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Jungkook preso ormai dall'eccitazione del momento, portó le mani tra i capelli del chiaro tirandoli leggermente e spingendosi piano contro le sue labbra, il ragazzo spalancó di più la bocca per accoglierlo completamente, i mugolii che emetteva facevano rabbrividire il moro di piacere.
Jungkook gemette, sentendo ancora la sua mano fredda contro la propria pelle calda.
- S-Stó impazzendo.. - mormoró abbassando lo sguardo sul suo, prendendolo poi e sollevandolo da terra facendogli avvolgere le gambe attorno al suo bacino, facendogli aderire la schiena contro l'armadio.
Appoggió le labbra contro le sue, baciandolo con più passione di prima, slacciandogli i jeans.
- Lo vuoi? - mormoró contro le sue labbra con voce roca.
- lo voglio.. - sentì i denti del chiaro afferrargli il labbro inferiore, sentendolo mordere piano per poi succhiarlo.
Jungkook mugoló, cercando con le mani di liberarlo dai Jeans, stuzzicandolo piano con la mano, accarezzando la sua erezione.
Jimin portó indietro la testa, dando cosi accesso al suo collo, dove Jungkook lasció piccoli baci dalla spalla all'orecchio, voglioso di sentirlo gemere ancora.
Fù proprio mentre stuzzicava il suo collo che qualcuno bussó alla porta di quella stanza.
- Aaah! NON ADESSO, CAZZO! - urló Jimin, prendendo il volto del moro tra le mani per baciarlo ancora.
Jungkook entró lentamente in lui, spingendosi profondamente nel suo corpo.
- Aah.. - mugoló distogliendo la mente da chiunque fosse dietro quella porta. In quel momento nella propria mente, girava tutto attorno al ragazzo di fronte a sè.
Gemette, afferrandolo per i fianchi, tenendolo bloccato contro l'armadio.
Affondando in lui con spinte lente ma profonde, cercando la sua bocca, che trova. Intrecciando e giocando più volte con la sua lingua.
Un altro colpo alla porta.
Le mani di Jimin strinsero con forza i suoi capelli, tirandoli leggermente.
Segno che aveva colpito proprio in quel momento il suo punto.
Jungkook uscì quasi del tutto dal suo corpo per riaffondare, mirando a colpire quel punto più sensibile.
I gemiti di Jimin che rimbombavano non solo al suo orecchio ma in tutta la stanza lo mandava completamente fuori di testa.
Un altro colpo alla porta.
Mugoló, aumentando le spinte. Ormai al limite.
Jungkook gemette sentendo le unghie del ragazzo affondare sulla propria schiena. Affondando ancora in lui, venendo.
Abbassó lo sguardo vedendo Jimin venire nello stesso momento.
Mugoló tenendosi con una mano all'armadio, appoggiando la fronte sulla sua spalla cercando di riprendere fiato.
Poteva sentire il respiro irregolare di Jimin sollecitargli l'orecchio.
Sollevó lo sguardo per poterlo guardare, sfiorando le sue labbra con le proprie.
Nessuno dei due riusciva a parlare in quel momento.
Fù un altro colpo alla porta che fece spostare lo sguardo del ragazzo da lui, all'entrata.
Jungkook si allontanó, lasciandogli la possibilitá di rivestirsi.
Si richiuse i jeans sistemandosi la maglia e voltandosi a guardare la porta.
- Vuoi che.. vada io? - chiede al ragazzo che era ancora mezzo svestito.
Jimin si voltó a guardarlo, scrollando le spalle e avvicinandosi a lui.
- Lo mando via subito.. Rimani qui, va bene? -
Jungkook annuì, vedendolo andare verso la porta ed aprirla, potè intravedere un uomo, i loro occhi si incrociarono per pochi secondi, poi la porta si richiude alle spalle di Jimin.
Il moro si avvicinó alla scrivania prendendo il proprio cellulare e riaccendendolo.
C'erano diverse chiamate dalla sua squadra, e diversi messaggi di Tae.
"Dove sei?.. Almeno puoi dirmi sè stai bene?"
Jungkook sospiró piano, avviando la chiamata.
"Jk.." la voce di Tae era bassa e preoccupata ma almeno sentì un sospiro di sollievo che rilasció attraverso la cornetta nel sentirlo.
- Hey Hyung.. stó bene, non ti devi preoccupare.. -
Taehyung non sembrava del tutto convinto.
"Dove sei? Vuoi che vengo li e ti riaccompagno a casa?"
Jungkook sapeva quanto Tae fosse protettivo nei suoi confronti.
- Stó bene, domani saró al distretto.. domani sará tutto come ogni giorno.. Dovró fare i conti con lui ma, non m'importa.. -
Sentì Tae sospirare appena, sollevó lo sguardo dal pavimento al ragazzo che in quel momento rientrava nella stanza.
- Devo andare, ti richiamo appena sono a casa, tu peró non preoccuparti.. stó davvero bene. -
Salutó Tae e mise giù, sedendosi sul bordo del letto. Jimin gli si avvicinó, facendogli aprire le gambe e posizionandosi al suo centro, appoggiando le braccia sulle sue spalle.
- Avevo detto niente cellulare agente.. ! -
Jungkook annuì, spegnendolo e riconsegnandolo al ragazzo.
- tutto tuo.. dovevo assicurarmi che Taehyung non passasse l'intera serata preoccupato per me. Tende ad essere protettivo nei miei confronti.
Oggi ho fatto qualcosa che non avrei dovuto.. -
Jimin annuì piano, sedendosi sulle sue gambe e allacciando le braccia al suo collo.
- Il tuo collega me l'ha detto.. Ma non voglio che questa serata si rovini.
Volevo solo dirti che... - avvicinó le labbra al suo orecchio.
- Puó arrestarmi quando vuole agente.. Sè posso essere sincero, è la prima volta che trovo qualcuno che sà davvero come prendermi e poi, dovresti guardarti, quando sei preso dall'eccitazione.. sei dannatamente eccitante. -
Jungkook emise una risata, pizzicandogli un fianco.
- Non stuzzicare.. -
Si alzó raggiungendo la scrivania e guardandolo attraverso lo specchio.
- È la veritá.. - Jungkook si alzó spostandosi dietro di lui, e portando le mani sui suoi fianchi.
- in veritá, ti devo ringraziare.. -
Mormoró con voce bassa, appoggiando le labbra contro il suo collo. Baciandoglielo lentamente.
- Avevo bisogno di questo.. - Jimin lo guardó attentamente, appoggiando la schiena contro il suo petto.
- Quando vuole agente.. Potrebbe non far aspettare cosi tanto, come oggi? -
Annuì accarezzando i suoi fianchi da sotto la sua maglia, notando un piccolo segno sul collo del ragazzo.
- Jimin-ah.. chi era quell'uomo alla porta, poco fá? -
Jimin scrolló le spalle.
- Non mi và di parlarne.. andiamo.. Ci facciamo un bagno caldo? -
Chiese, staccandosi appena da lui, andando verso una porta, probabilmente il bagno.
Lo lasció andare per primo.
Fece un passo verso quella porta quando il suo sguardo cadde sù una chiavetta USB, sopra il comodino, nascosta appena da un libro.
- Che fai, non vieni? - la voce di Jimin lo fece voltare.
- si.. si, arrivo.. -
Il ragazzo lo abbracció da dietro, facendolo sorridere.
- Divertiti.. non pensare troppo.. esci da questa mentalità da agente che hai.. -

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