capitolo 4

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Louis

Louis pensò e ripensò a quel ragazzo, c'era stato qualcosa tra loro e probabilmente non era solo lui a pensarlo. Arrivò il pranzo a tavola, mangiò, pagò e uscì dal ristorante. Dimenticò, però, qualcosa di molto importante per lui sulla sedia del ristorante, la moleskine. Harry se ne accorse, ma lui era già andato via, così decise di prendere il taccuino con la speranza di rincontrarlo. Sarebbe successo. Louis non fece caso al fatto che la sua amata moleskine non c'era. Quella sera doveva andare in un locale, quindi il suo pensiero più grande era quello di vestirsi sia elegante che bellissimo. Era molto egocentrico. Andò in bagno e si fece una doccia. Appena uscito aveva un accappatoio bianco lungo fino alle ginocchia e, prima di uscire dal bagno aveva strizzato i capelli con un asciugamano per far si che i capelli non gocciolassero per tutta la casa. Si avvicinò all'armadio per scegliere cosa mettere, il suo armadio era molto ricco. Scelse un jeans abbastanza scuro e ci abbinò una camicia nera che non chiuse fino al collo, lasciò aperti giusto tre bottoni. Optò per delle semplici scarpe basse, bianche. Si mise il profumo, si pettinò un pò i capelli che rimasero comunque un pò scombinati. Controllò di aver fatto tutto, prese le chiavi e uscì di casa.

Harry

Harry aveva finito il suo turno al ristorante e quindi tornò a casa. Era curioso di sapere come si chiamasse il ragazzo misterioso. Sapeva di non poter aprire quel taccuino, era una cosa privata e lui non c'entrava nulla. Rimase a fissarlo per più di 5 minuti,la sua tentazione di aprirlo era sempre più alta. Passò ancora un'altro minuto e decise solo di dare una sbirciatina, voleva solo sapere il nome del ragazzo. Il punto era che non fu solo una sbirciatina. Aprì il taccuino e lo trovò, trovò il nome di quel ragazzo. Louis, si chiamava Louis. Harry non sapeva come trovarlo, oltre al nome non c'era scritto nulla, aveva pensato che guardando dentro avrebbe trovato qualche informazione. Iniziò a leggere il diario. Prima una pagina, poi l'altra, poi l'altra ancora fino ad arrivare all'ultima pagine in cui lui aveva scritto. Purtroppo non trovò nessuna informazione che gli potesse servire ma lesse un pò quello che scriveva. Erano frasi semplici, scritte al momento, ma per lui avevano qualcosa di speciale, Louis aveva qualcosa che nessun'altro aveva. Ma la cosa più bella era il fatto che lui stesse scrivendo una canzone, non era completata, non aveva un titolo ma bastava quel poco per dire che fosse bellissima. "When i'm losing my control, the city spins around. You're the only one who knows to slow it down." Chiuse il taccuino e lo posò sul letto, il sabato sera aprivano sempre un locale poco più avanti da casa sua e lui ci andava sempre, quindi doveva prepararsi. Andò in bagno, si lavò i denti e prese i vestiti che aveva già preparato sulla sedia quella mattina. Li indossò e si guardò allo specchio. Aveva indossato il suo amato jeans skinny nero con gli strappi sulle ginocchia e una camicia nera con dei dettagli simili a delle scaglie in bianco. La lasciava sempre sbottonata fino all'inizio dello stomaco, per far vedere bene la sua collana d'orata con la croce. Per tenere sistemati i capelli prese la sua bandana verdina, la mise coprendo le orecchie e facendo uscire i suoi ricci ben definiti da sotto. Prese dalla scarpiera degli stivaletti neri e si spruzzò il suo amato profumo della Gucci, immancabile per lui. Prese le chiavi, uscì dal palazzo, accese il motorino, ci salì sopra e si diresse verso il locale. 

a matter of looksWhere stories live. Discover now