Verità nascoste

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«Quella è la porta sul mondo di Sam?» chiese River.
«Non è questa la domanda giusta, mia cara moglie.»
«E quale sarebbe?»
Il Dottore fece capolino fuori dal TARDIS, agitando la testa in cerca di qualcosa. «Dove sono quelli che la stanno aprendo?»
River e Sam si guardarono interrogativamente.
«I Dalek.» spiegò quindi.
Prima ancora che una delle due potesse chiedere qualcosa, l'uomo si fiondò all'interno dell'astronave dritto verso lo scanner. «Dov'è che vi siete nascosti, maledetti» bofonchiò.
«Quindi gli Ood avevano ragione?- rifletté River -Ci sono i Dalek dietro questa storia.»
Il Dottore fece un cenno di assenso con la testa. «Ascolta!» disse, prima di premere un pulsante sulla console. L'interno del TARDIS venne invaso da voci metalliche e gracchianti.
"Prepararsi all'accensione dei motori.
Tutte le unità Dalek si attivino e si preparino all' invasione e la distruzione del nuovo mondo."
«Il mio mondo?- inorridì Sam -Vogliono invadere il mio mondo?»
«Ma a che scopo?» si chiese River.
«Troveremo una risposta ad ogni domanda- le rassicurò il Dottore -ma prima di tutto dobbiamo trovarli... e possibilmente fermarli.» Il Dottore saettò di nuovo verso le porte aperte del TARDIS, ma nemmeno il tempo di mettere la testa fuori che rientrò reggendosi la fronte con una mano.
«Dottore- si allarmò sua moglie, precipitandosi verso di lui -ti ha colpito qualcosa?»
«Sì- biascicò l'uomo in preda al dolore -e fa decisamente male. Dannazione!» Si liberò in fretta dai tentativi di cura di River e ritornò verso la console di comando. «Non abbiamo tempo per curare piccole ferite, dobbiamo trovare i Dalek prima che sia troppo tardi.»
«E come pensi di farlo?»
Il Dottore spostò lo sguardo su Sam. «Quelle immagini non erano senza senso, al contrario. Si tratta di coordinate spazio-temporali.»
«Coordinate?- chiese Sam -E come avrei fatte ad averle?»
L'uomo sorrise compiaciuto. «È stato il TARDIS, lei te le ha mandate.»
«Oh ma certo, adesso è chiaro» si illuminò River.
Sam iniziò a sentirsi un po' esclusa da quella conversazione silenziosa. «A me invece no.- si stizzì -Se uno di voi due fosse così gentile da spiegarmi qualcosa gliene sarei grata.»
«Lo squarcio temporale che ti ha portata qui è stato aperto dai Dalek» iniziò River.
«E la mia nave,- continuò l'altro -che tu hai criticato al tuo arrivo, ti ha salvato la vita.»
«In che modo l'avrebbe fatto, non capisco.» Sam appariva sempre più confusa.
«Deviando il segnale della frattura dimensionale qui dentro- spiegò lui -e impedendo quindi che si aprisse a bordo della nave Dalek.»
«Se non l'avesse fatto- si intromise River -a quest'ora saresti già morta.»
Erano decisamente molte informazioni da assorbire. «D'accordo, accetterò per vere queste informazioni ma c'è comunque qualcosa che non mi torna. Voglio dire... perché mandare a me quelle immagini? Perché non mandarle direttamente a te.» concluse indicando il Dottore.
L'uomo lanciò una fugace occhiata alla moglie, come a chiederle manforte.
«Non ha senso, non trovi?» insistette la ragazza.
«Beh, e-ecco... può darsi che... cioè magari...» balbettò lui.
Quella titubanza nella sua voce fece presagire a Sam che quell'uomo sapesse più di quanto le dicesse e probabilmente anche River, visto che evitava con cura di guardarla. «Nessuno dei due ha da dire nulla?»
«Magari semplicemente è stata una serie di coincidenze mentre ti portava qui.- tentò la donna -Forse per il TARDIS è stato più facile così.»
Sam corrugò la fronte, non pienamente convinta di quella spiegazione. Quando spostò lo sguardo sul Dottore notò una sottile incertezza.
«Come ha detto lei.» tagliò corto l'uomo.
Sam rimase sospettosa. «Allora perché non mandarle a lei?- indicò River -È la figlia del TARDIS dopotutto.»
«Beh perché... cioè voglio dire... ma perché fai tutte queste domande?- scoppiò infine -Non abbiamo tempo per questo adesso. Ci sono altre priorità a cui pensare in questo momento.»
Sam non demorse. «C'è qualcosa che non mi dici, Dottore. È da quando sono qui che mi nascondi qualcosa.»
E sentiva di avere ragione. Da quando aveva messo piede sul TARDIS, lui continuava a lanciarle strane occhiate. E dal canto suo anche lei si sentiva un po' diversa; qualcosa stava lentamente cambiando dentro di lei, poteva sentirlo, anche se non sapeva dire esattamente cosa. Ma sapeva che qualcosa non era come prima. I suoi sensi erano molto più allerta, più forti, più perspicaci. Il suo cuore faceva cose strane; a volte lo sentiva ballare il tip tap per quanto corresse.
«Ora basta voi due!"- Intervenne River -Tutto questo non ci aiuterà a fermare i Dalek e se ve ne foste dimenticati ci sono miliardi di persone sulla Terra che aspettano il nostro aiuto.»
Sam sospirò in modo arrendevole e il Dottore parve essere sollevato da questa sua resa.
Ma c'era una domanda che Sam voleva ancora fare. Era da quando avevano lasciato la Ood sfera che ci pensava, perché il suo istinto le stava suggerendo una verità che non poteva accettare. «Una cosa però me la devi dire, Dottore.»
L'uomo trasalì impercettibilmente.
«Io... sono umana?»
Il Dottore deglutì rumorosamente e scambiò con River uno sguardo colpevole. Alla fine scosse la testa: «Non più.»
Quelle due parole furono come una password inserita nella mente di Sam. Improvvisamente i suoi occhi iniziarono a brillare, così come tutto il resto di lei.
Non era umana, ormai l'aveva capito già da qualche ora. La sua mente vedeva delle cose, cose che all'inizio non riusciva a capire. Vedeva lo Spazio, vedeva il Tempo. Ciò che era stato e ciò che doveva ancora essere. Sentiva delle voci, alcune come un sussurro e altre molto più nitide.
Lei non era più umana.
«Sam...- sussurrò interdetto il Dottore -No, resta con me.»
«Allontanati da lei.» River spinse via suo marito.
Samantha li sentiva parlare, ma sembravano così distanti. Non riusciva a concentrarsi su nulla se non su quanto le stesse accadendo. La sua mente si stava aprendo; riusciva a vedere l'intero universo. Ogni conoscenza si stava riversando in lei, le leggi che governavano lo spazio e il tempo erano ora tutte lì a portata di mano. L'intera Storia dell'umanità e dell'universo si svolgeva davanti ai suoi occhi.
Comprese ciò che era stato, ciò che era e ciò che doveva essere.
Comprese se stessa, come e perché fosse nata.
La sua testa non ospitava più una mente umana, ma quella di un Signore del Tempo. Era come aveva predetto l'anziano Ood.
L'erede del Signore del Tempo era arrivato.
La figlia del Dottore.
Lei!
Si ridestò da quel turbinio di cambiamento e alzò lo sguardo per incrociare quello di River e del Dottore. Erano lontani da lei e solo quando abbassò lo sguardo su di sé ne capì il motivo. Le sue mani, il suo volto e il suo intero corpo stava brillando da sotto i vestiti emanando la dorata luce dell'energia rigenerativa.
La sua rinascita si era completata.
Ora lo sapeva. Non era più umana e non era un Signore del Tempo.
Era qualcosa di più, qualcosa di unico al mondo.
Sorrise trionfante, finalmente consapevole, mentre l'energia rigenerativa che l'aveva avvolta andava via via dissolvendosi.
«Andiamo a prendere a calci qualche Dalek, Dottore.»

DOCTOR WHO-L'importanza del Dottore Where stories live. Discover now