CAPITOLO 2

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Incollandosi alle labbra un sorriso educato, Callie si costrinse a pronunciare un saluto cortese e uscì dall'ufficio del direttore della banca. Si sentiva il torace stretto in una morsa tale che faticava a respirare. Stavolta era finita...

Il direttore era stato fedele alla sua parola. Senza Gabriel a farle da garante, niente prestito. Sapeva che le probabilità di fargli cambiare idea erano quasi nulle, ma non aveva voluto cedere senza riprovarci. Quasi nulla è sempre meglio di nulla.

E adesso era finita davvero. L'ultima scintilla di speranza si era spenta. Nulla era diventato realtà. Portandosi una mano alla bocca, soffocò un singhiozzo. Nonostante i suoi sforzi, El Principito avrebbe chiuso.

Quei poveri bambini... Qualunque sensazione provasse lei, non era niente in confronto ai cambiamenti che avrebbero dovuto affrontare loro. Loro, e le loro famiglie. Dio solo sapeva se non avevano già sofferto abbastanza.

Ma ormai non aveva altra scelta. Poteva solo arrendersi e ammettere la sconfitta. Non aveva più nessuna strada da percorrere. Aveva fatto tutto il possibile. Si era addirittura rivolta a Gabriel!

Un altro singhiozzo le si formò in gola mentre ricordava il modo in cui le aveva rigettato in faccia ogni implorazione. Non l'avrebbe mai creduto tanto insensibile. Non avrebbe mai pensato che covasse tanta rabbia nei suoi confronti.

Sembrava sempre così calmo, controllato... Ricordava bene il tono ragionevole che sfoderava quando parlavano dei suoi insuccessi. L'aveva usato anche durante quell'ultima conversazione, quella che aveva chiuso il matrimonio.

'Mi ángel, è ora che tu ammetta di non essere tagliata per gli affari. Ci hai provato, ma adesso è giunto il momento di costruire quella famiglia di cui parlavamo sempre...'

E ancor più chiaramente ricordava come il sangue, la pelle, le ossa, ogni sua cellula si erano raggelati a quelle parole.

Portare un bambino in questo matrimonio?! Fino a quel momento, quella di un figlio era stata una possibilità lontana, qualcosa che vedeva nel futuro, dopo aver trovato il proprio posto nel mondo. Voleva che il marito e i figli fossero orgogliosi di lei... che non la vedessero come una delusione continua... come un costante falimento... 

Aveva cercato di spiegargli perché ancora non fosse il momento di avere un bambino, ma di colpo era andato tutto storto e avevano iniziato a insultarsi a vicenda. Arrampicatrice sociale e fallita. Erano le due accuse che ancora le stringevano lo stomaco ogni volta che ci pensava. Erano state le più dolorose.

Aveva messo tutta sé stessa in quelle imprese, cercato in ogni modo di fare colpo su di lui con qualcosa di più del proprio corpo. Ma aveva puntato troppo in alto, e se ne era resa conto solo durante quel litigio.

E poi lui le aveva intimato di andarsene. Era stato come se una lampadina le si fosse spenta nella testa. Tutti i nodi erano venuti al pettine, e si era resa conto di non farcela più.

Non sopportava più di fingere di essere la donna che lui voleva. Quando lei aveva finito di preparare i bagagli, Gabriel ormai si era calmato abbastanza da dirle che voleva che restasse. Ma gliel'aveva imposto, non richiesto. E, comunque, ormai era troppo tardi. Suo marito voleva la perfezione, e lei era ben lungi dall'essere perfetta.

'Basta, ora caccia giù le lacrime! Testa su e vai avanti!'

Le avrebbe tenute a bada fino a casa. Gliel'aveva insegnato il maestro di comportamento e decoro pagato da Gabriel: esibire sempre un contegno posato e allegro, quali che fossero le circostanze. L'immagine era tutto, almeno per i de León.

TU NON MI BASTI MAIWhere stories live. Discover now