III

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"Andiamo veloce di sopra, non voglio vedere qualla testa di cazzo di mia madre" dice Corey tirando la ragazza dal polso, facendola quasi cadere sulle scale
"O-ok"

"Hai sempre la stanza così sporca?" dice ridendo
"Sì, lo so, non ci fare caso"

Corey si siede sul letto e fa cenno con la mano a Scarlett di mettersi vicino

"Am, solo se cambiamo le lenzuola" si guardano e scoppiano a ridere.
"Ok hai ragione, aspetta, non so dove sono le lenzuola, di solito è la domestica che mi fa il letto"
"E non ti pulisce anche la stanza?" chiede confusa
"No, cioè, sono io che dico di non farlo, altrimenti poi non trovo più le mie cose, e non mi piace quando gli altri toccano tutto"
"Ah, ho capito, sei proprio bizzarro" lancia di nuovo un enorme sorriso, Corey la fissa per qualche secondo, lo fa troppo eccitare il suo sorriso, il suo viso, il suo corpo. Tutto.

"Vado a chiamare la domestica" dice Il ragazzo uscendo dalla stanza.

-sono ancora scioccato da quella notizia, sarà vero? sarà mio? cosa devo fare? Non voglio un figlio. Porco dio e ora che cazzo dovrei fare?-

I pensieri di Corey vengono interrotti quando va a sbattere contro una persona

"ahia"
"Hey, Joey, sei così piccolo che non ti avevo visto, che ci fai qui?"
"Tu oggi mi hai chiamato, eccomi qui"

Corey fissa Joey  negli occhi, si perde in quel azzurro chiaro, che gli trasmette sicurezza, calma, tenerezza, gli viene una strana sensazione allo stomaco e in gola, cosa che gli succede ogni volta che vede Joey, ma a cui non vuole far caso.

"Vai nella mia stanza, c'è anche Scarlett" dice Corey scendendo le scale.

-Odio incontrare Joey, cioè, è il mio migliore amico, ma mi innervosisce-

"Hey Sheila, devi cambiarmi le lenzuola"
"si vado subito"

Corey si appoggia al muro e guarda il suo riflesso nel vetro del mobile di fronte a lui.
Odia vedere il suo viso, quando lo guarda lo vede ancora sporco, di sangue, sangue di un ragazzo, gli ritorna sempre in mente quel momento, le sue urla che lo pregavano di fermasi, sangue che schizzava ovunque, le sue mani sporche, le lacrime della vittima, e la sua voglia di continuare a picchiarlo, senza un motivo, non gli aveva fatto niente di male. Non si ricorda nemmeno il viso di questo ragazzo, sono passati circa sette/otto anni, come può ricordarselo? alla fine era solo uno sfigato preso a caso fra i corridoi della scuola.
Ha sempre picchiato tantissima gente, ma quel giorno ha quasi ucciso quel povero ragazzino, solo per sfogare la sua rabbia repressa.
Il giorno dopo nessuno gli disse niente, quel ragazzo non lo accusò, come tutti facevano.

-Forse aveva troppa paura di me.
Io ho sempre spaventato tutti-

"Ho fatto, può andare" dice Sheila sempre sorridente
"Finalmente"

Quando corey rientra in camera joey invece, stava per uscire.

"te ne vai?" chiede Corey
"Sì, ti serviva qualcosa oggi?"
"No niente. Puoi rimanere se vuoi"
"Tranquillo, non voglio disturbare" dice andandosene di fretta.

"I've felt the hate rise up in me" ||JOREY||Where stories live. Discover now