Prologo

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  Johan non era mai stato a Roma. L'aveva sempre sentita nominare e decantare dal padre, ma non sapeva realmente cosa fosse. Aveva visto molte città d'Europa, come Venezia, Vienna, Londra o Parigi, ma il cuore della Cristianità era ancora una meta sconosciuta per lui, ed era rimasto sorpreso quando suo padre gli aveva detto che lo avrebbe accompagnato in Italia. In verità, anche suo padre era rimasto sorpreso dalla convocazione. Di solito riceveva i suoi ordini altrove, spesso a Venezia, ma immaginò che le condizioni di salute del papa imponessero la presenza più o meno fissa di un gran numero di cardinali a Roma, anche quelli che di solito ne stavano alla larga.

  «Non farti impressionare, figliolo», gli disse suo padre mentre percorrevano la via per arrivare al Palazzo Apostolico, dove avevano appuntamento con il cardinale Contarini, loro referente e datore di lavoro. «Roma non è differente dalle altre città che hai visto. Forse è solo più antica, caotica, e grande.»

  «Preferisco di gran lunga Venezia, padre. Molto più tranquilla. Oppure Firenze», rispose Johan stringendosi nel mantello. L'inverno romano non gli sembrava così mite come gli avevano detto. «Immaginavo che nella città dove risiede il papa, dove ha sede la Chiesa, le persone vivessero nell'agio, invece vedo povertà... e depravazione, ovunque.» Avevano appena passato una taverna dalla quale provenivano schiamazzi di ubriaconi e di donne che sicuramente non erano cameriere. Non soltanto, almeno.

    «Venezia e Firenze sono città magnifiche, ma se capisci Roma, la sua politica e le trame che da qui hanno origine e coinvolgono tutta l'Europa, allora avrai in mano la chiave del potere di questo tempo.»

  «Diplomazia e compromesso», disse Johan con un sospiro. Lui si sentiva più portato per l'azione.

«Diplomazia e compromesso», ripeté suo padre proprio nel momento in cui sbucarono nella piazza su cui si affacciava la residenza del papa. «La guerra crea solo nuovi poveri e non fa prosperare nessuno stato, neppure quelli che vincono, perché per vincere si riempiono di debiti con qualcun altro.»

  Il Palazzo Apostolico, attiguo alla basilica di San Pietro, era il luogo in cui si intrecciavano i fili della politica del papato. Oltre agli appartamenti privati del pontefice, erano presenti degli alloggi per i cardinali che non risiedevano abitualmente a Roma, o che non potevano farsi ospitare da altri cardinali. In quel periodo erano molti i porporati presenti, anche quelli che solitamente non partecipavano ai concistori cardinalizi. Non era un mistero che molti di essi fossero disposti a vendersi ad uno o all'altro candidato al trono di successore di Pietro per ottenere in cambio posizioni di favore.

  Andreàs Van Helsing era un borghese sulla cinquantina, di corporatura massiccia e dai capelli brizzolati, proveniente dalla regione dell'Olanda. Aveva passato più della metà della sua vita a viaggiare per l'Europa come mercante, imparando le lingue, gli usi e i costumi delle varie genti, la loro politica e le loro debolezze. Fu durante uno di questi viaggi che a Venezia, la città più mercantile del mondo, venne avvicinato da un ecclesiastico, il cardinale Contarini, appartenente ad una delle più antiche famiglie della Serenissima. Dopo quell'incontro, Andreàs, forte dell'esperienza maturata in anni di viaggi e negoziazioni con genti di ogni dove, divenne un diplomatico della Chiesa di Roma. Un diplomatico ombra per la precisione. La diplomazia ufficiale dello Stato Pontificio era nelle mani dei cardinali, ovviamente, ma le trattative e gli accordi che non potevano essere gestiti alla luce del sole, erano di competenza di uomini come Andreàs Van Helsing, probabilmente il migliore in circolazione. Ed era per ricevere ordini riguardo una nuova missione che, nel cuore dell'inverno, era stato convocato nella Città Eterna.

  Padre e figlio attraversarono la piazza a passo spedito, bramando di potersi scaldare al calore di un fuoco. Il sole stava calando e il freddo si faceva sempre più pungente. Dovevano pensarla così anche le guardie papali all'ingresso del palazzo, perché fu di malavoglia che si fecero avanti per bloccare gli sconosciuti prima che potessero entrare nella residenza.

Il Drago e il LeoneWhere stories live. Discover now