Quello che non doveva essere

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Erano ore che se ne stava lì accovacciato e le gambe iniziavano a fargli male.
Cambiò posizione inginocchiandosi completamente a terra cercando di restare nascosto fra le macchine.
Dieci anni fa non si sarebbe mai immaginato in una situazione del genere, spiare il proprio fidanzato per cercare di salvare una relazione sull'orlo della rottura.
Erano mesi che i soldi scarseggiavano e Tae spariva all'improvviso tornando sempre più tardi con la solita banale scusa del lavoro.
Il dubbio del tradimento non lo aveva mai sfiorato però doveva cercare di essere razionale e guardare in faccia la realtà; il calore gli impediva di trovare un lavoro stabile e nonostante tutto, Tae continuava a rifiutarsi di morderlo contribuendo a rendere la sua vita un inferno.
Perché non voleva farlo? Stavano insieme da quando erano dei ragazzini, entrambi avevano rinunciato alla loro famiglia, quindi perché rifiutarsi ora che trovare un lavoro era di vitale importanza?
"Io ti amo Jimin, il nostro rapporto va oltre l'essere alfa e omega. Non abbiamo bisogno di quel legame per provare il nostro amore, quindi non ti morderò" Tae era sempre stato un bravo adulatore e preso dalla foga dei sentimenti si era convinto che quella fosse la scelta giusta, anche se ora non ne era più così sicuro.
Da piccoli credevano di poter superare il divario di genere e dimostrare al mondo che il famoso "legame" era solo uno stereotipo imposto dalla società. 
Ma eccola lì la realtà, lo aveva colpito come un fulmine a ciel sereno, nessuno voleva la responsabilità di assumere un omega non marchiato e ogni calore gli lasciava addosso il terrore di trovarsi legato a qualcun altro a causa di uno sfortunato incidente.
Era questa la vita di un omega... un omega squattrinato... perché erano i soldi a fare la differenza.

Si abbassò di scatto non appena Tae uscì dal locale e tirò fuori il cellulare dalla tasca: le 22 e 30.
Sgattaiolò fuori sperando di non essere visto e iniziò a seguirlo.
Di una cosa era certo, quella non era la strada di casa.
Serpeggiava fra le macchine del parcheggio del locale cercando di tenere una distanza di sicurezza ma stargli dietro era difficile, Tae non faceva che guardarsi alle spalle con aria ansiosa quasi come se avesse avvertito la sua presenza.
Che avesse sentito i suoi feromoni?

Abbassò la testa e fece un respiro profondo. Si sentiva uno stupido.
Qualsiasi cosa stesse facendo Tae, gli aveva mentito e lui non aveva più la pazienza per stare dietro a delle stupide giustificazioni. Aveva l'impressione che la loro relazione fosse agli sgoccioli e questo lo gettava nel panico. In fondo , Tae era tutta la sua vita...
Riprese il pedinamento per perderlo dopo dieci minuti in un vicolo sconosciuto.
"Maledizione!" Tirò un calcio ad una lattina fermandosi a guardala rotolare fino in strada "Quando torna a casa questa volta lo ammazzo..." si sfregò le mani cercando di scaldarsi. L'adrenalina era scesa e iniziava a sentire davvero freddo.
"Meglio tornare a casa." Si tirò indietro i capelli con un gesto abituale e si strinse nel cappotto. Non era mai stato in quella zona della città, le insegne luminose si riflettevano sull'asfalto bagnato e da qualche parte in lontananza qualcuno stava festeggiando.
"Ma dove diavolo... sono finito..." davanti a lui troneggiava l'insegna di un Night Club,
era piuttosto fatiscente e la porta non era neanche chiusa.
Ci mise un po' per convincersi ad entrare ma se Tae era davvero lì dentro doveva scoprirlo.
Si affacciò timidamente e un forte odore di feromoni alfa e omega gli fece quasi girare la testa, ed eccolo lì, lo stronzo, che parlava con una donna seduta sulle sue gambe.
La ragazza aveva tirato indietro la testa scoprendo il collo per poi strusciare i seni nudi su di lui muovendosi in modo sinuoso e seducente. Un uomo si era seduto accanto a loro e aveva iniziato a palparla. Rideva a parlava con Tae, ma era buio e le luci rosse gli impedivano di vedere la sua espressione.
Credeva che si sarebbe infuriato e che gli avrebbe tirato di tutto se mai si fosse presentata una situazione del genere ma non riuscì a dire una parola. Indietreggiò in silenzio prima che Tae potesse vederlo.
Era come se qualcuno avesse messo il mondo in standby, tutto sembrava immobile perfino l'aria sembrava essersi fermata. Uscito dal locale si appoggiò al muro e si lasciò scivolare a terra.
Cercò di fare un respiro profondo ma la disperazione aveva già trovato la sua strada e le lacrime gli impedivano di respirare.  Avrebbe voluto urlare ma non riusciva a fare neanche quello, continuava a ripetersi che il suo amore non lo avrebbe mai fatto, che doveva esserci una spiegazione ma la ragione si era arresa. Rimase a piangere in silenzio con la testa fra le braccia, accovacciato a terra, fino a che il freddo non gli intorpidì le dita.

Mentre usciva, per un attimo gli era sembrato che quell'uomo lo avesse visto, indossava un completo che gli conferiva un'aria sofisticata e pericolosa allo stesso tempo. Avrebbe voluto coglierne più dettagli ma i suoi occhi erano riusciti solo a vedere il tradimento di quell'uomo che era ancora tutto il suo mondo.

Sulla strada di casa si era fatto mille domande, mille possibili scenari su come affrontare il discorso o su una possibile vita indipendente ma l'unica conclusione a cui era giunto era che lo amava nonostante tutto, così tanto che faceva male. Non appena varcata la soglia di casa si era buttato sotto le coperte senza neanche cambiarsi soffocando le lacrime nel cuscino.
Avrebbe voluto addormentarsi ma quell'immagine continuava a ripetersi nella sua testa ancora e ancora fino a quando sentì la porta aprirsi con un cigolio soffocato.
Anche in questo caso i soldi avrebbero fatto la differenza perché se fosse stato ricco avrebbe avuto la sua stanza e non sarebbe stato costretto a vederlo ma doveva stringere i denti.
Cercò il coraggio per dire qualcosa mentre lui buttava a terra i vestiti e si infilava sotto le coperte ma sentiva che se avesse parlato in quel momento sarebbe scoppiato in lacrime. Tae aveva incastrato le gambe fra le sue e stava affondando il naso nei suoi capelli e lo odorava.

"Sei gelido." Glielo aveva sussurrato nell'orecchio quasi come una richiesta velata.

"E tu puzzi di fumo." Aveva cercato di tenere ferma la voce nonostante avesse ancora gli occhi umidi.
Non voleva ancora svegliarsi da quel sogno, voleva crogiolarsi nell'illusione ancora per un po' così scivolò lentamente sopra di lui muovendo sinuosamente i fianchi proprio come quella ragazza aveva fatto. Gli era venuto duro con lei? L'aveva toccata? Si erano baciati?

"Perché sei ancora vestito? Eri così stan-..." prima che potesse dire altro si abbassò sulle sue labbra dapprima sfiorandole e poi morendole.
Poteva sentire l'erezione di Tae premergli contro e i suoi fianchi muoversi con desiderio mentre aveva già fatto scivolare le mani sotto la sua maglia cercando di sfilarla.
Tae ansimava, poteva sentire il suo cuore battere all'impazzata e la ligua umida scendere verso il suo collo leccandolo e baciandolo.
Una lacrima gli rigò la guancia, se lo avesse morso forse sarebbe stato capace di perdonarlo ma sapeva che non sarebbe mai successo.
Si tirò su premendo il bacino sulla sua erezione per stuzzicarlo maggiormente, poi spostandosi leggermente indietro fece scivolare una mano nei pantaloni di lui tirando fuori il membro pulsante  iniziando a strofinarlo. Tae inarcava la schiena e aveva fatto scivolare le mani sulle sue cosce stringendole quasi fino a fargli male.
Le mani di lui avevano iniziato freneticamente a slacciargli i pantaloni mentre si muoveva seguendo il ritmo della sua mano. "Toglili." Non era una richiesta ma un ordine. Si alzò sulle ginocchia e fece scivolare via i pantaloni. Gli slip umidi aderivano sulla sua erezione e poteva sentire la sua entrata pulsare di voglia mentre Tae continuava a strusciare i fianchi su di lui.
Ecco, ora tutto era tornato alla normalità. La loro solita routine e passione mai chiesta ma sempre presente che li teneva insieme come colla. Forse, avrebbe potuto dimenticare... con un po' di impegno.

"Ti distrai in un momento simile?" Tae si era alzato a sedere e con forza gli mollò una sberla sul sedere "concentrati su di me." con forza lo buttò a pancia in giù sul letto e dopo avergli letteralmente strappato via l'intimo iniziò a penetrarlo con forza.
"Aah!! P-piano...!" Era strano, non si era mai comportato così, era sempre stato gentile mentre ora lo penetrava violentemente tenendogli giù il collo con una mano. Lo sentì ansimare e gemere in preda all'orgasmo e poi cadere sulla sua schiena quasi impedendogli di respirare.
Restarono così per diversi minuti e avrebbe giurato di averlo sentito mormorare qualcosa mentre qualche lacrima gli bagnava la schiena.
Forse era stata solo la sua immaginazione, perché Tae avrebbe dovuto piangere? Esausto dal turbinio di emozioni della giornata si addormentò senza neanche accorgersene.

Dopo questo capitolo cambierò piattaforma... visto che qui verrei bannata ... metterò il link appena possibile

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2021 ⏰

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