Capitolo Ventiquattro

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La festa era finita da qualche ora. Io e Mads eravamo al nostro campetto, con una bottiglia di vino e le sigarette. Doveva andare a dormire, ma diceva che l'adrenalina era così tanto che le sembrava di non riuscire a stare ferma, come se le avessero iniettato caffeina per endovena.

"Okay quindi fammi capire bene...tu lo ami?" mi chiese per l'ennesima volta Madison. Eravamo molto ubriache e nessuna delle due stava seriamente ragionando.

"Affermativo." Dissi io bevendo un sorso direttamente dalla bottiglia.

"E lui ti ama?" continuò lei.

"Affermativo...al 99%...dovrebbe risponderti lui per il mancante 1%" risposi io.

Eravamo stese per terra sull'erba bagnata. La sua testa sulla mia spalla e la mia sulla sua.

"Allora perché non la smettete di fare i belli ma dannati, e vi vivete sereni?" disse lei con un ovvietà che mi faceva pensare che veramente forse avevamo sbagliato tutto noi.

"Perché scappare è più facile? Non so Mads. Non so veramente cosa dirti.  Un minuto stiamo bene ed il minuto dopo ci facciamo male, anche senza volerlo. E poi lui è così bravo a sfruttare i miei punti deboli... e questa cosa mi spaventa." Dissi io guardando il cielo. Una tela nera, la luna piena e qualche stella a tappezzare quell'infinito blu scuro.

"Vedi...alla fine per amare serve coraggio...tu sei coraggiosa Tara, una delle più coraggiose. Però l'amore ti fa paura. Però posso dirti una cosa?" Ed io annuii bevendo ancora.

"Oggi ho visto tua madre e sembrava triste di essere lì da sola. Si è buttata nella mischia, ma gli mancava la sua metà. Ha avuto coraggio a rimettersi con Peter, ma se la vedessi tutti i giorni in giro per la città, rivedresti quella donna che ci faceva i muffin quando tornavamo da scuola a sette anni." Mi disse lei. In effetti Madison non aveva invitato anche Peter al matrimonio solo per rispetto nei miei confronti. Li avevo visti come si stringevano quando lei era scesa dalle scale e lui l'aveva vista con quell'abitino blu notte che la faceva sembrare davvero un'attrice di Hollywood.

"Hai ragione...anzi, penso che se non ti incasina troppo i piani, dovresti dirle di portarlo domani." Dissi io e lei si alzò di colpo, girandosi verso di me.

"E tu?" mi chiese lei preoccupata. Io mandai giù un ultimo sorso di vino, prima di alzarmi un po' barcollando in piedi.

"Io starò bene... come sempre." Ed insieme tornammo a casa per riposarci.

La mattina seguente fu un via vai di gente che aveva specifici compiti da svolgere. Io dovevo finire di farmi i capelli e correre da Madison per mettere il vestito che aveva scelto per me ed aiutarla a gestire il tutto. Io mi ero svegliata con un po' di mal di testa per colpa del vino rosso e lei lo stesso, ma nulla che una buona aspirina non potesse risolvere.

Quando entrai nella sua camera e la vidi, mi sembrò di vedere un angelo. Il vestito da principessa le stava d'incanto. Si era fatta mettere dei ricami dell'abito di sua madre e di sua nonna sulla gonna e tutto era così etereo che avevo paura di avvicinarmi e contaminarla con la mia negatività. Non c'era spazio per quella in quel giorno così importante.

"Te lo devo dire? A Jacob verrà un attacco di cuore quando ti vedrà..." le dissi io avvicinandomi a lei.

"Oggi non mii far piangere come ieri con il tuo discorso...ti prego." Mi disse lei ridendo ed io annuii.

"Non era previsto ieri...ma come hai potuto vedere mi sono emozionata anche io, quindi hai avuto la tua vendetta." Le dissi. Lei mi indicò l'armadio e mi disse di aprirlo. All'interno c'era un abito, color carta da zucchero, in seta. Era bellissimo. Il mio era lungo mentre le altre damigelle avrebbero indossato un modello diverso dello stesso colore, corto.

CHIAROSCUROTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang