Capitolo 10

101 6 2
                                    

Da soli, Sensazioni & Situazioni compromettenti

In sella dietro a Mamoru, Usagi si sentiva male: le girava la testa, le mancava il fiato, teneva gli occhi serrati per contenere quel malessere improvviso. Ma quanto cavolo stava andando veloce quel baka per farla stare così!?

Uno strattone più forte la costrinse a riaprire gli occhi.

-Ma... siamo fermi...!?-, constatò Usagi, pregando perché nessuno si fosse accorto di quello che stava ribollendo nella sua testa. Guardò in alto e attraverso le due visiere vide gli occhi del ragazzo, voltato verso di lei.

-Tutto bene?-, le domandò e Usagi trovò il coraggio solo per annuire. Non andava bene per nulla, perché lo detestava al punto di stare male solo restando vicina a lui... così vicina... troppo vicina. Una lampadina si accese nella sua testa: doveva per forza essere qualcosa come... come allergia!

"Sono allergica a Mamoru Chiba, ecco svelato l'arcano! Invece dell'orticaria lui mi fa venire questo... questa sensazione di nausea nei suoi confronti!"

Molto probabilmente le cose stavano così, perché lei non poteva avere paura o essere turbata da uno come lui. "Appena scendo, passa!"

E invece non fu così, perché sentì la mano di Mamoru sulla sua e sussultò, il cuore fece un tuffo nel suo petto.

-Tieniti più in basso, o finirai per sbilanciarti-, disse lui, facendole spostare la presa dalle spalle ai fianchi.
"Morirò per la mia allergia!", le balenò in testa, ma quel che riuscì a esternare fu solo un'espressione imbarazzata. Usagi allontanò le mani come se si fosse scottata e si guardò attorno, sperando che nessuno l'avesse vista. Davanti e dietro a loro, su quella strada rettilinea, non c'era nessuno: -Dove sono gli altri?-, domandò confusa, non vedendo i loro amici?

-Penso che siano avanti: mi sono fermato perché mi era parso che avessi dei problemi, signorina...-, le spiegò senza mascherare il sarcasmo e riaccese il motore. Usagi si aggrappò a lui pur non avendolo voluto, ecco che quella morsa tornò a stringerle lo stomaco fulminea.

"Sicuramente è allergia... avrò uno choc anafilattico se questo baka non si sbriga a farmi scendere!"

-In che direzione sono andati?-, gli domandò, notando che si trovavano in prossimità di un bivio. Il silenzio di Mamoru non l'aiutò a rilassarsi; i secondi che ticchettavano inesistenti nella sua testa si facevano più lunghi, uno dopo l'altro.

-Allora? Destra o sinistra?-, gli urlò da dentro il casco, stringendo la presa sul fianco del ragazzo. Sperò di avergli fatto almeno un po' male, ma l'unica che si sentì male per quel contatto fu lei: dallo stomaco quella morsa si espanse a tutto il suo corpo sotto forma di striscianti brividi. Non poteva essere emozione, quella era proprio allergia da contatto...

Già, cos'altro avrebbe potuto essere, altrimenti...?

-Credo che la spiaggia che aveva citato Yuichiro fosse... Ikagaya?-, Mamoru sembrava più confuso di lei. Usagi prese un respiro e la visiera del casco si appannò, facendola imprecare mentalmente.

-A me è parso che avesse detto Ithoyuma, invece... Ma io sono solo un'oca-, essere sarcastica le veniva così bene, in quel momento.

Mamoru fece finta di non aver sentito l'ultima parte della frase.

-Il problema è che non esistono né Ikagaya, né Ithoyuma-, le fece quindi notare, indicando il cartello stradale, -Ci sono Ikayuma e Ithogaya, invece...-, spense il motore e sospirò: per voler fare del bene, aiutando quella ritardataria cronica, aveva finito per perdersi e restare solo con lei, che stava riuscendo a irritarlo più di una medusa attaccata alla pelle...

Sette NottiKde žijí příběhy. Začni objevovat