli infrarossi siccome aveva optato per una schermatura completa-, la porta era blindata, ogni utensile da cucina potenzialmente pericoloso era nascosto in appositi cassetti a doppio fondo, le cimici sparse ovunque coprivano ogni centimetro quadrato dell'appartamento.

Il cottage però non era altrettanto attrezzato: sarebbe stato estremamente rischioso rimanere in quella villetta completamente sprovvista di tali accorgimenti, ma era l'unico posto isolato in suo possesso.

Mangiò in silenzio, pensando ad una strategia per porre fine alla vita di Hoseok il più velocemente possibile per diminuire le possibilità di venir sopraffatto dall'altro.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

Boh

Sole d'Inverno [HOPEGA]Where stories live. Discover now