Prologo

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Harry lo sapeva che non era una buona idea

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Harry lo sapeva che non era una buona idea.
Lo aveva ripetuto più volte a se stesso, a Niall e a tutti gli altri; e continuava a ripeterselo proprio in quel momento, con la neve che gli arrivava alle ginocchia, le mani e i piedi congelati, disperso nel bosco innevato.

Stava per scoppiare a piangere dalla disperazione.

Stava vagando da ore, cercando di orientarsi. Sperava di trovare un segnale, un qualcosa che gli risultasse familiare e che lo avrebbe riportato alla civiltà ma l'unica cosa che vedeva erano alberi, alberi e alberi, tutti dannatamente uguali.

Inciampò, stremato, lasciandosi andare sulla superficie morbida e gelida della neve.
Tremava come una foglia e sentiva le palpebre pesanti dalla stanchezza e dallo sfinimento visto che il suo ultimo pasto risaliva a ore prima; si voltò sulla schiena, osservando il cielo sopra di lui scurirsi pian piano.

Gli occhi gli si riempirono di quelle lacrime disperate che aveva cercato di trattenere.

Si era allontanato solo un attimo dal gruppo.
Un fottuto attimo, per scattare una fottuta foto.
Che sia maledetta la batteria scarica del suo cellulare, che sia maledetto Niall per quella gita in mezzo alle montagne innevate e che sia maledetto quel bosco pieno di alberi spogli che iniziavano ad incutergli timore.

Una lacrima gli solcò la guancia quando si rese conto che, forse, per lui non c'era più alcuna speranza.
Quel bosco era enorme, quegli alberi erano così fitti e simili tra loro che gli facevano perdere l'orientamento, la neve stava iniziando a cadere dal cielo e in poco tempo avrebbe coperto le sue orme.
Senza speranza, Harry era senza speranza.

Tirò sul col naso pensando che no, quella non doveva essere la sua fine.
Non sarebbe morto congelato o sbranato da qualche animale feroce in un bosco disperso nel nulla.

Harry si tirò sù con difficoltà, togliendosi i capelli ricci, bagnati di neve, da davanti gli occhi e si guardò intorno cercando un posto che gli avrebbe garantito riparo per la notte.

La notte.

Un brivido di paura gli attraversò la schiena. Chissà quanti animali si aggiravano per quei boschi di notte e il ricordo di quello che gli aveva detto il vecchio Jack della locanda, in paese, non lo aiutò a calmarsi.

"Vedi ragazzo, vivono creature pericolose in questi boschi" gli aveva detto per poi portarsi alla bocca il boccale di birra.

"Che tipo di creature?" gli aveva chiesto esalato Niall.

"Ci sono molte leggende che narrano di una bestia enorme, dalla forma di uomo, alta tre metri e mezzo e dal corpo massiccio e peloso. Molti dicono che abbia artigli appuntiti, zanne affilate e il muso da lupo, che si ciba di bestiame e se è troppo affamato anche di uomini. Altri dicono che ci siano solo lupi più grossi della media. Fatto sta che qualcosa di indefinito e terrificante si aggira tra queste montagne" il vecchio Jack a quel punto aveva sorriso e scosso la testa ma ad Harry gli si era raggelato il sangue nelle vene.

Quelle storie lo avevano sempre messo a disagio; non che ci credesse veramente ma lo agitavano in un modo particolare portandolo ad immaginarsi situazioni terribili in presenza di esseri orribili e spaventosi.

Sì, Harry era paranoico e in quel momento l'ultima cosa di cui aveva bisogno era un fottuto attacco di panico per cose che esistevano solo nella sua mente.

Così, cercando di ignorare il cuore che gli batteva a mille nel petto, iniziò a girovagare, come aveva fatto fino a poco prima, ma con più attenzione.

Dopo un tempo indefinito, con le stelle che facevano capolino nel cielo e la temperatura sempre più bassa, Harry riuscì a trovare un posto più o meno riparato sotto ad un enorme cespuglio sempreverde ed a accendere un piccolo fuocherello precario.

Sapeva che non sarebbe durata a lungo quella piccola fonte di calore: i rametti erano troppo bagnati e il vento soffiava forte, nonostante fosse un po' riparato.

Harry si strinse ancora di più dentro al giaccone pesante che indossava, avvicinandosi il più possible al fuoco.
Gli girava la testa, lo stomaco brontolava e non sentiva più le dita.
Non aveva smesso un attimo di tremare e la paura saliva sempre di più dentro di lui, nonostante cercasse di tenerla a bada in qualche modo.

-Qualcuno mi aiuti, vi prego - mormorò al nulla, tra sé e sé, solo per sentire il suono della sua voce roca e rotta dalla disperazione.

Si assopì così, stremato dal freddo e dal terrore, illuminato solo dalla flebile luce di quella piccola fiamma ed infreddolito dal vento che fischiava tra gli alberi.






Note•
Eccomi qua con un'altra storia!
Spero sia di vostro gradimento e che vi tenga compagnia nelle vostre giornate.
Era da un po' che volevo scrivere qualcosa sui licantropi, spero di aver fatto un buon lavoro. Non è un omega!verse ma ho preso spunto da quello stile per alcune dinamiche.
Fatemi sapere se vi piace nei commenti o su Twitter @/vizHL28.
Vi voglio bene ❤️
Buona avventura.
Ecco a voi Stand Still

~Vic

Stand Still ~ Larry Stylinson Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang